Oltre alle Vele, c’è l’istituto “Ferraris” : qui i ragazzi si diplomano e hanno un’occupazione in sessanta giorni
Quando esci dalla metropolitana di Scampia, davanti agli occhi, trovi una gigantografia scritta in italiano ed inglese con questo slogan: “Benvenuti. Basta crederci e trovi un mare di bene a Scampia”. Ora, grazie alla tenacia dell’Istituto “Gabriele Ferraris”, resa nota dal libro di Roger Abravanel e Luca D’Agnese “La ricreazione è finita”, a quello slogan affisso all’ingresso di Scampia si potrà credere ancora di più.
Scampia non è (e non deve essere) sinonimo di spacciatori, di camorra, di Vele. In quest’ottica si eleva l’Istituto Ferraris dove sei studenti dell’ultimo anno sono passati dalla maturità ad un contratto regolare in sessanta giorni. Il simbolo dell’eccellenza scolastica italiana sta proprio lì dove per anni le telecamere erano puntate sulle difficoltà della zona. Ogni volta le stesse scene. Ogni volta le stesse domande: “Dov’è lo Stato?”. Lo Stato erano e sono i 220 docenti e il preside Alfredo Fiore del “Ferraris”: persone che sono andate oltre all’etichetta messa addosso a Scampia. Uomini e donne che hanno aperto le classi alle aziende, che sono andati a bussare alle multinazionali per invitarli a conoscere quello che facevano. Nelle loro classi, oggi, si crea lavoro.
Lo raccontano bene Abravanel e D’Agnese ne “La ricreazione è finita“. Quando hanno incontrato Ivan Iacobucci dell’Adecco di Napoli e gli hanno chiesto quale fosse un istituto tecnico con un’ottima reputazione, la risposta è stata immediata: l’istituto Galileo Ferraris di Scampia. Con queste parole Iacobucci descrivere la sua esperienza con questa scuola a nord di Napoli.
«Negli ultimi quattro anni ho selezionato venticinque diplomati del Galileo Ferraris per i nostri clienti, aziende italiane e multinazionali, e ho ricevuto feedback entusiastici su di loro. Al punto che, se posso, scelgo sempre un diplomato di quell’istituto; nello stesso periodo ne ho selezionati quindici da altri istituti, ma quelli del Ferraris erano nettamente migliori. Questi giovani si distinguono non tanto per la loro preparazione tecnica, che è comunque buona, ma per il loro carattere: affidabile, serio, umile, responsabile. Nella maggioranza degli istituti napoletani che conosco, si è perso completamente il valore dello studio per migliorare la propria posizione sociale, non al Galileo Ferraris. Lì i giovani sanno che se ce la fanno hanno maggiori probabilità di vivere una vita migliore.»
Alla domanda su quale sia il segreto di quest’istituto, Iacobucci ha risposto: «Credo si tratti dei valori morali dei docenti, che sono la vera spina dorsale dell’istituto. Il loro impegno su come rendere i diplomati più pronti per il mercato del lavoro non ha uguali. Si danno molto più da fare rispetto alle altre scuole».
I ragazzi di Scampia – spiega il libro edito da Rizzoli – partecipano con buoni risultati ad alcune competizioni nazionali e internazionali. Sono arrivati alle finali europee del concorso internazionale Zero Robotics. Hanno ottenuto il terzo posto in Europa su un progetto di strategia e programmazione satellitare. Hanno vinto la sezione italiana del concorso di Microsoft YouthSpark con il progetto “Ripuliamo portando innovazione”. Il preside definisce la sua scuola “un vero laboratorio di idee e progettualità”. Fiore è convinto dell’alternanza scuola – lavoro e dell’educazione all’autoimprenditorialità. Lui punta ad una didattica che sia utile alla vita. Ciò che è certo è che finora ce l’hanno fatta: hanno dato vita a progetti che uniscono ricerca e sperimentazione come nel percorso “Creare con l’elettronica”.
Ecco Scampia: “Questo quartiere – spiega il preside Alfredo Fiore in un video su You Tube – non è una moneta dalla sola faccia”
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