A Roma un evento con gli imprenditori che stanno già cambiando l’Italia. Dal progetto su calcio a quello per aiutare le comunità Rom. I giovani di oggi saranno i Changemaker del futuro per questo oltre 600 dei nostri fellows nel mondo si occupano di istruzione”
“Stiamo vivendo una fase di profonda transizione: noi crediamo che saranno i giovani a guidare il cambiamento sociale”. Si è aperto con queste parole di Alessandro Valera, direttore Ashoka Italia, l’evento “Risposte concrete ai problemi sociali – Come gli imprenditori sociali cambiano l’Italia”, tenutosi ieri presso il Palazzo BNL “Orizzonte Europa” di Roma.
Ashoka, che ha organizzato l’evento, è ormai da due anni la quinta ONG più influente al mondo per innovazione e impatto. Con la sua rete di imprenditori sociali opera in 93 paesi: sono oltre 3500 i Fellows di Ashoka sparsi nei 5 continenti.
Del resto, il suo motto è emblematico: Siamo tutti agenti del cambiamento. “I giovani di oggi saranno i Changemaker del futuro – ha spiegato ancora Valera – per questo oltre 600 dei nostri fellows nel mondo si occupano di istruzione”.
E, a proposito di giovani, ad inizio serata sono stati premiati gli under 19 che hanno partecipato al concorso Generazione Anticorruzione di Riparte il Futuro (partner dell’iniziativa).
L’Italia è uno dei paesi più corrotti d’Europa, 54esima al mondo secondo il Corruption Perception Index di Transparency International. “La disoccupazione giovanile in Italia al 40%, contro la media dell’eurozona al 18,6% è un sintomo evidente della corruzione”, ha spiegato Giulio Carini di Riparte il Futuro. Da qui la sfida per i ragazzi: elaborare idee e risposte concrete per contrastare la corruzione nella propria comunità e sensibilizzare l’opinione pubblica. I tre team vincitori (più un premio speciale) si sono assicurati un premio da 1500 euro per l’attuazione del progetto.
Trasformare il calcio come fenomeno di cittadinanza attiva
Durante l’evento poi, sono stati presentati i 4 nuovi fellow italiani, “innovatori sociali che, rivoluzionando i settori in cui operano hanno prodotto sia nuovi posti di lavoro che cambiamenti sociali ad alto impatto”.
Il primo è Massimo Vallati col suo Calciosociale, progetto nato tra le strade di Corviale, difficile realtà della periferia romana: “Il calcio è la più grande aula didattica del mondo – ha raccontato Vallati – ma oggi è un contesto assolutamente diseducativo. Noi vogliamo cambiare le regole del calcio”.
Necessario dunque un approccio nuovo, comunitario, non violento. “Vince chi cura le relazioni, chi costruisce un team più coeso”, racconta Vallati. Anche attraverso attività parallele al campo, come iniziative comunitarie, sociali, sostenibili. Vallati sta portando il progetto dentro le scuole calcio con l’obiettivo di trasformare il calcio in un fenomeno di cittadinanza attiva.
Il tema della marginalizzazione della comunità Rom
C’è poi Carlo Stasolla che con l’Associazione 21 Luglio lavora per trasformare il modo in cui il governo italiano affronta la marginalizzazione delle popolazioni Rom. “La nostra lotta per il cambiamento nasce proprio dalla convinzione che un Paese diverso sia possibile e dalla volontà di contribuire attivamente al suo cambiamento – ha spiegato Stasolla – Partendo però non da chi sta in cima ma proprio da chi è costretto fra gli ultimi”.
Tra i nuovi, anche due progetti giornalistici. Il primo è la Repubblica degli Stagisti: “il lavoro deve essere dignitoso” ripete la fondatrice, Eleonora Voltolina, che, sul tema del lavoro giovanile garantisce la corretta informazione, esercitando allo stesso tempo pressione politica.
Infine, Daniel Tarozzi che dopo “un viaggio di 7 mesi alla ricerca di italiani in grado di interrogarsi su come risolvere i problemi del nostro paese”, ha lanciato il progetto Italia che cambia. Non più storie di problemi, fallimenti e malaffare, ma storie di cambiamento possibile, progetti vincenti. Che, messe in connessione tra loro, possono dare quel cambiamento sociale che auspichiamo per il nostro paese.