L’automobile resta il mezzo più sicuro contro il Covid-19, ma la quarantena azzera le vendite. E si pensa a come ripartire
Non poteva andare in altro modo e tutti gli effetti causati dall’emergenza Covid-19 portano in aprile un crollo delle immatricolazioni di auto dovuto alla chiusura delle concessionarie e alla fase di lockdown più o meno lunga. Secondo i dati diffusi dall’ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei, ad Aprile le vendite di nell’area EU+EFTA+UK sono state 292.182 unità contro le 1.345.181 nello stesso mese dell’anno scorso, con una perdita di 1.052.999 unità, pari al -78% che segue il -52% registrato a marzo. Con questi numeri anche il primo quadrimestre chiude fortemente in negativo con una diminuzione del 39% a 3.346.193 unità vendute contro le 5.492.003 dei primi quattro mesi del 2019, con una perdita di 2.146.000 immatricolazioni. Il mercato dell’auto è insomma fermo.
Mercato dell’auto, lo stop è globale
Tutti i paesi mostrano un segno negativo, dal -34% della Norvegia al -98% dell’Italia, ancora il peggior risultato tra i 30 mercati in esame. In particolare la situazione è particolarmente grave nei 5 Major Markets, e dopo l’Italia (con i privati che fanno -98%, in linea con il mercato totale), seguono Regno Unito -97,3% (privati -99%), Spagna -96,5% (privati -98%), Francia -89% (privati -85%) e, più distante, Germania con solo un -61% (privati -58%). Il -61,1% della Germania vale 120.840 veicoli venduti contro i 310.715 dello stesso mese del 2019, che porta a 822.202 veicoli, il volume quadrimestrale, il più basso registrato dalla riunificazione e un -31% rispetto alle 1.190.807 unità del primi quattro mesi del 2019.
© Toyota
Come ripartire?
L’associazioni di categoria dell’automotive Tedesche, hanno richiesto misure di sostegno alla domanda reputate necessarie e urgenti e azioni ancora più vigorose indirizzate all’acquisto di veicoli a basse emissioni. Nessuna decisione è arrivata da Governo tedesco che sembra non essere molto intenzionato a dare degli incentivi ad un settore che è strategico per la Germania ma che dopo lo scandalo “Dieselgate” non ha più una grande popolarità. Vedremo quali saranno le decisioni che verranno presse nelle prossime settimane e si sa che quello che viene deciso a Berlino viene poi replicato anche nel resto del continente.
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Nemmeno il mercato dell’auto francese è stato risparmiato dalle misure di lockdown, vedi la chiusura delle concessionarie, per limitare la diffusione del contagio da Covid-19, e il -88,8% ne è il segno, con 20.997 veicoli immatricolati a fronte dei 188.195 di Aprile 2019. Il cumulato del periodo Gennaio- Aprile si attesta a 385.676 unità, in calo del 48% rispetto alle 741.530 dello stesso periodo dello scorso anno La Spagna segna il peggior risultato degli ultimi 20 anni con numeri molto vicini a quelli italiani, – 96,5% con 4.163 unità contro le 119.417 di Aprile 2019. Le 222.866 vendite totali del primo quadrimestre sono poco più della metà (-49%) rispetto alle 436.307 dei primi quattro mesi del 2019.
Le istanze dei produttori
L’associazione di categoria ANFAC ha chiesto al Governo un piano di stimolo della domanda (le concessionarie hanno riaperto l’11 Maggio), alla luce del ruolo preferenziale che il mezzo privato rivestirà nella mobilità post-coronavirus. Sono state riviste al ribasso le previsioni dell’intero anno, stimando 700.000 unità, in calo del 45% circa verso il 2019. Male anche la Gran Bretagna, -97,3% ed il resoconto vale un ritorno ai volumi del 1992. La chiusura dei concessionari per l’intero mese ha fatto immatricolare solo 4.321 veicoli contro i 161.064 di Aprile 2019. Le vendite del primo quadrimestre si attestano a 487.878 unità, quasi dimezzando le 862.100 unità dello stesso periodo del 2019 (-43%). La SMMT, l’associazione dell’industria automotive britannica, prevede per il 2020 su un mercato a 1.680.000 unità (-27% verso il 2019).
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Attenzione alle ricadute occupazionali
Ricordiamo che per quanto riguarda il mercato dell’auto italiano, ad Aprile le vendite sono collassate del del 97,55% con 4.279 unità consegnate rispetto alle 174.924 dello stesso mese dello scorso anno, una perdita di quasi 171.000 unità. Naturalmente gli effetti hanno colpito duramente anche la produzione di automobili e tutti i gruppi registrano forti perdite. A questo va anche aggiunto il periodo di stop di quasi tutti gli impianti europei, i primi a riprendere sono stati quelli tedeschi alla fine dello scorso mese, fattore che sicuramente condizionerà le consegne dei prossimi mesi.
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Chiusure in profondo rosso per le vendite di tutti i Gruppi con FCA al -87,7%, PSA -81,2%, Renault -79%, Volkswagen -72,7%, Hyundai -76,1%, BMW -65,3%, Toyota -74%, Daimler -78,8% e Jaguar Land Rover -82,4%. Male anche i singoli marchi Ford -75,9%, Nissan -84,5%, Mazda – 81,1%, Volvo -62,9%, Honda -83% e Mitsubishi -63,3%. Questa situazione rischia di diventare un grave problema occupazionale, con molte fabbriche che stanno lavorando a ritmi ridotti vista la scarsa richiesta del mercato. Si spera che con la riapertura delle attività in tutta Europa possa riprendere a funzionare un settore altamente strategico per le economie dei paesi europei.