Progetto dell’architetto e biophilic designer Massimiliano Mandarini, prevede un sistema modulare sostenibile e tecnologico per riempire angoli e spazi già esistenti per aiutare psicologicamente medici e infermieri, sottoposti a stress quotidiano. Non solo durante l’emergenza Covid19
Quanto influisce l’ambiente che ci circonda quando siamo isolati o lontani da esperienze positive? La domanda è soprattutto retorica, mentre lo sperimentiamo in questo inatteso lockdown, vivendo in totale o parziale solitudine tra le mura di casa o, per chi è fortunato, anche utilizzando di uno spazio circostante. La risposta, ovviamente, è che influisce moltissimo: lo dice la psicologia ambientale, quella branca della psicologia che si occupa nello specifico proprio di studiare il rapporto dell’individuo con l’ambiente fisico, da ciò che è costruito come case, scuole, uffici e strade, a ciò che è naturale, dai parchi ai territori coltivati.
Vivere in luoghi ristretti influisce sulla salute mentale, lasciando spazio a stress, ansia e depressione. Una ricerca pubblicata dal Sole24Ore prende in considerazione un insieme di fattori socio economici e un’incertezza crescente: l’incidenza in Italia pari al 41% in Italia, del 46% in Spagna e del 42% nel Regno Unito. Lo dice anche il Ministero della Salute, riportando uno studio internazionale sul tema.
Se ci spostiamo con il pensiero nelle strutture ospedaliere, da dove spesso si sono alzati accorati appelli degli operatori sanitari a restare in casa, luogo accogliente e sicuro, ci rendiamo conto di quanto l’impatto sia ancora più pesante per chi lavora accanto a morte e sofferenza osservando gli spazi di sempre rivoluzionati per accogliere un numero elevatissimo di pazienti. Sottoposti a diversi tipi di stress e sollecitazioni, turni massacranti e tensione costante spesso lontano dalla luce solare, medici e infermieri sono e sono stati protagonisti di un contesto che è ben spiegato da tre psicologi e psichiatri.
Human Cellula – Human Design for healthcare
In questa fase 2, con l’auspicio che il picco di contagi e decessi sia archiviato, c’è un progetto che si sta ritagliando un nuovo spazio d’azione e di riflessione : si chiama “The Cell – Human Design for healthcare” ed è coordinato dal punto di vista tecnico e scientifico da Massimiliano Mandarini, architetto, biophilic designer e sustainable advisor vincitore del World Green Design Awards (2015) e del Green Building & Leadership Italia Awards (2017). The Cell ha cercato nella progettazione architettonica modulare e sostenibile una risposta concreta alle esigenze psicofisiche di chi vive gran parte della propria vita tra corsie e ambulatori.
In quarantena nella sua casa di Bergamo, vivendo indirettamente la sofferenza che ha tristemente colpito quelle zone più di altre, Mandarini ha continuato a fare ciò che ha sempre fatto: progettare. Occupandosi tra le altre cose anche di ricerca e sviluppo, motori di ogni nuovo progetto, ha investito in un networking positivo capace di dare forma alle sollecitazioni che gli arrivavano da amici e partner ma anche da clienti cinesi, che hanno sperimentato prima di noi gli effetti dell’epidemia e del lockdown. Insieme ad altri soggetti prolifici nel campo dell’innovazione, l’architetto bergamasco ha dato forma ad un luogo capace di modificare angoli e spazi già esistenti, entrando là dove la persona al centro è il paziente che soffre, prima dell’operatore sanitario come persona.
“Lo sappiamo tutti, la risposta immunitaria dei nostri corpi è più forte se siamo in un ambiente che dà armonia alla mente, e un calo delle difese immunitarie nel personale medico ha un enorme impatto su tutto il sistema di cura, perché favorisce l’insorgenza non solo delle malattie virali ma anche di altre patologie, ugualmente serie” spiega Mandarini. “Negli ospedali il personale sanitario vive uno stress psicologico e fisico da emergenza di guerra, ma non ha a disposizione un luogo di privacy per far decantare il dolore, dove poter piangere, recuperare un po’ di energia fisica e mentale”. The Cell è quindi la sintesi di materiali e soluzioni innovativi già progettati e testati ma che difficilmente raggiungono l’arredo domestico su larga scala. Dal legno alle luci, dal colore al suono, tutto è progettato per accogliere e confortare la persona lasciando spazio dal punto di vista sensoriale ed emotivo. Nata come una piccola “oasi” per il personale sanitario, aiuterà a lasciare alle spalle la sofferenza per una pausa, rigenerarsi, riposare.
Human Cellula: un modulo autosufficiente, sostenibile e sicuro
La struttura di The Cell vuole favorire il perfetto incontro tra materiali naturali e sostenibili e nuove tecnologie (sistemi loT e pareti digitali), per permetterne la circolarità energetica e favorire anche il contatto con l’esterno.
The Cell sarà realizzata con un innovativo sistema costruttivo chiamato CELLULA, in acciaio interamente prefabbricato in carpenteria: un modulo architettonico ingegnerizzato permetterà di raggiungere livelli di insonorizzazione e termoigrometrici tali da garantire il massimo benessere e salubrità degli spazi indoor.
Punto focale del sistema costruttivo è il comfort e la qualità degli ambienti, dalla salubrità alla sicurezza, all’ecologia del sistema, dei materiali e delle tecnologie presenti. La cosiddetta “building automation” integrata a sistemi iot e a sensori la renderà capace di monitorare la qualità dell’aria, la CO2, l’umidità e tutti i parametri di qualità specifici per gli ambienti indoor. Il modulo sarà dotato di apertura automatica con sensore di presenza capace di sanificare gli ingressi, utilizzerà una particolare tecnologia di pannelli ad alta prestazione acustica e termica capaci di eliminare l’inquinamento indoor e purificare l’aria, un pavimento e rivestimento a soffitto capace di eliminare tutti i batteri e virus presenti sulle superfici e nell’aria ed in particolare il Covid-19. Arredi e allestimenti come pareti biophiliche e digitali per la connettività saranno presenti dentro e fuori, arredi modulari con materiale riciclabile ed ecocompatibile ed un orto di micro ortaggi idroponico in sistema frigorifero. Tutto sarà gestibile tramite un’ applicazione digitale, dagli ingressi alle presenze nello spazio, garantendo la sicurezza e il distanziamento. E’ consegnata come uno spazio prefabbricato completo e personalizzato in base alle richieste, trasportabile con moduli assemblabili di 12-18-24 mq l’uno, posizionabili in poche ore sia all’interno che all’esterno delle strutture, senza stravolgere l’architettura esistente.
La produzione
“Per quanto riguarda i tempi di produzione, Human Cellula prevede un cronoprogramma di prototipizzazione di nove settimane, a seguito del quale verrà consegnata con un libretto di manutenzione programmata che permetterà un costante risparmio economico e la garanzia di mantenere nel tempo i livelli iniziali di benessere ed efficienza degli impianti e tecnologie installate. E’ vero e proprio human design progettato intorno al benessere e alla salute delle persone, è antibatterica, è biophilica e in armonia con la natura, circolare e sostenibile, utilizza materiali antisismici e antincendio” spiega l’architetto. Assolutamente innovativa in Europa, è prodotta e consegnata con tutti i protocolli di certificazione CE UNI EN ISO 1090, si può produrre in serie con sistemi modulari prefabbricati con costi e tempi ridotti. Idea e progetto a cura di Massimiliano Mandarini (Marchingenio Workshop). Partner: Politecnico di Milano Lab Edme e Lab Colore Prof. Mario Bisson, Accademia Teatro alla Scala Milano Paolo Teoducci, Osservatorio Green Economy Università Bocconi Milano Prof. Edoardo Croci, Antonella di Leo Wise Society, Gwa Daniele Zibetti.
La raccolta fondi
Per finanziare il progetto verrà presto avviata una raccolta fondi per le strutture sanitarie italiane – in particolare ad alcuni Ospedali della Lombardia tra cui Bergamo e Milano – in prima linea contro Covid-19 nella regione d’Italia più colpita. “I soldi raccolti – spiegano in una nota – serviranno per realizzare un progetto etico-innovativo pensato quale Cellule Spazio contro la sofferenza nei luoghi ospedalieri e nelle strutture di cura, di emergenza sanitaria ma anche nei luoghi temporanei della protezione civile”.