Quotatasi in Borsa nel 2020 tramite SPAC, la società di automotive Fisker ha dichiarato che la liquidità a disposizione le garantisce soltanto un anno di attività. Per questo l’azienda ha dato il via a un round di licenziamenti, mandando a casa il 15% dei dipendenti (a settembre 2023 ne contava 1200). Il titolo è crollato dopo l’annuncio, confermando un trend in corso da mesi: nell’ultimo semestre ha perso quasi il 90%.
Fisker e le altre aziende in difficoltà
Al momento Fisker lavora a un salvataggio cercando la soluzione di capitali esterni, da parte di un investitore. Come si legge su TechCrunch sembrerebbe in corso una negoziazione con una grande casa automobilistica. Fondata nel 2016 in California, Fisker è una delle diverse startup che nell’ultimo decennio sono comparse (con alterne fortune) sul mercato. Musk, a capo della realtà automotive più capitalizzata al mondo (Tesla), ha più volte ribadito quanto sia difficile lanciare un’azienda in questo ambito (forse ancor di più rispetto a quanto accade in quello aerospaziale).
Finora Fisker ha venduto soltanto un modello di elettrica, Ocean SUV, finito peraltro al centro di un’indagine da parte della National Highway Traffic Safety Administration dopo la segnalazione di guasti improvvisi da parte dei clienti. Non è tuttavia l’unica società che sta affrontando un periodo di difficoltà: nelle scorse settimane vi abbiamo parlato di Arrival, finita in bancarotta; Rivian ha appena comunicato il licenziamento del 10% dei dipendenti; Lucid Motors ha invece ridimensionato di molto le previsioni sulla produzione di elettriche nel 2024: 9mila invece di 90mila.