Esclusi dalla misura del mese di aprile i professionisti iscritti agli Ordini?
AGGIORNAMENTO: Decreto Rilancio: tutte le misure in semplici punti
Mentre dall’esecutivo arriva conferma dell’ennesimo rinvio del Consiglio dei ministri che dovrebbe licenziare il decreto Aprile, ora decreto Rilancio, previsto in origine per le 14 e slittato alle 17, aumentano le voci circa il fatto che il governo non avrebbe mantenuto le promesse sull’aumento del bonus da 600 euro previsto per le partite IVA a 800. Ma le cattive notizie non sarebbero finite qui, perché per Il Sole 24 Ore, inoltre, la platea nel mese di aprile sarebbe ristretta escludendo dai beneficiari gli iscritti agli ordini. Ma andiamo con ordine ed elenchiamo i fatti noti.
AGGIORNAMENTO: Decreto Rilancio: tutte le misure in semplici punti
Bonus da 600 euro, cosa sappiamo
Partiamo proprio dal Sole 24 Ore, che scrive: “ad aprile i 600 euro vanno a professionisti non iscritti agli ordini” mentre “a maggio mille euro per i liberi professionisti titolari di partita Iva che hanno perso almeno il 33% del reddito nel secondo bimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 e ai Co.Co.Co che hanno cessato il rapporto di lavoro”. Secondo quanto riporta il quotidiano di Confindustria, dunque, gli iscritti alle professioni protette vedranno sfumare l’occasione di percepire il bonus da 600 euro di aprile per rientrare nella platea dei beneficiari dei 1000 euro di maggio, a patto di dimostrare il minor incasso, sui mesi di marzo e aprile rispetto al medesimo periodo del 2019.
E se è vero che la platea del bonus da 600 euro dovrebbe comunque essere allargata a molte figure in origine escluse dal decreto Cura Italia (stagionali appartenenti a settori diversi da turismo e stabilimenti terminali che hanno perso il lavoro entro il 31 gennaio 2020 a patto che nel corso del 2020 abbiano lavorato almeno 30 giorni, intermittenti che, nel medesimo periodo, abbiamo lavorato sempre per almeno 30 giorni, autonomi senza partita IVA con contratti occasionali fra il primo gennaio 2019 e il 23 febbraio 2020, senza contratto in essere dopo questa data, iscritti alla gestione separata INPS e non ad altre forme di previdenza obbligatorie, titolari di partita IVA, iscritti alla gestione separata INPS e non ad altre forme di previdenza obbligatorie, con reddito annuo 2019 derivante da queste attività superiore a 5mila euro), si aspettano ora risposte per tutti gli autonomi delle professioni protette. Una platea molto ampia che va dai geometri agli ingegneri, passando per psicologi, avvocati, architetti, giornalisti e geologi, solo per citarne alcuni.
Il bonus da 600 euro non diventa di 800?
Se venissero confermate le indiscrezioni, il governo si sarebbe inoltre rimangiato l’aumento del bonus da 600 euro a 800, eppure annunciato da esponenti politici di prim’ordine in più occasioni. Ancora il 21 aprile la titolare del dicastero del Lavoro, Nunzia Catalfo, assicurava: nel “decreto Aprile, oltre al rifinanziamento di tutti gli ammortizzatori sociali già previsti a marzo – compreso l’indennizzo per partite Iva, autonomi e stagionali che da 600 passerà a 800 euro – conterrà anche l’ampliamento dei congedi parentali per i genitori con figli e un’indennità per i lavoratori domestici (colf e badanti)”. In tale occasione assicurava anche massimo “impegno per fare in modo che tutti i cittadini siano tutelati è massimo”. Il giorno dopo la medesima assicurazione arrivava dal ministro allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, al Question time alla Camera dei Deputati: “Pensiamo a un raddoppio della mensilità e un aumento dell’indennizzo”.