L’indiscrezione trapelata da media d’Oltralpe. L’azienda non commenta ma è già arrivato l’altolà del premier
Tute blu sul piede di guerra in Francia, dove ha iniziato a circolare con una certa insistenza la notizia che il piano di risparmi di Renault a seguito del crollo del mercato dell’auto per via della quarantena preveda la chiusura di quattro stabilimenti.
Cosa sappiamo del piano di Renault
Da quanto si apprende, il piano di maxi risparmi da 2 miliardi di euro messo a punto da Renault consisterebbe nel chiudere 4 stabilimenti in Francia. Il piano, anticipato dalla testata Le Canard Enchainé, sarà rivelato il 29 maggio e prevede una lunga serie di misure per ridurre l’impatto del Coronavirus sull’andamento della casa automobilistica francese.
Secondo il settimanale, i primi a essere chiusi sarebbero gli stabilimenti di Choisy-le-Roi, Dieppe e delle Fonderies de Bretagne, mentre la misura verrebbe estesa successivamente all’impianto di Flins. Per un’altra testata d’Oltralpe, Les Echos, Renault intenderebbe in effetti fermare la produzione auto a Flins dove sono assemblate l’auto elettrica Zoe e Nissan Micra, ma solo con lo scopo di convertirle. Di recente, Renault aveva annunciato che a Flins sarebbero state prodotte mascherine anti-contagio per fare fronte ai bisogni del Gruppo a partire da luglio con una produzione prevista di 1,5 milioni di pezzi a settimana.
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Né Renault né il ministero dell’Economia francese (lo Stato è il primo azionista del gruppo automobilistico) hanno fatto commenti sulle indiscrezioni che, laddove fossero confermate, porrebbero in serio rischio 3.600 posti di lavoro, 2.600 dei quali solo a Flins. Il ministro del Lavoro, Muriel Penicaud, ha dichiarato a CBS News che “non bisogna precipitarsi sulle voci. È vero – ha ammesso – che il settore auto è molto colpito dalla crisi ed era già in difficoltà prima. Tuttavia – ha aggiunto – è anche un comparto in piena rivoluzione”. Sempre il titolare del dicastero del Lavoro ha ricordato che il Governo presenterà entro 15 giorni un piano di sostegno all’automotive francese.
L’altolà di Philippe
Duro in compenso il primo ministro francese, Edouard Philippe: “Saremo estremamente attenti, anche intransigenti, alla conservazione dei siti in Francia”, ha affermato durante il question time al Senato. “Noi saremo estremamente esigenti in merito al fatto che in Francia dimori il centro mondiale di Renault per l’ingegneria, la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo”, ha ribadito, precisando che al momento “alcun piano è stato ancora presentato e quindi probabilmente non è ancora chiuso”. Per Philippe, da parte dell’azienda ci deve essere la responsabilità di “tenere conto della realtà del Paese che l’accoglia e che in un certo modo la fa vivere”, oltre che di “crescere e trasformarsi”. Anche perché, ha continuato Philippe, “Renault è un gruppo mondiale ma la sua impronta francese è evidente”.