Mercoledì sarà richiesto un ulteriore scostamento di bilancio che servirà a finanziare il Ristori quater. Il Ristori ter costerà circa 2 miliardi
Il governo torna in Parlamento per chiedere l’ennesimo scostamento di bilancio. È stato decretato nel Consiglio dei Ministri di ieri sera. Mercoledì 25 novembre l’esecutivo si recherà nelle Aule richiedendo, per l’anno 2020, l’autorizzazione al ricorso all’indebitamento di 8 miliardi di euro in termini di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e di fabbisogno e di 5 miliardi di euro per il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa. La nuova “somma” ottenuta (in realtà virtuale, si tratta appunto di un ulteriore fardello sul nostro debito pubblico) sarà usato per il Ristori quater, che verrà “sparato” poi a gennaio. Ma sempre nella serata di ieri ha preso forma il decreto Ristori ter, che porterà in dote invece circa 2 miliardi (1,95, per la precisione) vediamo cosa c’è.
Le novità del decreto Ristori ter
Il testo interviene con un ulteriore stanziamento di risorse, pari a 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020, destinato al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegati, nonché con ulteriori misure connesse all’emergenza in corso.
Ecco cosa include il Ristori ter:
- l’incremento di 1,45 miliardi, per il 2020, della dotazione del fondo previsto dal decreto “Ristori bis” (decreto-legge 9 novembre 2020, n. 149) per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta;
- l’inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle cosiddette “zone rosse”, sono destinatarie del contributo a fondo perduto;
- l’istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro, da erogare ai Comuni, per l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare;
- l’aumento di 100 milioni per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali, allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da Covid-19.