British Airways, EasyJet e Ryanair hanno annunciato di avere avviato un’azione legale contro l’esecutivo britannico
In lotta tra loro per via dei provvedimenti economici statali (già annunciati da vari esecutivi europei) a sostegno delle compagnie di bandiera, tra low cost e big oggi è tornata la sintonia. Le compagnie aree si sono infatti schierate compatte contro la decisione del governo di Boris Johnson di imporre la quarantena a chi atterrerà a Londra.
Tre compagnie aeree contro il governo
In una nota congiunta, British Airways, EasyJet e Ryanair spiegano che la quarantena in vigore da lunedì scorso e destinata a durare per almeno tre settimane “avrà un effetto devastante sul turismo britannico e sull’economia in generale e distruggerà migliaia di posti di lavoro” e hanno chiesto che la causa sia discussa “al più presto”.
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Le compagnie aeree, già duramente colpite dal lockdown, lamentano che la norma (definita nei giorni scorsi dal Ceo di Ryanair “irrazionale”) impedisca il pieno recupero alla normalità e rischi di causare al settore altri danni multimilionari, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa dei vettori.
Le tre compagnie aeree dubitano dell’efficacia di questo dispositivo e chiedono piuttosto al governo di ripristinare la quarantena introdotta il 10 marzo, rivolta solo ai viaggiatori provenienti da Paesi ad alto rischio. Attualmente, l’obbligo di un autoisolamento della durata di 14 giorni, sottoposto a verifica ogni tre settimane, riguarda tutti i viaggiatori in arrivo via terra, mare e cielo, indipendentemente dal fatto che si tratti di persone residenti o meno nel Regno Unito. Sono previsti controlli casuali e ai trasgressori potranno essere applicate sanzioni fino a 1.000 sterline (1.122 euro). Sono previste eccezioni per gli autotrasportatori, il personale sanitario, i lavoratori agricoli stagionali e i viaggiatori provenienti dall’Irlanda. Una norma troppo dura per i colossi dell’aviazione, che temono zavorri gli arrivi sull’isola proprio ora che si avvia la stagione estiva.