Secondo Human Rights Watch giganti del tech e dell’e-commerce come Alibaba, Tencent o Baidu discriminerebbero in base al sesso al momento dell’assunzione
A.A.A. cercasi dipendente purché maschio. Oppure: cercasi dipendente di sesso femminile purché di bella presenza. Questa, in estrema sintesi, è la situazione fotografata da Human Rights Watch nel centinaio di pagine che compongono il rapporto “Only Men Need Apply: Gender Discrimination in Job Advertisements in China”, che si focalizza sugli annunci di lavoro fatti circolare in Cina da giganti del tech e dell’e-commerce.
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Alcuni annunci incriminati
Secondo Human Rights Watch colossi cinesi del tech e dell’e-commerce come Alibaba, Tencent, Baidu, Huawei, Meituan, Zhilian Zhaopin e 58.com avrebbero deliberatamente posto in essere politiche sessiste in fatto di annunci di lavoro. Si parla, per esempio, di avvisi indirizzati esclusivamente a candidati di sesso maschile. Oppure, quando rivolti alle donne, caratterizzati da questo linguaggio:
[March 8, recruitment notice season 1: the call from goddesses] They are the goddesses in Alibaba employees’ heart—smart and competent at work and charming and alluring in life. They are independent but not proud, sensitive but not melodramatic. They want to be your coworkers. Do you want to be theirs? … (More job positions: [a link to Alibaba’s hiring website here])
[8 marzo, avviso di assunzione, stagione 1: il richiamo delle dee] Sono le dee dei dipendenti di Alibaba, intelligenti nel cuore e competenti nel lavoro, affascinanti e seducenti nella vita. Sono indipendenti ma non orgogliose, sensibili ma non melodrammatiche. Vogliono essere tue colleghe. Tu vuoi essere il loro? … (Altre posizioni di lavoro: [un link al sito web di assunzione di Alibaba qui])
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HRW: “La Cina ora intervenga”
“Le autorità cinesi devono agire ora per far rispettare le leggi esistenti per porre fine alle pratiche di assunzione governative e private che discriminano palesemente le donne” ha commentato Sophie Richardson, direttrice della divisione cinese di Human Rights Watch, a margine della presentazione del report.
Cercasi ragazze simili a pornodive
L’annuncio più eclatante è di Alibaba, pubblicato nell’aprile 2015. Sul suo sito web il colosso di Jack Ma aveva infatti avvisato i suoi utenti di essere alla ricerca di candidate per una posizione dal titolo “Motivatrici dei programmatori di computer”. Il profilo ricercato era dall’ “aspetto distinto, non eccezionale, ma sufficiente a impressionante i programmatori”. Tra le caratteristiche fisiche spiccava la peculiare richiesta di “somigliare possibilmente alla pornodiva nipponica Sola Aoi”.
Le mansioni lavorative includevano: “Svegliare programmatori e ingegneri ogni mattina. Organizzare incontri mattutini per loro” e “incoraggiarli “. In quell’occasione, Alibaba è stata subissata da critiche anche in patria che l’hanno costretta a ingranare la retromarcia, ritirare l’annuncio e rispondere che il post fosse solo un presunto” tentativo di marketing umoristico”, allegando nel contempo scuse formali indirizzate a tutti gli utenti offesi. Sempre Alibaba ha fatto sapere che il 47% dei suoi dipendenti è di sesso femminile come circa 1/3 dei suoi manager. Ma Human Rights Watch non sembra per il momento soddisfatta dalle spiegazioni.