Due interventi mirano a includere nella platea della misura emergenziale dell’indennità Covid-19 i beffati del decreto Rilancio
Se tutto va come deve, il bonus da 600 euro previsto per gli autonomi presto potrebbe essere esteso anche alle ultime categorie di lavoratori rimaste fuori dal raggio del recente decreto Rilancio. La misura, studiata inizialmente a beneficio degli iscritti alla gestione separata dell’INPS e ai professionisti iscritti agli Albi, ha visto ampliare progressivamente la platea di riferimento, ma anche l’ultimo intervento del governo aveva lasciato fuori qualcuno: i lavoratori stagionali assunti con contratti a tempo determinato e i caregiver. Ma il Parlamento è pronto a metterci una pezza.
Bonus da 600 euro anche per gli stagionali esclusi?
Partiamo dagli stagionali. Di fatto ricompresi nel decreto Rilancio, molti di loro si sono visti respingere la domanda da parte dell’INPS per un cavillo formale: l’assunzione era avvenuta tramite normale contratto a tempo determinato. Particolare che li aveva esclusi dal bonus da 600 euro.
La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo è però intervenuta assicurando un intervento legislativo che miri a eliminare tale disparità, assicurando i tre assegni (mesi di marzo, aprile e maggio) anche a chi fino a oggi è rimasto fuori. La Ragioneria dello Stato starebbe calcolando platea e costi.
L’emendamento del bonus da 600 euro ai caregiver
Le speranze dei caregiver sono invece appese a un emendamento presentato in sede di conversione in legge del decreto Rilancio. Prevede, stante la necessità di reperire 75 milioni di euro per finanziare la misura, di estendere il bonus da 600 euro (due mensilità) a favore dei caregiver familiari, ovvero di coloro «che assistono e si prendono cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente, di un familiare o di un affine entro il secondo grado» (e in alcuni casi di un familiare entro il terzo grado), «che, a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata o sia titolare di assegno di accompagnamento».
L’assegno coprirà due mensilità, quindi 1200 euro dati in un’unica soluzione, a favore di «un solo componente del nucleo familiare, purché convivente alla data del 23 febbraio 2020 con la persona assistita in condizioni di disabilità con connotazione di gravità, con disturbi dell’età evolutiva o in condizione di non autosufficienza non determinata dal naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità» e sarà cumulabile con il reddito di emergenza o con il reddito di cittadinanza.