La denuncia di Repubblica: oltre un milione di autonomi iscritti alla gestione separata dell’INPS non ha visto l’assegno di marzo. Molti potrebbero pure saltare quello di aprile, che ha erogazione automatica
Ieri l’INPS ha annunciato di avere iniziato l’erogazione del bonus da 600 euro alle partite IVA, sottolineando con toni quasi trionfalistici che stava concretizzando la misura a sole 72 ore dal varo del decreto Rilancio. Un modo, per l’istituto previdenziale guidato da Pasquale Tridico, per fare dimenticare la colossale figuraccia del mese scorso, quando il sito crashò sotto la spinta delle richieste di accesso degli iscritti alla gestione separata, finendo persino per rivelare dati sensibili degli utenti in modo del tutto casuale. Su questi fatti, lo ricordiamo, il Garante della Privacy vuole ancora vederci chiaro.
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“La distribuzione dei pagamenti su tre giornate lavorative si è resa necessaria in considerazione dei vincoli tecnici di funzionamento della rete interbancaria nazionale, che consente la gestione di non oltre 2,2 milioni di bonifici al giorno”, spiegavano poche ore fa dall’istituto. Ne seguiranno altri 2 milioni lunedì 25 maggio. Già? Ma siamo sicuri che queste erogazioni assicurino il bonus da 600 euro a tutte le partite Iva che lo hanno richiesto? Repubblica stamani sostiene di no…
Quelle partite IVA dimenticate
Si legge infatti sul quotidiano diretto da Maurizio Molinari: “L’Inps ha annunciato ieri che entro lunedì rinnoverà in automatico i 600 euro di aprile ai 3,7 milioni che l’hanno già preso in marzo: ma le domande arrivate sono 4,8 milioni”.
Non è agevole comprendere le istanze al bonus da 600 euro tagliate fuori: “Ballano 1,1 milioni di richieste inevase. Il presidente dell’INPS Pasquale Tridico nei giorni scorsi ha detto che 500 mila di queste sono state respinte. Martedì in Senato si è corretto: le rifiutate sono 200 mila. Cosa ne sarà delle altre 800 mila? A questo punto dovrebbero ricevere un bonifico da 1.200 euro 600 euro per marzo e altrettanto per aprile. Ma non è chiaro. Pare che siano finite in ghiacciaia perché la categoria indicata era errata (350 mila, soprattutto stagionali) o con Iban sbagliati (200 mila)”.
Il problema degli stagionali tagliati fuori
C’è poi un problema che avevamo già più volte segnalato: dalla prima erogazione del bonus da 600 euro erano rimasti tagliati fuori gli stagionali. Peraltro, abbiamo avuto anche segnalazioni di chi si è visto respingere la domanda in quanto titolare di un contratto determinato ma non stagionale. Una incongruenza bella e buona prodotta, ancora una volta, dalla fretta con cui sono state redatte disposizioni da cui dipende la sopravvivenza di un elevato numero di autonomi, messi in gravissima difficoltà dalla quarantena, non potendo ricorrere ad altre forme di ammortizzatori sociali. Questa immensa platea di partite IVA esclusa dal bonus da 600 euro si trova ora intrappolata in un evidente paradosso: il decreto Rilancio ha esteso anche a loro tale misura (per lo meno, agli stagionali), ma l’INPS sta erogando motu proprio e non è possibile presentare la domanda per la misura di aprile, fatto che taglierà sicuramente fuori tutti coloro che, sapendo di non rientrare nei parametri del Cura Italia, non avevano presentato la domanda per l’assegno di marzo.