Strutturare e gestire una startup attraverso i dodici building blocks del framework strategico ideato da Massimo Ciaglia applicando l’approccio Lean
Si fa presto a dire “ho una idea di startup e la realizzo”. Infatti, sebbene la creazione di una impresa innovativa possa essere abbastanza semplice, tutt’altra cosa è farla prosperare nell’ambito della spietata concorrenza del mercato nazionale (per non parlare di quello internazionale) senza cadere nella rischiosa e famigerata “valle della morte” ovvero quel momento pericoloso in cui la liquidità economica non permette più il sostentamento finanziario dell’azienda.
La cosiddetta fase dell’avviamento di una neonata impresa è oggettivamente un momento delicato, ma concorrono anche fattori soggettivi dei founder: esperienza professionale tecnica specifica del settore, esperienza amministrativa, finanziaria, capacità e vision dell’iniziativa. Per districarsi al meglio i founder possono ricorrere a figure consulenziali strategiche che singolarmente e secondo il proprio personale escursus professionale, supervisionino le scelte e le iniziative, ma per quanto questi singoli agiscano per il meglio, possono incappare in approcci destrutturati e/o meno focalizzati.
Per rispondere alle esigenze di chi fonda una startup e vuole massimizzare efficienza ed efficacia di ogni iniziativa per vedere rapidamente dei risultati, Massimo Ciaglia, Startup Coach & Mentor, business Innovator &Angel, Entrepeneur, Ceo e Founder di Connectia ha ideato un Canvas per le startup, scrivendo anche il libro che ne spiega i principi fondanti e le modalità operative di adozione; edito da Dario Flaccovio Editore, e divenuto best seller su Amazon già durante la prevendita, ha come titolo Startup CANVAS il metodo per trasformare una idea in un successo sicuro.
Abbiamo intervistato Massimo Ciaglia per capire meglio come l’approccio di Gestione LEAN sia stato strutturato e pacchettizzato per sostenere le nuove imprese innovative.
L’intervista
Che cos’è lo Startup Canvas e come ha avuto origine questa iniziativa?
The Startup Canvas è il primo framework nato per modellare le startup attraverso 12 blocchi che analizzano ogni aspetto del processo di costruzione e “scale up”. Questa metodologia struttura il lavoro in 3 aree funzionali: l’idea di business, la strategia, l’execution. È un template nato in linea secondo l’approccio Lean StartUp, con l’obiettivo di minimizzare gli sprechi e massimizzare l’efficienza. La guida operativa nasce dalla mia esperienza sul campo. Dopo essere entrato in contatto con tantissime satrtup ho potuto constatare, purtroppo, che spesso venivano commessi degli errori sistematici, che non permettevano di crescere, e spesso il problema era proprio la mancanza di metodo. Ho voluto quindi creare un nuovo modello da seguire, un “mindset”, per cosi’ dire, che attraverso l’utilizzo di un visual chart potesse consentire di strutturare ogni processo del ciclo di vita di una startup, evolvendo all’attuale Canvas.
Come supporta le startup secondo questo modello metodologico di strategia manageriale?
The Startup Canvas è un framework strategico da utilizzare preferibilmente in una sessione di brainstorming in cui partecipa tutto il team, con un aggiornamento periodico che avviene ogni 15 giorni. Ognuno dei 12 building blocks è popolato da post-it contenenti l’iniziativa o l’idea da adottare e ad ogni revisione, si indicano tutti i cambiamenti che si sono verificati o le modifiche che si vogliono apportare al modello. Questo metodo consente di mantenere il team costantemente allineato, rappresentando ad ogni fase di sviluppo lo stato dell’arte della startup, ma soprattutto, attraverso una checklist di oltre 150 item da analizzare nei vari blocchi, consente di affrontare in maniera sistematica ogni area che impatta il processo di crescita. Le aree che vengono analizzate sono 3 e all’interno troviamo 4 blocchi per ciascuna: Business idea formato da problema, customer development, value proposition, assumptions; Strategia costituito da: modello di business, marketing, financial plan, proprietà intellettuale; Execution ovvero team, operations, traction, fund raising.
Fino a che momento le società sono accompagnate nella loro crescita?
Generalmente una starup deve raggiungere un momento nel suo ciclo di vita, che viene denominato “Aha moment”, che rappresenta l’istante in cui ci si rende conto del cambio di registro. Il team se ne rende conto immediatamente. In quel momento generalmente si arriva ad avere un prodotto ed un business model validato, ovvero una prima “traction” . Da quell’istante inizia la crescita. Dico sempre che “la distanza tra sogno e realtà si chiama azione”, ossia tutti riusciamo ad avere idee geniali, spesso le accompagniamo anche con ottime strategie, ma non tutti riescono a metterle in pratica e a gestire la fase di “go to market”. È proprio lì che muore la maggior parte delle startup. Una azienda innovativa neonata invece, nelle prime fasi, ha un bisogno vitale di essere accompagnata, soprattutto da un mentor che la strutturi nel migliore dei modi, portandola quanto prima a validare il prodotto e il modello di business e a portarla ad avere una prima “traction”. Ma non esiste un momento in cui una startup non necessiti di figure che interne al team o esterne la accompagnino nella crescita. Pensiamo ad un advisor che in maniera continuativa la aiuta nella raccolta fondi e nei rapporti con gli investor o al CGO (Chief Growth Officer), il responsabile della crescita, presente anche in tutte le scale up ed oggi anche nelle corporate. Basti pensare a Coca Cola che ha assunto un CGO al posto del suo CMO (Chief Marketing Officer).
Quali altre iniziative avete in corso a corredo del Canvas e a supporto delle startup?
Questo è un tema a me molto caro tanto che ho lanciato nel 2018 una società orientata a seguire le startup in tutte le loro fasi: Connectia in cui ho convogliato tutte le iniziative correlate a The Startup Canvas. Il progetto nasce per creare un ecosistema di servizi per strutturare, lanciare e far scalare una startup. Tra i principali sono compresi i Percorsi di accelerazione Pay4growth® che partono ogni mese, diretti da Connectia o all’interno di coworking convenzionati. Sono dei percorsi di 6 mesi in cui portiamo una idea a trasformarsi in una startup con un prodotto validato ed una “traction”. All’interno si ha accesso anche ad una academy. Il vero valore del percorso è avere a supporto mentor ed advisor di primissimo livello ed oltre 30 professionisti specializzati in tutti i processi di crescita della Startup a disposizione durante tutto il programma. Un altro servizio è la StartUp Academy: un evento formativo itinerante di una giornata, una full immersion di 8 ore che consente di strutturare con successo il un progetto. Il format lo stiamo lanciando in tutte le città, è partito da Milano, e a seguire Roma e a Pescara (in spiaggia!). Ma sono previste prossime tappe anche a Palermo, Bologna e Firenze. Per il prossimo inverno ho previsto il lancio di una academy con corsi di 80 ore o 240 ore dedicati alle startup. Qualche mese fa inoltre è partito anche un ciclo di webinar gratuiti orientati a insegnare come strutturare una startup e come farla crescere in maniera sostenibile. Infine ci siamo chiesti, perché evangelizzare il Canvas solo verso le aziende innovative giovani e quindi abbiamo lanciato Make Innovation, un programma per le Corporate orientato ali progetti di innovazione.
Siete in contatto con startup solo sul territorio nazionale o anche a livello internazionale?
Ho sicuramente una vision internazionale. Abbiamo portato il Canvas in vari atenei Italiani ma anche all’estero. Siamo stati a Tel Aviv, Mosca, San Pietroburgo e riceviamo molti inviti da varie università. Al momento però preferisco concentrarmi sul mercato domestico, per non disperdere energie. Non si tratta di campanilismo, ma semplice desiderio di vedere la nostra terra evolversi, svilupparsi e raggiungere gli standard degli altri paesi. Il mio più grande obiettivo è trasferire il mio know how a tutte le persone che incontro, dando loro l’opportunità di raggiungere i propri obiettivi.
Che caratteristiche deve avere una startup per avere successo in questo momento contingente di mercato?
In realtà, come anticipato, l’ecosistema startup è un settore in continua evoluzione. Tuttavia, credo fortemente che ci siano delle basi da cui non si può prescindere, come, appunto, una guida operativa che aiuti a sviluppare il proprio progetto. Ma se devo identificare i principi cardine che rendono una startup di potenziale successo ne identificherei tre: un team valido, strutturato ma soprattutto committed al 100%, un prodotto ed un business model validato e una prima “traction”. Questi a mio avviso costituiscono i tre principi in cui anche come investitore credo, e con cui scelgo i progetti ad alto potenziale di crescita.