Il progetto è guidato dalla Professoressa Paola Branduardi, Presidente di Galatea Biotech, spin-off universitario diventato PMI specializzata nella produzione del cosiddetto PLA
La plastica che non inquina esiste ed è già disponibile. Si tratta del PLA, bioplastiche in acido polilattico, totalmente biodegradabili e potenziale sostituto di quelle tradizionali. A produrle è Galatea Biotech, azienda milanese, nata come spin-off dell’Università Bicocca e guidata da Paola Branduardi, Professoressa dell’ateneo.
Il programma “100% bioplastica”
Il progetto di ricerca “100% bioplastica” è nato proprio allo scopo di testare la spendibilità pratica dei prodotti composti da PLA. Il programma è stato selezionato nell’ambito della seconda edizione dell’Università del Crowdfunding, un’iniziativa di finanza alternativa promosso dalla Bicocca, per consentire a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e personale dell’Ateneo di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali, attraverso campagne di raccolta fondi, tramite la piattaforma Produzioni dal Basso.
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“L’utilizzo della plastica in molti settori commerciali – packaging, tessile, costruzioni, medicina, cosmetica, automotive, settore hi-tech – ha un impatto negativo sull’ambiente, sia durante il processo di lavorazione che nel fine vita e smaltimento”, ricorda Paola Branduardi, docente del Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze e Presidente di Galatea Biotech. “Ogni anno nel mondo vengono prodotte 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 9% viene riciclato, e di questo 9% un terzo viene comunque smaltito in discariche”.
Proprio per far fronte a questo problema, il team della Professoressa Branduardi ha messo a punto la produzione di bioplastica. “Quando diciamo bioplastica”, sottolinea la docente, “ci riferiamo a un mondo complesso, perché ve ne sono di molti tipi. Inoltre, l’utilizzo di additivi permette di raggiungere le performance desiderate dal settore merceologico di destinazione.”
© Università Milano Bicocca
Che cos’è il PLA
La campagna di crowdfunding promossa dall’Università Bicocca si specifica sulla produzione di un innovativo tipo di bioplastica, a base di acido polilattico, il PLA. Si tratta di un materiale che parte da processi che sfruttano biomasse e fermentazioni microbiche.
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A spiegare le caratteristiche positive di questo polimero è la stessa Presidente di Galatea, Paola Branduardi. “Il PLA è una bioplastica virtuosa, in quanto presenta caratteristiche tecniche simili alle classiche plastiche di origine fossile, ma può derivare da fonti rinnovabile come biomasse e sopratutto è totalmente biodegradabile, computabile e a fine vita non rilascia residui inquinanti”. Il componente fondamentale per la sintesi di PLA, l’acido lattico, è usato in diversi settori per la sua trasparenza e facile processabilità.
© Packaging in PLA. Foto: Galatea Biotech
Attraverso il primo passo della raccolta fondi, la squadra di Galatea creerà compounds attraverso l’utilizzo di biomateriali biodegradabili, come gli scarti della produzione agro-industriale, miscelati al PLA, testandone le proprietà fisiche e meccaniche. Un aiuto in questo senso verrà offerto da Corepla, il consorzio nazionale attivo nel campo della raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica.
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La vera sfida sarà vagliare le potenzialità del PLA sul mercato. I settori indicati come target variano dal tessile e dalla stampa 3D, agli imballaggi, fino all’automobilistico. Una fruibilità che porterebbe la bioplastica a divenire un possibile sostituto delle plastiche tradizionali in ampie fette dell’industria odierna.