Il procedimento durerà sei settimane. Il 31enne, ora in carcere, rischia una condanna fino a 115 anni
Domani, martedì 3 ottobre, è in programma l’inizio del processo penale che vede imputato Sam Bankman-Fried, 31 anni, ex Ceo e fondatore di FTX, fino un anno fa uno dei più grandi exchange al mondo dove comprare e vendere criptovalute. L’uomo è accusato di sette capi di imputazione per frode e cospirazione. «L’imputato sapeva bene che FTX, che all’inizio del 2022 sosteneva di gestire circa 15 miliardi di dollari di volume di trading giornaliero sulle sue piattaforme, non era focalizzata sulla protezione degli investitori o dei clienti», si legge in un atto di accusa. I soldi che gli utenti di FTX depositavano nei propri wallet digitali sull’exchange sarebbero stati utilizzati dall’ex Ceo per finanziare un’altra attività, Alameda Research, impegnata in speculazioni finanziarie.
Fino a quando FTX non è crollata, Sam Bankman-Fried è stato dipinto come il volto responsabile dell’ecosistema crypto come ricorda il Financial Times. Secondo l’accusa sarebbe invece l’artefice di una delle più grandi truffe finanziarie della storia americana. L’uomo si trova al momento in carcere, in attesa di capire cosa accadrà nel processo. Subito dopo essere stato arrestato alle Bahamas a fine 2022 aveva pagato una cauzione, rimanendo agli arresti domiciliari, poi revocati in agosto.
Se venisse riconosciuto colpevole di tutti i capi di imputazione – tra cui frode telematica e associazione a delinquere – rischierebbe fino a 115 anni di carcere. Il procedimento avrà una durata di sei settimane e a difenderlo c’è lo studio Cohen & Gresser, che potrebbe puntare a raccontare l’ex Ceo come una persona altruista e non intenzionata a imbrogliare investitori e clienti. Come ha ricostruito il Guardian, poco prima del crollo di FTX, SBF ha goduto della stima e dell’appoggio dei grandi della terra, divenendo uno dei principali donatori alla causa repubblicana nel 2022 per le elezioni di mid-term.