L’ideatore dell’omonimo antivirus, ormai 75enne, è stato trovato morto nella sua cella a Barcellona. Era stato arrestato all’aeroporto del capoluogo catalano nell’ottobre 2020. Cala il sipario su una esistenza carica di eccessi
Nerd sì – perché aveva inventato uno degli antivirus più noti al mondo -, ma con lo stile di vita della rockstar. Tra festini a base di alcol, giovani prostitute e droghe, su cui aveva comunque deciso di ironizzare in un video nel quale spiegava come disinstallare il proprio software, circondato da avvenenti e procaci ragazze in intimo, John McAfee ha fatto più parlare di sé quando stava lontano dal computer.
Voleva, con ogni probabilità, che la gente lo associasse a Hugh Marston Hefner, il patron di Playboy. Da qui, appunto, la trovata del video del 2012, in cui peraltro ammetteva che disinstallare gli antivirus che portavano il suo nome fosse quasi impossibile e che la qualità fosse calata molto rispetto a quando aveva fondato l’azienda, nel 1987. Nella medesima apparizione provava anche a capovolgere le accuse e gli scandali montati dai tabloid, trasformandoli in un tratto caratteriale, distintivo, del proprio personaggio. Quasi a dire: sono milionario, faccio la bella vita, non me ne vergogno.
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Ma la vita di John McAfee ha conosciuto anche altri eccessi. Sempre nel 2012 il CdA, stanco della pubblicità che il fondatore portava con sé e delle sue trovate che raramente venivano discusse col consiglio prima di essere realizzate, lo indusse a lasciare la sua omonima società, la McAfee Antivirus Software. In realtà, pare che il fondatore non mettesse più piede in quegli uffici da oltre dieci anni, avendo interrotto ogni rapporto con chi effettivamente la guidava, ma l’ufficializzazione servì a mettere al riparo gli azionisti e John McAfee si ritirò in Belize.
Ma vi rimase per poco tempo: il suo vicino di casa fu infatti trovato morto, crivellato da diversi colpi di arma da fuoco e quando le autorità bussarono alla sua porta per sapere se avesse sentito nulla, trovarono la casa vuota. Visse per diverse settimane da fuggiasco, braccato dalla polizia, ma riuscì a raggiungere Città del Guatemala, in Guatemala, dove chiese asilo. Sosteneva che le autorità del Belize lo stessero ricattando e volessero soldi per ritirare le ‘false’ accuse d’omicidio. La richiesta non gli fu accordata e fu espulso dal Paese a metà dicembre 2012. Elargendo bustarelle, John McAfee riuscì comunque a raggiungere Miami, negli Stati Uniti. Su quei fatti verrà girato anche una sorta di docufilm: Gringo: The Dangerous Life of John McAfee.
Qualche anno più tardi finì nuovamente sui giornali: si candidava infatti alla presidenza degli Stati Uniti col Partito Libertario, formazione di estrema destra che, al grido di «Mininum Government, Maximum Freedom», propone la privatizzazione di tutti i servizi statali, financo quelli essenziali e, in cambio, promette di abolire quasi totalmente la tassazione. E proprio le tasse sono state il suo tallone d’Achille: inseguito da un mandato d’arresto statunitense per evasione fiscale, era stato arrestato all’aeroporto di Barcellona, in Spagna, lo scorso ottobre. Tra le accuse, non aver dichiarato 23 milioni di dollari di utili ottenuti con la promozione di criptovalute.
In piena pandemia, John McAfee aveva tentato un’ultima, rocambolesca, fuga: riparare in Turchia, verso Stati che non concedessero l’estradizione in caso di arresto, ma era stato fermato prima dalla polizia spagnola. L’ultimo atto ieri: il Tribunale di Madrid, aveva infatti autorizzato la sua estradizione negli Stati Uniti. Questa volta nessuno gli avrebbe negato il carcere a vita. In un comunicato stampa dell’autorità giudiziaria della Catalogna citato da Reuters si legge che «tutto fa pensare» che McAfee si sia suicidato.