Intel in Italia? Le Regioni che fanno a gara per averla

Non è ancora detto che Intel sbarchi davvero in Italia, ma diverse Regioni si sono messe già in fila per candidarsi a ospitare i due siti che, secondo indiscrezioni, il colosso statunitense sarebbe intenzionato a costruire nel cuore del Vecchio continente. Il Sole 24 Ore sostiene che Intel abbia posto due condizioni per il suo approdo nello Stivale: due aree, la prima da oltre 3 milioni di metri quadri dove realizzare polo produttivo e Centro ricerche (Front end) e una seconda da circa 350mila metri quadri destinata alle attività di back end come l’assemblaggio.

Fare arrivare Intel in Italia non sarà facile e non tanto per via delle clausole poste dal gruppo californiano, ma per colpa dello storico scarso appeal (per usare un eufemismo) del nostro Paese nei confronti delle imprese estere. Per questo è necessario che il governo proceda a gran velocità coi capitoli del PNRR che prevedono la sburocratizzazione della PA e la riforma della giustizia civile. Non solo: secondo quanto riporta il quotidiano di Confindustria, la partita sarà giocata direttamente dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, che sfrutterà la sua indiscussa autorevolezza per convincere Intel ad aprire entrambi gli impianti nel nostro Paese.

Scalpitano le Regioni che, come scrive Il Sole, sbracciano per essere selezionate: “tra le aree inserite nel dossier che il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha consegnato a Roma poco meno di dieci giorni fa c’è la propostadi una interna al comprensorio di Mirafiori, oltre a due siti “greenfild” in provincia di Novara e di Vercelli, che potrebbero candidarsi ad ospitare un insediamento industriale a seguito di un Accordo di programma”. Anche il Veneto si è candidato. Nel Sud, invece, si stanno muovendo Puglia e Sicilia. L’arrivo di Intel in Italia e la possibilità di localizzare almeno un impianto nel Meridione potrebbe agevolare la realizzazione dei capitoli del PNRR sulla riduzione dello storico divario tra Nord e Sud.