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Il nuovo polo Accenture dedicato al fintech apre i battenti a Padova. Lo abbiamo visitato in anteprima per scoprire cosa bolle in pentola
Immaginate una montagna, enorme, un colosso che anche solo pensare di spostare pare un’impresa impossibile: una montagna ha radici profonde nella crosta terrestre, è composta da miliardi di metri cubi di terreno e roccia, è un oggetto che proverbialmente non si muove da dove sta. Ecco, il sistema bancario è per forza di cose un po’ come una montagna: è un sistema molto complesso e ramificato, che conta al suo intero miliardi di individui che a vario titolo interagiscono con esso, che deve osservare e rispettare regole rigorose per salvaguardare il valore dei depositi e delle transizioni che gli utenti gli affidano. Per questo, cambiare le banche e il mondo dela finanza è davvero complicato: ma non impossibile. La tecnologia può essere la leva con cui sollevare la montagna: con queste promesse è nato a Padova il nuovo AFAST, Accenture Financial Advanced Solutions & Technology, con l’ambizione di dare vita a nuovi modelli di business e nuovi approcci capaci di rinnovare dalle fondamenta questo settore.
Un gemello digitale
Sin dalla sua concezione, AFAST è stato immaginato come un luogo doppio: fisico, visitabile a Padova dove Accenture aveva già un team dedicato a queste tematiche, dotato di una serie di sale modulari che possono cambiare funzione a seconda del bisogno (volete organizzare una riunione? una sessione di design thinking? una piccola conferenza? ci sono lo spazio e gli strumenti giusti per farlo), e con al centro un cuore costituito da una sala totalmente immersiva in cui le pareti stesse si trasformano in un’esperienza interattiva che guida gli ospiti attraverso le tecnologie che Accenture sta sviluppando con i suoi partner. Allo stesso tempo, però, AFAST esiste anche nel mondo virtuale: con un vero e proprio gemello digitale, che riproduce in tutto e per tutto gli spazi e le dotazioni del centro, in connessione diretta con il suo equivalente fisico.
Di fatto, ciò che è possibile a Padova è uno dei primi esperimenti di mescolanza tra universo e metaverso: si può organizzare una visita del centro recandosi nelle sue sale, si può godere di un’esperienza paragonabile restando nel proprio ufficio e indossando un dispositivo per la realtà virtuale, o persino creare una somma delle due possibilità. Una parte del team può restare a casa e l’altra recarsi al centro, tutti potranno interagire con chi illustra le demo e le opportunità come se ci si trovasse tutti insieme nello stesso ambiente: non è un semplice sfoggio di tecnologia fine a sé stesso, bensì un passo verso l’accumulo di esperienza e competenze necessarie a sviluppare una nuova generazione di servizi che possano cambiare il modo in cui gli utenti entrano in contatto con la propria banca, o la propria assicurazione.
Forse è presto per pensare che tutti si rechino nella filiale del proprio istituto in un metaverso, ma in futuro potrebbe tradursi in realtà. In ogni caso, non è soltanto questione di realtà virtuale: immaginare una serie di servizi e touchpoint che accompagnino il cliente già oggi nelle sue attività è una priorità per cogliere nuove opportunità e rinnovare il proprio modello di business. Tutti noi, o quasi, abbiamo in tasca uno smartphone: ce lo portiamo dietro ovunque, è lo strumento con cui più facilmente possiamo entrare in contatto con una banca o chiunque ci metta a disposizione un servizio finanziario. Proprio attraverso questa tecnologia, dunque, possiamo per esempio avere accesso a una pletora di servizi cloud che ci permettano di stipulare un’assicurazione prima di partire in vacanza: magari facendolo mentre siamo già in aeroporto, pronti a imbarcarci, con una procedura semplice ma che al contempo sia sicura e protetta.
Far parte di una squadra
La complessità della sfida, però, non si esaurisce qui: per rendere semplice il servizio fruibile dall’utente occorre che a monte, nel lato dell’equazione che interessa il sistema bancario e finanziario, ci sia una complessità gestita attraverso molteplici fornitori di servizi che dialogano tra di loro. I dati devono transitare da e verso gli smartphone in flussi sicuri, devono essere stivati in luoghi fisici che garantiscano la sicurezza informatica e non solo del dato immagazzinato, i terminali nelle mani dei clienti devono essere a loro volta sicuri e qualsiasi violazione degli stessi deve far partire una catena di eventi che metta al riparo l’intera filiera. In altre parole, è evidente che non può più resistere un modello “a silos” che tenga segregate le informazioni per minimizzare i rischi: è anche per questo che Accenture ha scelto di collaborare con moltissimi interlocutori del mondo digitale per costruire assieme una nuova infrastruttura su misura di queste nuove sfide.
Nella tappa finale del nostro Innovation Journey scopriremo anche questo: come si costruiscono nuovi servizi partendo dai bisogni concreti dell’utente, come si fanno funzionare assieme i diversi componenti di cui questi servizi sono costituiti, quale ruolo possono giocare i big player del digitale nel favorire un cambiamento. Ad esempio, come racconteranno i rappresentanti di Google Cloud e Amazon Web Services, ascoltando le richieste delle aziende e fornendo loro una piattaforma che allo stesso tempo sia moderna ed efficiente, ma che non trascuri di rispettare le regole che valgono su entrambe le sponde dell’Atlantico (e non solo). E tali cambiamenti, se possibile, sono tanto più impellenti in un quadro sociale ed economico che stiamo attraversando in questi anni: rinnovarsi, trasformarsi, può significare essere in grado di attraversare indenni questa fase o, persino, di crescere e svilupparsi se si è scelto la strada giusta.
Ad AFAST si farà proprio questo: si traccerà un percorso su una mappa per rinnovare e trasformare il sistema finanziario nel suo complesso, mettendo a disposizione i mattoni (offrendo singoli servizi di natura regtech, fintech, insurtech) o l’intera costruzione di una nuova architettura laddove ciò si renda necessario. Il tutto anche tenendo aperti canali di comunicazione e scambio con il mondo accademico, le istituzioni e naturalmente anche tenendo in conto le richieste del consumatore finale. Alla scoperta di tutto questo ci porterà, come ormai tradizione, Florencia Di Stefano-Abichain: per seguirla, non dovrete far altro che restare con noi sulle pagine del magazine di StartupItalia o venirci a fare visita sui nostri social.