Startup che vanno, startup che vengono. Come si sta muovendo il lavoro nell’imprenditoria nascente? Dai dati che emergono dalla ricerca ‘Startup, scaleup e occupazione in Italia: impatto e trend’ realizzata dagli Osservatori Startup Hi-tech e Startup Thinking del Politecnico di Milano per Italian Tech Alliance, tra il 2020 e il 2022, le startup finanziate hanno registrato una crescita dei dipendenti del 59%: se nel 2020 i dipendenti erano complessivamente 9.640, nel 2022 avevano superato le 15.300 unità. In particolare, nel 2021 erano stati generati 2.779 nuovi posti di lavoro, saliti a 2.940 nel 2022. Confrontando il tasso medio annuale di crescita dei dipendenti con quello di campioni comparabili di PMI e grandi aziende, si nota che, se a livello assoluto le grandi imprese mantengono valori superiori in termini di posti di lavoro netti generati, le startup creano un numero di posti di lavoro superiore alle PMI e a livello relativo hanno un tasso di crescita maggiore sia rispetto alle grandi aziende che alle medie e piccole, attestandosi rispettivamente al 4,3%, 3,2% e 6%. Ma su quali settori l’Italia dovrebbe puntare di più? E quali sono le eccellenze? Lo ha spiegato Giorgio Silli, sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale in occasione di SMAU Paris.
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Giorgio Silli e la passione per la manifattura
Nato a Firenze nel 1977, il sottosegretario Silli, prima di ricoprire importanti incarichi governativi, ha lavorato come dirigente in alcune aziende manifatturiere, sia nel settore tecnico che in quello commerciale. È anche stato segretario di ACTE, l’Associazione delle Comunità Tessili Europee. Ha iniziato a occuparsi di manifattura sin da giovanissimo, nella città italiana del tessile per eccellenza, per poi spostarsi all’estero e acquisire un bagaglio di esperienze e conoscenze che oggi ritiene opportuno condividere con startupper e investitori. «Il Made in Italy è sempre stata la mia vita – ha affermato durante un incontro tra startup e investitori all’ambasciata italiana di Parigi in occasione di SMAU Paris – Parlare di impresa e innovazione è interessante non soltanto in termini di opportunità per il presente ma, soprattutto, per il futuro. Il mondo del lavoro sarà sempre più attento e orientato verso la sostenibilità, l’innovazione, la personalizzazione e l’open innovation. In questi comparti, le idee migliori che poi risultano essere anche quelle vincenti, provengono anche dalle startup, che rispondono oggi all’innovazione del domani».
Istituzioni e supporto alle startup
«Sia nei settori delle eccellenze di oggi che in quelli dell’avvenire, investire nella creazione di nuovi prodotti è un processo che richiede ingegno e innovazione – continua il sottosegretario di Stato – L’Italia è sulla strada giusta per raggiungere questo scopo anche grazie agli investimenti in venture capital soprattutto da parte di CDP Venture Capital, che supporta l’intero ecosistema, e del Governo, che assicura il suo sostegno attraverso il PNRR. Anche la Farnesina è attivamente impegnata nel supporto all’ecosistema delle startup. Adesso quello che occorre fare è identificare quali potrebbero essere i rischi maggiori per le aziende del futuro e saper cogliere e sviluppare al meglio quelle tecnologie che già oggi nel contesto lavorativo italiano rappresentano un’eccellenza». Ma in quali settori l’Italia può davvero fare la differenza a livello europeo e mondiale?
Il lavoro del futuro
«In Italia stiamo al passo coi tempi in alcuni settori ma ci posizioniamo un po’ indietro rispetto ad altri. Fare ecosistema, in questo avvenire, risulta essere sempre più importante e centrale per il futuro del mondo delle startup e della manifattura, eccellenza del Made in Italy – prosegue Giorgio Silli – Favorire la creazione di interconnessioni tra ecosistemi nel settore dell’innovazione, come previsto dal Trattato del Quirinale, acquisisce un valore sempre più centrale. Nel prossimo G7 la presenza italiana sarà centrale per parlare di Agritech in chiave sostenibile». L’innovazione continua è quindi, secondo Silli, la chiave per far crescere il nostro tessuto imprenditoriale. «Vorremmo che sempre più giovani spendessero le proprie energie nella creazione di nuove imprese e nel settore tech», spiega il sottosegretario.
Gli obiettivi della politica per la crescita
«Le istituzioni sono a fianco di aziende e startup per sostenere la loro crescita in Italia e all’estero. La politica agisce a supporto ma non crea ricchezza di per se, la crea il “Sistema Paese” attraverso le imprese. E il nostro sta andando sempre più avanti», commenta Giorgio Silli. In questo contesto, secondo il sottosegretario, la politica deve fungere da collante: «L’obiettivo è quello di dissodare il terreno, che deve essere collimato dall’imprenditore. Le istituzioni pubbliche devono investire e foraggiare, ma le startup devono costruire. Vantiamo eccellenze a livello mondiale e come Sistema Paese andremo sempre più avanti.». E sul futuro della manifattura italiana, che secondo CorCom l’anno scorso valeva oltre 1.170 miliardi di euro, aggiunge: «Oggi la gran parte della manifattura leggera si è trasferita nell’Estremo Oriente ma tutto il lavoro che facciamo in Italia è lodevole».