Il fondo destinato al tech transfer perde un pezzo importante: 400 milioni di euro tornano a Invitalia. E’ lecito domandarsi se resterà qualcosa per le startup…
C’è una nuova puntata nella saga Enea Tech. Dopo la confusione dello scorso maggio, dove a valle del Decreto Sostegni Bis, in un primo momento, si era addirittura azzerato l’impianto del fondo, con un cambio di nome e un focus solo sul biomedicale (ne avevamo parlato in questo articolo), c’era poi stato un compromesso a inizio luglio per cui il fondo veniva ripristinato con l’aggiunta di ulteriori 400 milioni che avevano portato le disponibilità totali della Fondazione a 900 milioni di euro (ne avevamo parlato qui).
ENEA Tech dovrà fare a meno di 400 milioni
Ora però nel decreto del MiSE datato 17/09/2021 i 400 milioni sono stati ritirati e riportati nelle disponibilità di Invitalia. La decisione del ritiro delle risorse ha queste motivazioni: “Verificato che, sulla base dell’attuale stato di operatività’ del ‘Fondo per il trasferimento tecnologico’, non risultano, al presente, esigenze di risorse aggiuntive” .
“Ancora una volta – dice Angelo Coletta presidente di InnovUP – con una comunicazione sottotraccia e dai contorni imbarazzanti per la distorsione che traspare nella percezione delle ‘esigenze’ dell’ecosistema, sono stati definitivamente ritirati dalle disponibilità fondi già assegnati e che d’improvviso bloccano in un limbo oltre 1.000 startup e PMI innovative che avevano presentato progetti a seguito delle diverse call for startup lanciate dalla Fondazione fino ad oggi. Una vera e propria beffa in due atti. Con una politica che da una parte si fa bella con annunci roboanti, e dall’altra continua a muoversi per favorire esclusivamente il mantenimento dello status quo, non dobbiamo stupirci se sempre più innovatori italiani decidono di spostare la sede delle proprie startup all’estero, ovvero in ecosistemi che aiutano – e non ostacolano – la crescita dell’imprenditoria”.
ENEA tech in stallo da luglio
Al momento la situazione del fondo di Enea Tech partito poco più di un anno fa con le migliori premesse (ne avevamo parlato qui), sembra essere davvero in stallo e ci si domanda se almeno parte dei fondi saranno davvero utilizzati per le startup. I 400 milioni che a luglio venivano pensati per la filiera biomedicale ora vengono reindirizzati al sostegno dell’occupazione. Si torna dunque alla dote iniziale, 500 milioni. Stavolta però sembra che solo la metà del denaro serva alle startup. Ma sarà davvero così?