E non è l’unica nel settore: da Microsoft in giù diverse software house stanno riducendo gli organici
Il gigante americano dei videogiochi Electronic Arts (EA) ha comunicato alla SEC, l’ente che vigila sui mercati negli Stati Uniti, un piano di licenziamenti che colpirà il 6% dei dipendenti, vale a dire circa 800 persone. Inoltre ha rivelato l’intenzione di ridurre gli spazi di lavoro. Continua dunque la cronaca che riguarda le Big Tech e i layoff in corso da mesi. Poche ore fa vi raccontavamo della decisione confermata da parte di Disney e la settimana scorsa documentavamo la scelta di Amazon di licenziare 9mila persone. Sono mesi complessi per il settore tecnologico, alle prese con riduzione dei costi che hanno inevitabilmente ripercussioni sugli organici. Stando ai dati riportati dalla CNBC, EA nel 2022 aveva quasi 13mila dipendenti.
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Per rendere l’idea del trend in atto, layoffs.fyi è un sito che raccoglie tutti i dati sui licenziamenti comunicati dalle aziende tech. Nel primo trimestre del 2023 più di 500 aziende hanno mandato a casa 155mila persone. Oltre a EA sono diverse le società che hanno dovuto prendere simili decisioni: tra i 10mila dipendenti licenziati da Microsoft, ad esempio, rientrano anche membri delle software house 343 Industries e Bethesda Game Studios; Riot Games, studio famoso nel mondo per il successo di League of Legends, ha licenziato 46 persone; pure Lenovo ha chiuso la divisione che si occupa di gaming su cellulari; la stessa EA aveva mandato a casa parte del personale dopo l’addio alla licenza di FIFA.
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Nel frattempo il mondo dei videogiochi è interessato anche da un’altra vicenda di portata globale. Ci riferiamo al caso Microsoft-Activision: la società di Redmond aveva annunciato nel 2022 l’acquisizione della software house per quasi 70 miliardi di dollari. Ma diverse autorità antitrust avevano subito stoppato l’operazione per verificarne la fattibilità in materia di concorrenza. Ecco come stanno andando le cose.