Tassi di crescita da capogiro, e il 75% dei piccoli che da grande vuole diventare YouTuber: sono le ragioni del successo della società romana che adesso pensa in grande e punta all’estero
“Youtube? Sta diventando sempre più una piattaforma per bambini. Certo, non esclusivamente. Ma i dati mostrano che in gran parte dei paesi i contenuti destinati all’infanzia rappresentano il 30% di tutti quelli non-music”. Parole e musica di Lorenzo Barbantini Scanni, co-founder di Greater Fool. Si tratta di un Mcn (Multi-channel network), cioè una sorta di editore digitale che utilizza la piattaforma come fosse un canale televisivo, con tanto di produzione di contenuti, presentatori che sono piccole star e un palinsesto definito e mutilingue.
Il pubblico dai 2 agli 11 anni, dicono gli studi, per il 99% guarda Youtube, che ormai è considerato alla stregua di una vera e propria televisione. “I nostri competitor sono le emittenti tradizionali – prosegue Scanni – e se il giro d’affari USA nel 2020 sarà all’incirca di 22 miliardi di dollari, nella sola UE varrà circa 5,8, con una progressione tra il 15% e il 20% annuo”. Anche le TV tradizionali crescono, ma del tradizionalissimo “zero virgola”.
Numeri da brividi per i canali Youtube destinati ai bambini
I dati sono impressionanti. I bambini guardano più Youtube che televisione, e il 75% di loro sogna di lavorare nel settore, un po’ come accadeva con il vecchio Bimbumbam condotto da Paolo Bonolis. Uno, tra l’altro, che poi ha fatto carriera, come sperano i giovani presentatori di questi programmi di intrattenimento di fine decade.
E le opportunità per gli investitori non mancano. Ben 7 sui 10 maggiori canali Youtube a stelle e strisce sono dedicati ai bambini; manca, però, un attore americano di primo piano in Europa, capace di aggregare su scala continentale masse critiche importanti e ottimizzare i costi di produzione distribuendo in più paesi.
Da luogo di controcultura a scelta per famiglie
Basata a Roma, Greater Fool vuole occupare questo spazio. “Youtube era nata come luogo di controcultura, in cui si parlavano linguaggi originali e alternativi – prosegue Andrea Materia, founder e Ceo – Progressivamente si è determinata una richiesta sempre maggiore di contenuti safe da parte delle famiglie, che usavano il sito come passatempo per i figli”.
Già leader in Italia, ora l’obiettivo è l’Europa, mercato estremamente redditizio per via del potenziale di spesa dei genitori, estremamente elevato. Il modello di business, fondato sulla produzione e distribuzione di contenuti originali monetizzati attraverso la vendita di spazi pubblicitari fa il resto. Ma ai nostri clienti offriamo anche servizi di content management, gestione degli archivi e tutela del copyright.
Materia, dopo anni nel settore, è in grado di fare alcune considerazioni sul mercato dell’intrattenimento per bambini. “E’ low cost, long selling, ad alto valore aggiunto”. L’obiettivo? “Entro il 2020, il 50% dei bambini guarderà conteuti targati GF” sogna il founder, che ha presentato la società a ScaleIt ’18 alla ricerca di funding per fare il grande salto di qualità e cambiare passo. Il fatturato atteso per il 2018 è di 1,8 milioni, più che raddoppiato rispetto all’anno precedente; sul mercato si cercano, adesso, 3,5 milioni.
Del resto, lui non è di primo pelo: conosce il medium e ha scelto la nicchia che, probabilmente, promette il ritorno più alto. I modi giovanili tradiscono una persona che pare amare davvero il mondo under 20 e quello che fa. E che forse, proprio per questo, riesce a monetizzare.