Yewno ha incassato 10 milioni e la fiducia di Silvio Scaglia. E’ una piattaforma che mira a cambiare (e umanizzare) la ricerca online. Con meno parole e più concetti. Ecco come funziona
“Un nuovo approccio alla conoscenza per migliorare la comprensione umana”. Nella presentazione che fa di sé, Yewno la tocca piano. Non parla di settore e mercato ma di “ricerca”, “concetti”, “inferenze”. Vocabolario singolare quanto accattivante. Oltre il quale Pacific Capital ha visto della sostanza: il fondo d’investimento nutrito dal padre di Fastweb, Silvio Scaglia, ha appena investito 10 milioni di euro in un round A. Un round che viaggia tra Londra e la Silicon Valley, con un filo conduttore italiano.
Cos’è e come funziona Yewno
Yewno è, in breve, nel suo nome: si scrive e si pronuncia come si legge “You Know”, “tu sai”. È una piattaforma per la ricerca online. O, più precisamente, una “discovery platform”. La ricerca tradizionale ha un funzionamento assai economico: l’obiettivo è dare una risposta, la più circoscritta possibile, nel minor tempo possibile.
Yewno fonde invece ricerca semantica, graph theory (cioè lo studio delle strutture matematiche per modellare le relazioni tra diversi elementi) e machine learning per creare una nuova rete di conoscenze. Senza passare dai motori di ricerca. Yewno, si legge sulla nota che ha ufficializzato il finanziamento, “utilizza la mente umana come modello” per sviluppare un sistema di connessioni “che consente di collegare concetti e informazioni”.
Non più una sola risposta a una singola domanda ma “un più profondo modo di esplorare” i contenuti online. Yewno mira in alto e promette di “trasformare l’intero concetto di ricerca online”.
Sfida all’eccesso di informazioni
Le informazioni non mancano: il problema è trovarle nella folla. Yewno tenta di fare questo, con un approccio molto diverso dallo schematismo egemone di Google. Lo scarto viene spiegato da due cifre riportate sul sito della società e dalle parole del suo fondatore, Ruggero Gramatica.
Il 65% dei contenuti online non è rintracciabile e il 60% degli utenti non va oltre i primi tre risultati forniti dai motori di ricerca. “Crediamo nel viaggio della conoscenza e nel potere delle connessioni sconosciute”, afferma Gramatica. “Il volume in aumento delle informazioni disponibili rappresenta una sfida che può influenzare negativamente la ricerca, l’innovazione e la produttività perché le persone sono occupate a distinguere un segnale reale in un universo di dati rumoroso”.
Non il nuovo Google, ma uno strumento per la ricerca
Yewno però non si propone come il nuovo Google. Si rivolge (almeno per ora) a college, università, scuole, biblioteche, musei, fondazioni, agenzie governative e centri di ricerca. Allo sviluppo ha partecipato l’Università di Stanford. Il vice rettore Michael Keller si è detto entusiasta (e anche qualcosa di più).
Ha definito la piattaforma un “ambiente di ricerca” e non “un motore di ricerca”, perché ha “consentito a ricercatori e studenti di ritornare alla fonte”, grazie a un sistema capace di “collegare le idee e non solo le espressioni”. Le più immediate applicazioni oltre l’accademia potrebbero riguardare il campo medico. Ma Keller si sbilancia: è una tecnologia che si evolverà “in modi che possiamo solo immaginare, ha potenzialità enormi e cambierà il mondo”. Non male come spot.
Yewno riparte dalle aule e già si allarga. Assieme al round è arrivata la conferma di “oltre due dozzine” di accordi raggiunti con le università ma anche con alcuni editori, cui tornerà utile un sistema che lega assieme e suggerisce contenuti per concetti e non a parole.
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10 milioni per arrivare sul mercato
Adesso, con 10 milioni in cassa e i nuovi accordi firmati, Yewno esce da due anni passati nell’ombra per cambiare marcia. Il finanziamento servirà ad allargare la squadra e arrivare sul mercato. Senza abbandonare il suo vocabolario. “Con questa nuova iniezione di capitali – afferma il ceo Gramatica – saremo in grado di accelerare lo sviluppo dell’auspicata iperconoscenza, che aprirà a organizzazioni e individui un varco attraverso la sovrabbondanza di informazioni”.
Yewno ha sede a Londra e Silicon Valley ed è composta da un gruppo di imprenditori, ingegneri e data scientist. Il team si allargherà grazie alle risorse di Pacific Capital. La società d’investimento guidata da Silvio Scaglia ha asset superiore agli 800 milioni e punta soprattutto a obiettivi di lungo termine. Già lo scorso 12 aprile, in uno dei suoi pochi tweet, Scaglia di definiva “entusiasta” di Yewno e “fortunato di farne parte”.
Un entusiasmo confermato dopo aver sborsato 10 milioni: “Crediamo in questa squadra e siamo ansiosi di sostenere i suoi sforzi in vista del lancio”. Yewno, sostiene Scaglia, “sta sviluppando passi da gigante per andare oltre i sistemi di ricerca del mercato attuale”.
Gli incroci: Omnitel, Fastweb, Yewno
Le strade professionali di Scaglia e Gramatica sono al terzo incrocio. Quando Scaglia diventa ceo di Omnitel, nel 1995, Gramatica è già senior analyst&development. Convivranno nello stesso gruppo per un biennio.
Sarà più lunga la collaborazione in Fastweb. Scaglia fonda la società nel 1999 e resterà presidente fino al 2007. Gramatica, dall’esordio fino al 2004, è chief information officer e founding partner. Adesso la terza intersezione, di due italiani con capitali e sede lontani dall’Italia.