Le aziende selezionate nell’ambito della prima call sono già all’opera: a novembre l’incontro con i potenziali partner
È un hub insurtech che non ha paura di confrontarsi con altri ecosistemi, da quello finanziario al real estate. Sarà che il comparto assicurativo per propria natura spazia tra le linee, sarà che una buona idea può germogliare e produrre frutti anche quando i semi sono gettati lontano dalla pianta: sta di fatto che Vittoria hub, il nuovo incubatore e acceleratore milanese nato al Portello, vuole attrarre persone e imprese con retroterra differenti. La regia, nomen omen, è di Vittoria Assicurazioni, compagnia che nella stessa piazza ha edificato da qualche anno il proprio headquarter.
Vittoria Hub, percorso da nove mesi
I cancelli del Vittoria hub si sono aperti a settembre. La pandemia ha ritardato di qualche mese i lavori, conclusi, però, in tempo per avviare le attività prima dell’impennata dei contagi a Milano. Quaranta sedute, solo la metà operative in ossequio alle norme anti-Covid: mascherine e disinfettante d’ordinanza, come in tutti i luoghi di lavoro al tempo della pandemia; ma l’importante è esserci, tenere vivo il quartiere nel rispetto delle norme di sicurezza. Come SMAU, che anche quest’anno ha aperto le poerte a pochi passi da qui con un’edizione a ranghi ridotti, ma importante per il messaggio di continuità trasmesso da organizzazione e imprenditori.
Tra tavoli e sale riunioni chiamate con i nomi di artisti rinascimentali si respira aria di startup. Telefonini, laptop, macchinette del caffè e molte idee che si accavallano. “Abbiamo voluto rendere omaggio agli artisti del Rinascimento – spiega Nicolò Soresina, chief operative officer di Vittoria hub – perché nelle botteghe di allora ogni artigiano si specializzava nella propria arte senza, però, rinchiudersi in un compartimento stagno: dalla pittura alla scultura, ognuno, piuttosto, percorreva il proprio cammino senza essere separato dagli altri. La commistione permetteva al genio di fermentare ed esprimersi al meglio”.
Il percorso offerto dal Vittoria hub dura tra i sei e i nove mesi, con due call for ideas previste ogni anno. La prima è stata chiusa a luglio. Tra le 140 le domande pervenute, per dieci aziende si sono aperte le porte del percorso di incubazione e accelerazione. A novembre, appuntamento con il primo investor day in cui le realtà seguite verranno presentate a potenziali partner del network di Vittoria. Che osserva con attenzione, e fornisce le coordinate per navigare in un settore altamente regolamentato. “Anche se ci piace avere esperienze differenti nel nostro hub, forniremo a chi entrerà nell’incubatore una serie di nozioni di base sul settore assicurativo, estremamente normato” rimarca Luciano Chillemi, responsabile della comunicazione istituzionale e customer care di Vittoria Assicurazioni.
Il cambiamento, precisa Chillemi, va assecondato senza snaturarsi. “Il nostro DNA è quello di una società che continua a privilegiare i canali fisici di distribuzione – afferma il manager – Ma a questa filosofia si accompagna la volontà di aggiungere servizi sempre più aggiornati per i nostri intermediari e clienti, da coperture in grado di premiare i comportamenti virtuosi ad app in grado di integrare funzioni che semplificano le operazioni e, perché no, attrarre clienti nel nostro ecosistema”.
Dalla cybersecurity alla salute
Ragionare con le startup permette di presidiare territori nuovi, spostando la frontiera verso il futuro. Cyber Angels, che si pone l’obiettivo di formare un network qualificato di professionisti della cybersecurity in grado di affiancare le piccole e medie imprese italiane con una gestione globale del rischio, ne è un esempio. “Negli ultimi tre mesi, rispetto al trimestre precedente, i tentativi di phishing sono aumentati del 200%” spiega il ceo Andrea Toponi, mentre, aggiunge, “il 50% delle aziende che abbiamo intervistato non ha idea di essere sotto attacco. Per questo crediamo che non si possa prescindere da una forma di tutela”. Nel modello di Cyber Angels, le micro e piccole imprese pagano una sottoscrizione per godere di un servizio di copertura 24/7 che comprende attività di monitoraggio, supporto e assistenza in caso di attacco. L’assicurazione integrata garantirà la copertura in caso di danni. L’uscita è prevista per marzo. Il mercato potenziale in Italia è stimato in circa 100mila aziende.
Ma ci sono anche la salute e i servizi alla persona. MiCuro è una piattaforma di interconnessione tra cittadini e strutture medico/ospedaliere per la ricerca e l’acquisto di prestazioni sanitarie. Si propone – spiega il ceo Francesco Ruffolo – come soluzione completa per il patient journey: dalla prenotazione online della prestazione specialistica all’accoglienza presso le strutture sanitarie, il tutto in sinergia con le compagnie assicurative. La piattaforma esiste già ed è in fase di in sperimentazione nelle Marche, ma nel giro di quindici giorni sarà pienamente operativa. I totem, spiega Ruffolo, sono già installati. Anche la sanità sta diventando digitale: la pandemia, come accaduto in altri settori, ha accelerato la transizione, inglobando fasce di utenti prima distanti da questa modalità di fruizione.