La storia della startup family-friendly raccontata dalla fondatrice, Alice Palumbo
Recentemente mi sono ricordata dell’intervista, che mi aveva fatto Paola Gregorio, giornalista del Giornale di Brescia, a inizio 2014: «Cosa fa un reputation manager?». Ironicamente, con il solito dono della sintesi che mi contraddistingue, ho raccontato che sostanzialmente ero “un’impicciona”.
Quando mi chiedono che lavoro faccio, immagino sempre di raccontarlo ai miei genitori, che usano internet con disinvoltura, ma sicuramente non lo dominano come un operatore e tollerano poco gli inglesismi (avete presente Nanni Moretti in Palombella Rossa? “Trend negativo”… Io non l’ho mai detto! Io non l’ho mai pensato! Io non parlo così!”). Avevo compiuto da pochi giorni 30 anni, avevo avuto Penelope da un anno e stavo aspettando che nascesse a maggio il mio secondo bimbo, Giacomo. Era trascorso un anno e mezzo da quando in Talent Garden a Brescia avevo aperto – non da sola, ovviamente, ne sono però il CEO – Web-b, società specializzata in gestione della reputazione con una fortissima spinta verso l’online, l’innovazione tecnologica e le startup.
Durante quell’intervista avevo raccontato alla giornalista di una novità: BabyaBs, uno spazio di confronto tra mamme e papà. A gennaio 2015 questo progetto locale è poi cresciuto, estendendosi a tutta la penisola. Era nato BabyinItaly.it.
Come passare il tempo libero insieme ai bambini? Dove andare a cena con tutta la famiglia? Come trovare un albergo attento alle esigenze delle famiglie? Consigli sulle scuole o magari su giochi e libri? BabyinItaly ha una risposta a tutte queste domande grazie alle recensioni lasciate da genitori, nonni, zii, educatori e, più in generale, da persone che hanno a cuore il mondo dei bambini.
Insieme, stiamo costruendo una mappa interattiva, che mostra la posizione di luoghi e servizi family-friendly nelle nostre città. Negli ultimi mesi, è emersa dalla comunità anche la voglia di raccontare esperienze legate a prodotti pensati per il mondo del bambino: abbigliamento, oggettistica di design, giochi artigianali ma anche app!
Le realtà, che lavorano con e per i bambini, possono registrarsi senza alcun costo, far testare e recensire gratuitamente un proprio prodotto o un servizio ad un esperto della comunità del portale. Solo le realtà italiane recensite positivamente possono aprire il proprio negozio online all’interno di BabyinItaly.
BabyinItaly è il prototipo italiano di un progetto di networking internazionale. Non siamo ancora una startup innovativa, ma un side project di Web-b, perché fino ad oggi è stata la soluzione più conveniente per far decollare l’iniziativa.
A settembre qualcuno ci ha messo la pulce nell’orecchio: «Vuoi essere una startup? Allora ti servono capitali». Così, timidamente, ci siamo affacciati al mondo degli investitori. E qui abbiamo fatto il primo errore. Abbiamo pagato per poter accedere ad un fantomatico club di investimento promosso da un brand molto autorevole. Nessuno ci ha detto che non eravamo pronti. Non avevamo ancora chiarissimo cosa stavamo cercando, come dovevamo presentarci per raggiungere l’obiettivo e quale sarebbe stato il mio ruolo come founder. In compenso in questi mesi, grazie ai primi errori, abbiamo scoperto cosa NON stiamo cercando: investitori work for equity, pitch a pagamento, made in Italy fatto in China, partner di capitale, che vogliano stravolgere il progetto.
Prima di Natale, mi sono confrontata con un manager di un acceleratore londinese. Non dimenticherò mai il fastidio di sentirmi dire «Non hai fatto i compiti a casa».
BabyinItaly è un work in 2 progress, l’innovazione non è ferma. Sicuramente avevo le idee meno chiare di oggi. Voglio stare in prima linea, e grazie a miei soci, lo posso fare.
Quando racconto di BabyinItaly, giunti a questo punto tutti i miei interlocutori sono inteneriti, e mi guardano con la dolce approvazione di chi è entrato in sintonia con te; i più eloquenti esclamano «Che bel progetto» e pensano «Che brava mamma». Col cavolo! Io sono un’imprenditrice e non vedo l’ora di mettere alla prova l’idea che ho partorito.
Da gennaio di quest’anno BabyinItaly ha fatto un grosso salto in avanti: nuovo portale e per la prima volta registrazione degli utenti. Il risultato netto è stato che si è innescata una crescita vertiginosa. In meno di due mesi siamo passati da 0 a quasi 2.000 utenti registrati, con centinaia di aziende che premono per entrare nel nostro network.
Il lavoro svolto nei 3 anni precedenti ci ha portato un pubblico fedele che segue con grande interesse ogni nostro post. Oggi abbiamo più di 11.000 lettori mensili, con una crescita 142% negli ultimi 4 mesi e del 56% solo dall’inizio dell’anno. Ma non solo, chi ci segue passa quasi tre minuti in media sul sito: un sacco di tempo per chi si occupa di user engagement! Come abbiamo fatto? Content to action. La nostra crescita è al 99% organic, spinta dalla community e dai referral.
La nostra missione è mettere a confronto le aziende con chi decide davvero, ovvero la comunità degli utenti. Sono loro infatti a stabilire quali tra i prodotti o servizi sul territorio devono avere visibilità e per fare questo usiamo il meccanismo delle recensioni. Abbiamo da poco introdotto anche uno shop, affinché chi ci segue possa comprare il meglio di ciò che il “made in Italy” ha da offrire. Stiamo selezionando tra le persone più attive di BabyinItaly, candidati per testare i prodotti ed i servizi omaggio messi a disposizione delle aziende che ci seguono. Queste realtà, disposte a mettersi in gioco, sono quelle ci piacciono di più.
Il dialogo aperto e trasparente tra utenti e realtà family-friendly sta già producendo l’effetto desiderato: prodotti, luoghi e servizi di qualità vengono premiati in modo naturale.
Il grande pregio di Internet è di aver cambiato per sempre le logiche comunicative dei brand, passando da un modello top-down, ad un modello bottom-up. L’advertising outbound, pagato ed urlato, sta cedendo sempre più il passo a modello inbound, dove le aziende si mettono in ascolto, dialogando giorno per giorno con i veri esperti: le persone. Ora non ci resta che scalare: allargare la cerchia di aziende che se lo meritano e il network dei lettori che vogliono dire la loro!
Alice Palumbo
Founder @ BabyinItaly