L’ex presidente del Parlamento europeo Martin Schulz: “Angela Merkel ha esitato e si è sollevata l’impressione sbagliata, ma adesso ha imboccato la strada giusta. L’Ue dica di sì a bond comuni”
Martin Schulz, ex presidente del parlamento europeo ed ex leader dell’Spd, si è fatto capofila della manifestazione che si è svolta a Berlino a favore dell’Italia, in vista del Consiglio europeo di domani, per non far passare il messaggio, dicono i promotori (tutti parlamentari dell’opposizione ad Angela Merkel) che in Germania viga il pensiero unico e per nulla solidale nei confronti dei Paesi amici.
Cosa ha detto Schulz
“Angela Merkel ha esitato e si è sollevata l’impressione sbagliata, ma adesso ha imboccato la strada giusta”. Così il deputato tedesco dell’Spd Schulz, incontrando a Berlino la stampa italiana a margine della manifestazione promossa per esprimere solidarietà all’Italia davanti all’ambasciata italiana.
Leggi anche: Consiglio europeo | Recovery bond e recovery fund: che cosa sono?
Non c’è tempo per gli Eurobond
“I Coronabond non arriveranno subito, quindi il Recovery Fund è un buon punto di partenza”. ha spiegato l’ex leader dell’Spd, a proposito della linea che vorrebbe Berlino tenesse al consiglio europeo di domani. Europeista convinto, si è seduto per la prima volta all’Europarlamento nel 1994, partecipando a numerose commissioni, compresa la sottocommissione per i diritti dell’uomo e la Commissione per le Libertà civili, giustizia e affari interni. È anche stato a capo della delegazione del gruppo del PSE (Partito socialista europeo) dal 2000 e Vice-Presidente del deputati socialisti.
In Italia è noto soprattutto per un battibecco pubblico con l’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi avvenuto durante una sessione plenaria a Strasburgo nel 2003. Il Cavaliere lo definì kapò. Schulz però non sembra portare rancore e ora è in prima fila tra i parlamentari che chiedono ad Angela Merkel di essere maggiormente solidale e di cedere alla richiesta degli Eurobond, come ha ripetuto anche questa mattina. “L’Europa ha bisogno di titoli di Stato comuni”, ha argomentato sottolineando che “questo non ha nulla a che vedere con il pagare i debiti degli altri, ma è uno strumento di consapevolezza della valuta comune”.