Yom e Regency Corporate selezionano aziende da seguire nel percorso di quotazione alla Borsa di Sidney
Quanto è lontana l’Australia? La distanza e il fuso orario non spaventano certo le venti aziende italiane che hanno partecipato al terzo “Road Show Australia”, contest tra startup italiane ad alto potenziale di sviluppo che si chiude oggi a Cinisello Balsamo. L’evento, giunto alla terza edizione, è organizzato dall’advisor australiano Regency Corporate e dal partner italiano Yom.
Le prime due edizioni, andate in scena a dicembre 2017 e maggio 2018, hanno portato alla quotazione alla Borsa di Sidney (ASX) della società bolognese Officine 8K (che opera nella realtà aumentata, con importanti clienti nel segmento luxury dei mercati automotive, nautica e arredamenti) e alla prossima IPO della modenese Evensi (attiva nella segnalazione e proposizione di eventi, circa 150 milioni all’anno).
Con il listing su ASX – spiega YOM in una nota – l’azienda è diventata un gruppo australiano; il quartier generale sarà, però, mantenuto a Bologna dove è previsto un importante ritorno occupazionale, in particolare per programmatori, ingegneri e tecnici. Le risorse dell’IPO saranno investite nella realizzazione del business plan 2019-2023 che prevede la creazione di sedi in varie parti del mondo, rafforzamento del capitale umano, investimenti in ricerca e sviluppo con particolare riferimento alla neonata piattaforma per la realtà virtuale.
Borsa di Sidney: un mercato liquido e attento alle aziende giovani
“Il mercato australiano è molto interessato a progetti scalabili a livello internazionale, indipendentemente dalla dimensione attuale delle imprese candidate” afferma Giorgio Vaccari, socio fondatore di Yon.
“La borsa di Sidney è molto liquida e particolarmente interessata ad idee innovative, anche se sviluppate da aziende giovani o startup – prosegue Vaccari – Asx compete con Nasdaq per numerosità di IPO tecnologiche. Ma c’è un secondo motivo di interesse: attraverso la visibilità alle comunità finanziarie internazionali, le imprese italiane vengono incentivate a spostare il baricentro commerciale fuori dall’Italia, nella direzione dei mercati con la maggiore crescita al mondo come Cina, India, Malesia”. Una strada ancora poco battuta, quella di cercare fondi nel mercato asiatico, ma che può riservare opportunità a chi ha l’intraprendenza ( e le competenze) per batterla. Non solo: la presenza di advisor australiani a caccia di opportunità è spia del fatto che l’Italia ha cominciato a comparire suo radar internazionali anche per quanto riguarda le startup. Una tendenza, c’è da augurarsi, destinata a durare.