La presidente della Commissione ha inviato una lettera a Repubblica: “Credo che l’Europa possa riemergere più forte. Abbiamo già intrapreso alcune azioni coraggiose. Molte altre saranno ancora necessarie”
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha preso carta e penna e ha deciso di scrivere agli italiani. Lo ha fatto attraverso una lettera indirizzata a Repubblica, dal quale provengono gli estratti salienti riportati qui di seguito. Von der Leyen, si dirà, non è nuova a questo genere di appelli dal forte sapore drammatico.
Leggi anche: Coronavirus, Macron: “Basta divisioni. Francia al fianco dell’Italia”
Tutti ricordiamo bene il suo videomessaggio in italiano dell’11 marzo scorso in cui la numero 1 della Commissione si dichiarava al fianco del nostro Paese (“in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In Europe siamo tutti italiani”), messo però frettolosamente da parte pochi giorni dopo, il 28 marzo, quando prese le parti della sua connazionale, Angela Merkel, sui coronabond (“sono uno spot” – “comprendo le resistenze della Germania”).
Cari italiani, in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In ??siamo tutti italiani. The @EU_Commission will channel several billions of € to ?? to help SMEs, healthcare sector & the people #COVID19 pic.twitter.com/2ZN4qXz61Y
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 11, 2020
Cosa ha scritto von der Leyen
Anche nella giornata di ieri, dal proprio account Twitter, la tedesca von der Leyen ha nuovamente rivolto un appello al popolo italiano, comunicando che la Commissione sta mettendo a punto SURE, la cassa integrazione europea finanziata pro quota dagli Stati membri.
La solidarietà europea in azione! @EU_Commission propone una iniziativa europea per la cassa integrazione, SURE, per aiutare i paesi più colpiti dalla crisi, tra cui IT & ES. Per salvare milioni di posti di lavoro e riavviare al più presto il motore dell’economia europea. pic.twitter.com/Qg9H6NkyNv
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) April 1, 2020
Il medesimo concetto viene ribadito oggi, dalle colonne del quotidiano diretto da Carlo Verdelli, dopo la recita del mea culpa: “Oggi l’Europa si sta mobilitando al fianco dell’Italia. Purtroppo non è stato sempre così. Bisogna riconoscere che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune europea, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria. Non si rendevano conto che possiamo sconfiggere questa pandemia solo insieme, come Unione. È stato un comportamento dannoso e che poteva essere evitato. In questi giorni la distanza tra individui è fondamentale per la nostra sicurezza: la distanza tra nazioni europee, al contrario, mette tutti in pericolo”.
Ursula von der Leyen
“Il Paese colpito più duramente, l’Italia, è diventato anche la più grande fonte di ispirazione per noi tutti”, scrive von der Leyen. Quindi sembra rivendicare il ruolo di regista della Commissione nel gestire e programmare gli aiuti comunitari già sbloccati: “Nell’ultimo mese, la Commissione europea non ha lasciato nulla di intentato per aiutare l’Italia. Grazie alla nostra azione, 25 Paesi europei hanno unito le forze e hanno spedito milioni di mascherine in Italia e in Spagna, per la protezione di tutti e in particolare degli operatori sanitari”.
Leggi anche: Coronavirus, Olanda: “Sì a un Fondo comune, ma solo per la sanità”
“Abbiamo – prosegue – tenuto aperto il Brennero e gli altri valichi di frontiera, assicurando il flusso di merci che è la linfa della nostra economia. Abbiamo aiutato a rilocalizzare la produzione di materiale sanitario qui in Europa. Abbiamo finanziato la ricerca per un vaccino. Abbiamo sospeso alcune regole per dare al governo italiano lo spazio di manovra necessario ad agire rapidamente e con forza”.
Ursula von der Leyen
“Ieri – conclude von der Leyen – abbiamo anche proposto che ogni euro ancora disponibile nel bilancio annuale dell’Unione europea venga speso per affrontare la crisi”. Non parla, ovviamente, né di coronabond, ipotesi indigeribile per Germania e Olanda, né di MES, che il governo italiano nemmeno volendo potrebbe accettare, dato che Giuseppe Conte dovrebbe fare poi i conti con la posizione barricadera di Movimento 5 Stelle. Tutto, insomma, è rinviato all’Eurogruppo del 7 aprile. Che si spera non finisca nuovamente in un nulla di fatto ma che non certifichi nemmeno l’egemonia tedesca su una Unione europea piagata dal morbo del Coronavirus.