Entrata a gamba tesa della numero 1 della Commissione europea: “Non si parla di covidbond, solo slogan”. Ma Roma non ci sta: “Parole sbagliate”
Si profila uno scontro senza precedenti tra Italia e Germania, con i colpi tra i due avversari che arrivano a colpire anche la Commissione europea, intervenuta nel pomeriggio per mezzo della sua presidente, Ursula von der Leyen che ha dichiarato: “Il termine coronabond è solo uno slogan, non si lavora su quelli”. La notizia è arrivata in tempo reale al presidente Giuseppe Conte mentre era in conferenza stampa per presentare il pacchetto di aiuti da 4,3 miliardi ai Comuni e 400 milioni per fornire generi alimentari ai cittadini in difficoltà e la reazione del premier è stata durissima: “Si riveli all’altezza della sfida e della storia”. Quindi un’altra sferzata: “Non abbiamo fatto una proposta alla Commissione, ma all’Eurogruppo e sta all’Eurogruppo elaborarla”.
Il premier italiano Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
© Palazzo Chigi
Von der Leyen passa con Berlino
L’Italia perde quindi il suo alleato più prezioso in seno all’Unione europea: la Commissione. O per meglio dire, la sua presidente, la tedesca (guarda caso) Von der Leyen.
Cari italiani, in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In ??siamo tutti italiani. The @EU_Commission will channel several billions of € to ?? to help SMEs, healthcare sector & the people #COVID19 pic.twitter.com/2ZN4qXz61Y
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 11, 2020
Dimenticato il tweet in italiano dell’11 marzo scorso in cui la numero 1 della Commissione si diceva al fianco del nostro Paese (“in questo momento difficile, voglio dirvi che non siete soli. L’Italia è parte dell’Europa, e l’Europa soffre con l’Italia. In Europe siamo tutti italiani”), von der Leyen sconfessa il commissario all’Economia Paolo Gentiloni che pure nei giorni scorsi aveva affermato che i covidbond fossero sul tavolo e taglia corto: “Non si lavora sui Coronabond” che comunque sul loro utilizzo ci sarebbero “evidenti limiti legali” e “sono solo uno slogan”. “Per questo – ha concluso -, come Commissione, abbiamo ricevuto il mandato dal Consiglio di elaborare un piano di ricostruzione. Questo è il binario sul quale stiamo lavorando”.
Il premier italiano Giuseppe Conte e la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
© Palazzo Chigi
Le reazioni del governo italiano
“Sia all’altezza della situazione e della storia” la replica di Conte che evita di nominare direttamente la von der Leyen riferendosi genericamente all’Europa. Duro anche il commento che le riserva il ministro all’Economia, Roberto Gualtieri: “Le parole di von Der Leyen” sui Coronabond “sono sbagliate”. Per Roma, quella indicata nella lettera dei nove capi di Stato europei “è la risposta più adeguata per uno shock simmetrico sull’economia e tutti devono essere all’altezza della sfida, anche la presidente della commissione europea”.
Il premier italiano Giuseppe Conte e il presidente francese Emmanuel Macron
© Palazzo Chigi
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In contemporanea, in soccorso dell’Italia si presenta la Spagna, il secondo Paese in Europa per numero di contagi. “Noi spagnoli abbiamo protetto l’Europa ogni volta che abbiamo votato e manifestato, adesso tocca alla Ue proteggere l’insieme dei cittadini europei, i più deboli”, ha avvertito il premier spagnolo Pedro Sanchez in conferenza stampa oggi alla Moncloa. Sanchez ha anche rimarcato che “l’Europa deve mettere in piedi una economia di guerra con mezzi che sostengano l’indebitamento pubblico” tornando ad evocare “un nuovo piano Marshall”.
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Nel giorno in cui il presidente francese Emmanuel Macron ha rilasciato un’intervista a tre quotidiani italiani nella quale sprona l’Unione europea a vincere le resistenze di Berlino e Amsterdam e il premier italiano, dalle colonne del Sole 24 Ore, ha provato a stringere gli avversari in una inedita manovra a tenaglia italo-francese (mai così esplicito Conte: “L’Europa eviti errori tragici”), la Germania di colpo riacquista un potente alleato che potrebbe contribuire a far tramontare definitivamente l’ipotesi degli eurobond a favore dello strumento del Mes, alle condizioni imposte però da Angela Merkel. Due settimane per decidere e lo scontro si profila durissimo.