Le startup non vivono in un mondo parallelo ma in quello reale e per questo non possiamo fare a meno di occuparci di quello che succede intorno a noi. La nostra visione
Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto numerosissimi commenti ad alcuni articoli pubblicati in relazione all’emergenza migranti. Commenti di approvazione, commenti di critica pacata, ma anche commenti polemici e offensivi.
Siamo colpiti da questa polemica poiché coloro che ci seguono costantemente sono consapevoli che la nostra linea editoriale è sempre stata quella di dare uno scenario di riferimento più ampio possibile, dando voce a contributi e autori differenti nel rispetto delle loro visioni, senza intervenire con la nostra opinione, ma lasciando ai nostri lettori il giudizio.
Ci siamo interessati dell’argomento migranti perché riteniamo che anche il nostro ecosistema debba essere calato nell’attualità. Le startup non vivono in un mondo parallelo ma in quello di tutti i giorni e per questo non possiamo fare a meno di occuparci di quello che succede intorno a noi. Confermando la nostra apertura e differenziazione, oltre all’articolo di Enrico Verga, solo nelle ultime settimane abbiamo pubblicato il ritratto di Marie Terese Mukamitsindo, imprenditrice immigrata che dà lavoro a 150 italiani, di qualche giorno prima il racconto di due insegnanti: Elisa Busa e Marisa Sghedoni, che hanno portato ragazzi richiedenti asilo in classe per raccontare le loro storie di sofferenza e riscatto.
Sul nostro sito troverete decine di articoli dedicati a storie di valore e di valori, che riguardano migranti che hanno creato imprese o si sono resi protagonisti di esperienze che vale la pena ricordare e far conoscere. Qualche giorno fa, nel contesto della vicenda Aquarius abbiamo deciso di intervistare una delle giuriste più esperte in materia: Irini Papanicolopulu che ci ha dato risposte puntuali alle nostre ed alle vostre domande, definendo i limiti anche giuridici di quella che era la posizione dell’Italia rispetto alla possibilità di non fare attraccare la nave in porti italiani.
A seguito dell’intervista un autore di StartupItalia!, che pubblica anche su diverse testate nazionali e internazionali, ha scritto un articolo che abbiamo pubblicato nella sua interezza. Non rispecchia la nostra visione del mondo ma non per questo abbiamo scelto di censurarlo, perché crediamo che la nostra community possa e voglia crearsi la propria visione del mondo leggendo, confrontando, documentandosi, usando la propria testa.
Siamo sempre aperti e attenti al commento di tutti: è la nostra ricchezza. Ma è importante che il commento sia, seppur critico e polemico, costruttivo. Se abbiamo turbato la sensibilità di qualcuno ce ne scusiamo sinceramente.
Le opinioni sono tante in materia, come dimostra il dibattito pubblico delle ultime settimane, alcune provocatorie, ma tutte meritevoli di spazio se espresse nei limiti del rispetto e della dignità delle persone.
Tuttavia, crediamo sia necessario, a seguito di quanto successo, sottolineare con tutta la nostra forza un concetto chiave: pur nella pluralità del dibattito tutta la redazione di StartupItalia! rimane ancorata a valori di solidarietà, accoglienza e apertura nei confronti di tutti e in special modo delle persone che si trovano ad affrontare situazioni difficili e tragiche. Su questi pilastri si basa e si baserà sempre il lavoro della redazione che ogni giorno vuole dar voce a chi ha fatto della sua storia di riscatto sociale un capolavoro che bisogna raccontare.