Reshoring, opportunità post pandemiche, potenzialità inespresse e resilienza dell’innovazione i temi trattati oggi nella giornata “Sardinia Edition”
Si sposta virtualmente in Sardegna il SIOS20 Summer Edition powered by Innois. “Un’isola del tesoro”, come l’ha chiamata il curatore dell’evento, Giampaolo Colletti. Questa l’agenda della mattinata per chi volesse rivedere, tramite i nostri canali social, l’evento.
“Il Coronavirus ha fatto saltare il SIOS Sardinia Edition… la realtà ha superato la fantasia, il mondo ci è cambiato sotto i piedi”, ha detto il founder di StartupItalia, David Casalini, “ma l’edizione digitale ci consentirà comunque di raggiungere molte più persone… il palco vero e proprio comunque ci manca, quindi rassicuriamo tutti: torneremo ai SIOS fisici”.
“Anche la Sardegna è unbreakable: il progetto Innois andrà avanti per tutto l’anno”, ha detto Carlo Mannoni, General Manager di Fondazione di Sardegna. “È bello ritrovare qui oggi, ancorché virtualmente, tantissimi amici”. “La Sardegna è stata la base di tante startup di grandissimo successo, come MoneyFarm”, ha ricordato Mannoni “e vogliamo fare in modo perché si continui così: è la nostra sfida”.
“Sardegna avamposto dell’innovazione”
Che la Sardegna sia da sempre un’abile navigatrice del mare magnum del Web lo ha ricordato Antonello Cabras, Presidente Fondazione di Sardegna RVM, ripercorrendo la storia di Tiscali e il fatto che nel 1994 è il primo quotidiano europeo a dotarsi di un sito Internet sia stato proprio l’Unione Sarda.
“Abbiamo avuto qualche battuta d’arresto – ha detto Cabras – ma anche la pandemia ci aiuterà ad aguzzare l’ingegno e potremo tornare protagonisti come lo siamo stati nella prima fase dello sviluppo di Internet”.
“Al ministero dello Sviluppo economico stiamo tentando di supportare le aziende tradizionali e creare ecosistemi per le giovani startup così per evitare che siano solo delle meteore”, ha annunciato dal palco virtuale del l SIOS20 Summer Edition powered by Innois il sottosegretario al MISE Alessandra Todde. “Altrove esiste la figura dei ‘distretti’ e la Sardegna ben si presta a questo disegno, occorre investire in infrastrutture e logistica”.
“Le imprese si sono fermate nel lockdown, ma non sono rimaste con le mani in mano: c’è stato un fermento cui noi abbiamo risposto con un bando di microincentivi, tant’è che stiamo pensando di aumentare il budget, che al momento è di 900 mila euro” ha detto Mariassunta Serra, Commissario Straordinario Sardegna Ricerche. “Dal 2013 abbiamo uno sportello startup per aiutare a sviluppare le idee imprenditoriali”. “Negli ultimi anni – ha sottolineato Serra – abbiamo stanziato oltre 20 milioni di euro”. Le ha fatto eco Amedeo Giurazza Ceo di Vertis SGR: “In 10 anni abbiamo portato direttamente e indirettamente una cifra analoga, dando fiducia alle startup”. “Abbiamo finalmente la possibilità di fare le grandi scelte: non possiamo fare tutto o faremo tutto e male. Dovranno essere mirate ma ben fatte”, ha ammonito Giuseppe Cuccurese Direttore Generale del Banco di Sardegna. “Il cliente deve percepire che la Sardegna è dietro l’angolo”, ha detto Katiuscia Zedda, Quality Assurance del Gruppo Abinsula, riflettendo sui limiti geografici dovuti dal vivere e fare impresa su un’isola. “Nessuno di noi sa come andrà il mercato: ascoltiamo e rispondiamo. Le aziende devono fare percepire il futuro”.
“Ci sono segnali molto positivi, nonostante tutto, legati al mondo delle corporate che di norma erano assenti e invece ora hanno iniziato a investire, pensate Campari con Tannico, Eni con Tate…”, ha fatto notare Andrea Di Camillo, Founding Partner di P101 Ventures. “La Sardegna ha ancora una grandissima potenzialità inespressa”, il commento di Gianluca Dettori, Executive chairman di Primomiglio. “Ha fatto più un trimestre di lockdown di decenni di politiche per la digitalizzazione”, ha osservato, ricordando come la crisi sanitaria possa comunque essere sfruttata come opportunità.
Si è poi parlato del miliardo di euro messo a disposizione dall’esecutivo con il Fondo Nazionale dell’Innovazione con Enrico Resmini, amministratore delegato di CDP Venture Capital e al vertice del Fondo stesso. “Siamo partiti a metà gennaio e abbiamo voluto subito comprendere i punti deboli del sistema così da usare al meglio le risorse messe a disposizione dal governo”, ha raccontato il Ceo. “Abbiamo già investito diversi milioni di euro che impattano sulla vita di numerose startup. Ora ci sono più investitori nazionali e internazionali: la qualità media delle startup inizia a elevarsi”, ha commentato Resmini.
“Dobbiamo essere rapidi ma selettivi: non siamo un bancomat per startup, noi siamo un investitore. Aumentando la selettività aumentiamo la qualità complessiva delle startup. E ovviamente dobbiamo contribuire a creare valore”, ha sottolineato l’ad del Fondo Nazionale Innovazione. “Ci vuole un humus positivo, un ecosistema solido per fare spazio a un simile investitore internazionale”, gli ha fatto eco Massimiliano Magrini, Founder e Managing Partner di United Ventures. “Ora i tempi sono maturi. L’avvento del Covid ha dimostrato quanto fossero strategici e fondamentali gli asset digitali”. “Da anni collaboriamo con grandi corporate, anche CDP ha questa visione, quindi speriamo di collaborare assieme”, si è augurato Fabio Cannavale, Ceo di Lastminute Group. “Del resto le grandi corporate sono sempre state assenti finora in Italia nel panorama startup”.
“La pandemia sta accelerando tantissimi trend. In poche settimane sembrano passati almeno 10 anni”, ha riflettuto l’architetto Carlo Ratti. “Spero che una delle cose che non torneranno sarà di fare un giro del mondo solo per un meeting di poche ore: le videocall hanno dimostrato che non è essenziale la presenza fisica in una riunione. Meno spostamenti e meno spostamenti asincroni, che potrebbero risolvere uno dei grandi problemi delle città del 900: le congestioni nelle ore di punta”.