lIan Oosting, fondatore e Ceo di JMango e uno dei massimi esperti di pagamenti mobili nel mercato asiatico e in particolare Hong Kong, ha evidenziato tre semplici ma efficaci regole perché una app di mobile payment possa avere successo.
- Semplicità
- Usabilità
- Divertimento
Le regole apparentemente possono stupire, dato che fanno riferimento un sistema di pagamento ma sono state tratte da un esperimento condotto da Oosting e dal suo team di ricerca. Il team ha chiesto a utenti iOS e Android quali app preferissero scaricare e utilizzare al fine di stilarne una classifica di popolarità. Al primo posto i social network Facebook e Twitter, seguite da messaggistica in particolare Line o Whatsapp. Al terzo posto i giochi: Plants , Zombies, Candy Crush o Angry Birds.
Il gruppo di ricerca si è chiesto quale sia il motivo, o i motivi, per cui queste tipologie di app sono così popolari. La risposta è stata individuata proprio nelle 3 regole elencate sopra: queste app semplificano la vita degli utenti, sono utili a facilitare la comunicazione tra di essi che passa sempre meno via voce e soprattutto sono divertenti!
Secondo Oosting la ragione per cui il Google Wallet in particolare non è decollato sta nel fatto che l’esperienza utente disegnata risulta più complessa del pagare in cash o di strisciare una carta.
Semplificare è la prima esigenza quando si tratta di pagamenti, in particolare via mobile perché lo smartphone oggi viene visto come un device che deve rendere più facile la vita di tutti i giorni permettendoci di controllare le nostre email mentre siamo in movimento, cercare luoghi di interesse intorno a noi e così via.
Idealmente qualsiasi app di mobile payment dovrebbe funzionare come la Octopus Card di Hong Kong (ne avevamo parlato qui). Non ci sono né Pin né password. L’unica cosa da fare per avviare e completare il pagamento è il tap su al punto vendita (POS). Tutto dall’accesso ai trasporti pubblici agli acquisti nei piccoli negozi o nelle catene, nei fast food può essere fatto con la Octopus Card. Un’altra soluzione potenziale per garantire anche e soprattutto la sicurezza dei pagamenti senza inserimento di Pin è quella di Coin. Si tratta di una carta vera e propria collegata al telefono cellulare via Bluetooth, così se la carta viene smarrita o rubata, allontanandosi dal device diviene non utilizzabile bloccandosi automaticamente. Per i pagamenti mobili si potrebbe immaginare di avere un braccialetto legato all’iPhone via Bluetooth ad esempio, così se il dispositivo viene smarrito l’app del pagamento è in grado di bloccarsi automaticamente.
Per il caso particolare dei mobile payment, essenziale è poi la seconda regola. La gestione dei pagamenti e delle nostre finanze deve risultare utile da effettuare attraverso il mobile piuttosto che in altre modalità. Ci deve essere una ragione pratica quotidiana perché una massa critica di utenti scarichi un wallet e lo utilizzi. Una di queste è la rete di accettazione: sarà davvero utile pagare con una app dello smartphone quando dagli esercenti questo metodo verrà comunemente e diffusamente accettato.
Ultimo, ma solo in ordine di presentazione perché forse il più importante, una app di mobile payment deve anche essere divertente. Solo in tal modo il passaparola e l’engagement potranno garantirne la popolarità necessaria affinché diventi mainstream. Il “divertimento” (make it fun scrive Oosting) rappresenta per gli utenti un incentivo all’utilizzo. Il meccanismo potrebbe innescarsi in un applicazione per pagare grazie (ad esempio) ad un reward sytem, un meccanismo che premia l’utilizzo del proprio smartphone per le transazioni perfezonate. Oppure grazie a una vera e propria gamification (come sta già avvenendo nel settore, si veda l’iniziativa CheShopping! Di CheBanca!), che permette agli utenti di ricevere sconti su prodotti acquistati online in seguito al superamento di veri e propri quiz. Partnership con brand noti perché solo da mobile si abbia accesso a sconti eccezionali o limitate edizioni di prodotto rappresenterebbe chiaramente un ulteriore incentivo. L’unico limite è che comunque si parla di soldi (per quanto smart) e gli attori intorno al tavolo sono banche/istituti di pagamento spesso limitati in termini di requisiti e garanzie di sicurezza, ma anche purtroppo in termini di approccio creativo e innovativo. Occorre ancora del tempo, evidenzia Oosting, perché i pagamenti via mobile possano diventare una norma nella società e un’operazione di tutti i giorni. Semplicità, usabilità e divertimento potranno senz’altro contribuire ad accelerare questo processo che gli esperti vedono comunque ormai inarrestabile.