Dall’aumento dei prezzi fino alla scarsità di alcuni prodotti agricoli, ecco quali saranno gli effetti dell’epidemia di Covid-19 sul comparto alimentare
Se le aziende oggi chiedono di poter tornare a lavorare per non bloccare il motore produttivo del Paese, c’è un settore che non ha mai abbassato la saracinesca: l’agricoltura. Eppure le restrizioni operative e gli stravolgimenti sociali causati dalla quarantena voluta dal governo stanno avendo pesanti ripercussioni sul settore agroalimentare.
Mark Stephenson e John Shutske della University of Wisconsin-Madison hanno provato ad analizzare quali saranno gli impatti delle restrizioni alle attività produttive e agli spostamenti causati dal coronavirus sull’agricoltura Usa. Ma ragionamenti simili possono essere fatti anche per l’Italia e l’Europa.
Sei conseguenze di Covid-19 sull’agricoltura italiana
1) Prezzi in salita
I prezzi dei prodotti alimentari hanno visto una impennata nelle ultime settimane, specialmente subito dopo l’annuncio dell’avvio della quarantena. Questo per diversi motivi. Primo di tutti il ‘panic buying‘ che ha spinto i consumatori a fare incetta di alcuni prodotti (farina, zucchero, cibo in scatola, etc…). Questo ha portato ad una diminuzione (temporanea) delle scorte e quindi ad un aumento dei prezzi. Per alcuni prodotti e commodity i prezzi sono quindi saliti. Pensiamo ad esempio al frumento.
Per altri settori invece la quarantena ha causato o accelerato una crisi dei prezzi. Si pensi al settore ittico o a quello lattiero-caseario. Gli italiani vanno meno a fare la spesa e quindi prodotti che prima si compravano quasi tutti i giorni, come il latte fresco, ora sono acquistati meno. Altri settori che risentono della crisi sono quello florovivaistico, visto che non si comprano più piante e fiori.
2) Problemi alla supply chain
Le restrizioni causate dalla quarantena hanno avuto l’effetto di rallentare la complessa catena di approvvigionamenti del settore primario, dal campo alla tavola. Rallentamenti ad esempio si sono verificati nella fornitura di fertilizzanti o agrofarmaci, spesso prodotti fuori dall’Italia. Alcune aziende di trasformazione hanno avuto difficoltà a far arrivare materie prime o semilavorate. Problemi si sono verificati soprattutto nell’export di prodotti alimentari.
Si tratta tuttavia di impatti limitati e comunque sul breve periodo, in quando la filiera alimentare è abbastanza incentrata sull’Italia o al massimo si articola a livello europeo. Nulla a che vedere con quella automotive, ad esempio, con parti che provengono da mezzo mondo.
3) Salute degli agricoltori
L’età media degli agricoltori statunitensi è alta, 58 anni. Quella dei farmers italiani lo è ancora di più. E visto che le infezioni da coronavirus hanno un esito fatale soprattutto negli anziani, si teme che gli agricoltori possano subire gravi perdite. Bisogna però fare due considerazioni. Primo, le misure di quarantena sembrano essere riuscite a contenere il virus. Secondo, gli agricoltori vivono in uno stato di naturale isolamento, in cui le interazioni umane sono limitate.
4) Isolamento sociale
Se l’isolamento può essere utile a contenere il contagio del virus ha anche un effetto collaterale, quello di isolare socialmente e culturalmente le persone che vivono nelle aree rurali. Negli Usa come in Italia i paesi di campagna non hanno una connessione internet veloce e dunque tutte quelle attività che oggi passano attraverso la Rete, pensiamo ad esempio alla didattica online, in queste aree sono precluse, con pesanti effetti sociali.
5) Carenza di manodopera
Ad oggi nelle campagne italiane mancano circa 300mila lavoratori stranieri. A questi si devono aggiungere quelli italiani che per varie ragioni non possono recarsi a lavorare. Se non si interverrà al più presto la carenza di manodopera porterà ad un aumento dei prezzi di alcuni prodotti, come frutta e verdura, o all’assenza totale degli stessi sugli scaffali.
6) Sicurezza degli operatori
La corsa all’accaparramento di dispositivi di protezione personale come guanti, mascherine, tute usa-e-getta e simili ha un effetto anche sul lavoro agricolo. Negli allevamenti infatti questi strumenti sono utilizzati come normale prassi igienico-sanitaria. E anche gli agricoltori usano questi dispositivi di protezione personale in alcune lavorazioni (come la miscela di agrofarmaci).