Domani si incontrano i capi di Stato e di Governo per decidere. Il commissario all’Economia in quota italiana: «Non voglio nemmeno immaginare la possibilità di un fallimento»
Che quella di domani non sarà una giornata decisiva per il Recovery Fund, la dotazione comunitaria per la ricostruzione post pandemica, ormai l’ha dovuto ammettere anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando ieri in Parlamento. Questo nonostante in più occasioni, in precedenza, si era detto convinto che quei soldi sarebbero arrivati per l’inizio dell’estate. Resta comunque ottimista il commissario all’Economia Paolo Gentiloni, che identifica un possibile traguardo nel mese di luglio.
Recovery Fund, cosa ha detto Gentiloni
«Credo che ce la faremo». Così Gentiloni, parlando sulla possibilità di trovare un accordo fra i Paesi membri sul fondo post pandemico per rilanciare le economie dell’Unione europea, «ma – ha aggiunto – forse non domani. Domani credo che sarà una tappa intermedia per avvicinare le posizioni e capire meglio fra capi di Stato e governo le differenze che sono sempre sul tavolo». Così il commissario all’Economia, intervistato dall’emittente d’Oltralpe France 2.
«Non voglio nemmeno immaginare la possibilità di un fallimento”, ma un’intesa sarà trovata «probabilmente a luglio”. «Ci arriveremo, ne sono sicuro», ha detto. «L’Europa ha avuto circa due settimane molto difficili» dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19 nel Continente. «Avevamo le frontiere chiuse fra i Paesi europei per i ventilatori polmonari e le maschere. Poi in una quindicina di giorni, dalla metà di marzo, l’Europa ha preso delle decisioni straordinarie e senza precedenti», ha spiegato Gentiloni. «Non potremo dire che la reazione è stata troppo tardiva o non all’altezza perché è stata molto forte, dopo due settimane davvero molto pericolose», ha continuato il commissario.
I rischi legati a una nuova ondata di Coronavirus
Gentiloni ha anche affrontato l’eventualità di una seconda ondata di contagi legati alla pandemia di Covid-19 sarebbe «lo scenario peggiore” per l’Europa, ma «in questo momento non abbiamo nessun segnale» che possa arrivare, ha detto il Commissario Ue, «Ovviamente guardiamo a cosa succede in Cina», ha sottolineato ricordando la previsione della Commissione di un calo del 7,4% del Pil per l’Unione europea, «ma in caso di seconda ondata, il crollo dell’economia sarebbe molto più serio».
Charles Michel
Meno ottimista Charles Michel
Ma il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, ancora sabato scorso intervenendo agli Stati generali ha voluto dissipare ogni facile entusiasmo: «Vorrei mettere tutti in guardia dal sottovalutare la difficoltà dei negoziati che stanno per iniziare», ha detto il politico belga a proposito del Recovery fund. «Si tratta di una proposta sotto molti aspetti inedita per natura e portata. Ma c’è ancora parecchia strada da fare», perché «su vari punti chiave del progetto esistono divergenze significative».
I Frugal Four
Il richiamo alle aperte ostilità manifestate dai Frugal Four e dai Paesi del Gruppo di Visegrád è implicito ma palese. «Per il buon esito dei negoziati, tutti dovranno sforzarsi di guardare le cose dal punto di vista degli altri», ha aggiunto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, concludendo il proprio intervento agli Stati generali.