L’autore di questo articolo ha presentato una tesi di laurea sull’equity crowdfunding e sul modo di trovare finanziamenti. Ne emerge che il capitale umano conta molto
Quando gli imprenditori approcciano il mercato dei capitali alla ricerca di finanziamenti per permettere lo sviluppo della loro startup, sono consapevoli di dover affrontare un problema noto come “asimmetria informativa”, ovvero una sproporzione tra le informazioni possedute dagli investitori rispetto agli imprenditori riguardante l’impresa oggetto di finanziamento. Questa distanza ha spesso impedito di formulare un giudizio pienamente corretto sul potenziale delle startup ad investitori professionisti che, per esperienza o per lavoro, hanno acquisito le capacità per valutare un’impresa. Dunque, che cosa succede nell’Equity Crowdfunding, dove gli investitori sono molti e dotati di una limitata capacità di valutazione? Quali sono i “segnali” che un’impresa deve utilizzare per aumentare la quantità di fondi investiti su un portale di raccolta? Per rispondere a questo quesito sono state analizzate le start-up e PMI innovative che hanno raccolto fondi su quattro piattaforme di Equity crowdfunding dal 2016 fino al settembre 2019. Le piattaforme analizzate sono state le seguenti: BacktoWork24, Crowdfundme, Mamacrowd e 200Crowd.
Se un team numeroso è segnale della validità dell’idea
Dallo studio sono emersi risultati interessanti per i futuri startupper che intendono avvalersi dell’Equity Crowdfunding. È emerso che all’aumentare del numero di membri facenti parte del top management team aziendale, aumenti la quantità di denaro raccolta. Infatti, più numeroso è il team, maggiore sarà la specializzazione di questo che potrebbe far sì che figure come il CEO si concentrino sui problemi più rilevanti dell’impresa. Inoltre, un team numeroso è un segnale della validità dell’idea alla base della azienda in quanto in essa hanno creduto molti professionisti. Importante è anche il numero di membri del team laureati in economia: al loro aumentare, cresce il valore che gli investitori assegnano all’emergente realtà imprenditoriale; questo perché si ritiene che il TMT sia in grado di valutare opportunamente il potenziale di business e anticipare i futuri trend, sviluppare i relativi piani marketing, i costi e i rischi nei quali si può incorrere. Lo studio indica anche come sia significativo che il team sia composto da persone provenienti da campi di istruzione differenti. Questa eterogeneità è considerata come positiva dagli investitori, in quanto, permette di tenere in considerazione, durante il processo decisionale, punti di vista differenti così da riuscire a generare un maggior numero di alternative o idee. Sorprendentemente, variabili connesse all’aspetto finanziario come la valutazione premoney della società, il business plan oppure la quantità minima di denaro investibile, non hanno un effetto significativo sulla quantità di capitali raccolta.
Il capitale umano riduca l’incertezza
I risultati ottenuti hanno, dunque, evidenziato come i segnali connessi al capitale umano della startup siano maggiormente in grado di ridurre le incertezze degli investitori, rispetto a quelli relativi ai dati finanziari della azienda. Questo perché la giovane età dell’impresa rende obsoleti rapidamente documenti tecnici, come il business plan, ed enfatizza il ruolo dei componenti del team aziendale. Per massimizzare la quantità di fondi raccolta attraverso l’Equity Crowdfunding, gli imprenditori devono, quindi, prestare particolare attenzione alle competenze, al numero e al background accademico di coloro che andranno a comporre il top team dell’impresa.
L’Equity Crowdfunding si è affermato negli anni come ulteriore trampolino per le startup accanto ai Business Angels e Venture Capitalists. Prestandosi ad interessanti azioni coordinate con questi ultimi, esso può crescere ulteriormente. Le piattaforme di Equity Crowdfunding potrebbero operare come “filtro” per la selezione delle start-up più promettenti da portare all’attenzione dei gestori dei fondi di Venture Capital come il nuovo Fondo Nazionale Innovazione (FNI) creato dal governo italiano, dal valore di un miliardo di euro.