Carlo Alberto Pratesi, docente di Economia a Roma Tre e co-ideatore di Innovaction Lab, spiega i motivi della chiusura del programma, lo stesso che ha il 90% delle startup. L’esperienza finisce, restano le sue gemmazioni
«Come succede a tantissime startup, la decisione di lasciare perdere il progetto è stata perché tra i founder non c’era più armonia. Di ruolo, di peso nell’associazione, di interessi». Il primo a voler motivare la chiusura (momentanea? Non si sa fino a che punto) di Innovaction Lab è Carlo Alberto Pratesi. Martedì avevamo sentito Coppola che però non è intenzionato a dare alcuna motivazione alla scelta. Ordinario di Economia gestionale a Roma Tre, è da un’idea avuta con un altro professore di Roma Tre, Paolo Merialdo che Innovaction Lab nasce nel 2010. Merialdo insegna Ingegneria. L’obiettivo di quello che poi sarà Innovaction Lab è mettere insieme il know how acquisito da studenti di economia e ingegneria per avvicinarli al mondo dell’impresa.
Ma un’impresa non affonda mai le sue radici solo nella teoria. Serve la pratica, l’esperienza. Quella arriva da Augusto Coppola, ingegnere di formazione, di startup ne aveva fatte un po’ in precedenza, con una conoscenza delle startup e del mercato del venture che ai due mancava. E dà all’associazione la spinta definitiva per poter diventare quella che oggi conosciamo: una straordinaria fucina di talenti, che ha dato il via a progetti d’impresa che poi sono diventate startup vere e proprie. E molte di queste continuano a vivere e crescere sul mercato.
I primi segni che qualcosa non andava, e l’armonia perduta
«Inizialmente tra di noi l’impegno era equamente ripartito. Ognuno organizzava una parte. Io le docenze, Merialdo i viaggi fatti dalle startup prima in Israele, poi Singapore e lo scorso anno a New York» spiega Pratesi. Ma negli ultimi anni, confessa Pratesi, il carico «si è sempre più spostato sulle spalle di Augusto, che ha assunto un ruolo e una presenza assolutamente centrale». Con Roberto Magnifico, Coppola guidava i team. Si occupava della parte di coaching.
«Allora c’era una buona chimica. Poi gli assetti interni ad Innovaction Lab si sono un po’ spostati sulle spalle di Augusto. Ed è anche per questo che ha deciso, probabilmente di chiudere l’esperienza e di non avviare un nuovo anno del programma». Ma perché farlo? Perché chiudere un’esperienza che è riconosciuta come una delle migliori per le startup che ci fanno parte? «Quello che posso dire che la decisione è nata a mio avviso da un malessere di Augusto, dovuto forse ad un sovraccarico di impegni (Coppola è anche il direttore del programma di accelerazione di Luiss Enlabs, ndr)».
Augusto Coppola: «Per quanto mi riguarda è esperienza finita.
Meglio non parlarne»
Solo questo? «Credo che non abbia ritenuto di poter essere sostituito dai soci in quello che faceva e che ha fatto, in un certo senso a ragione, perché quello che faceva lo poteva fare così bene solo lui. E piano piano si è guastato il meccanismo del team».
Il riconoscimento mancato da parte dell’Italia, e dell’ecosistema
C’è un’altra questione però, che è emersa nel post pubblicato su Facebook da Coppola. La mancanza di riconoscimento del ruolo di Innovaction Lab. Che riconoscimento volevate? «Forse lui voleva che l’ecosistema riconoscesse più valore al programma, ma in che termini è difficile dirlo». Anche perché il riconoscimento di certo non mancava, almeno di valore. Perché è noto che tutti riconoscono grande valore al programma. E i fondi per lanciare un nuovo bando per il 2016, fa sapere Pratesi, c’erano già e tutto era pronto per farlo partire.
Quel che resta di Innovaction Lab: le «gemmazioni» di Roma Tre
Quindi possiamo considerare Innovaction Lab un’esperienza chiusa? «Per quanto ne so si, senza Coppola è difficile farla. E poi gli altri lo hanno seguito a ruota nella decisione, segno che qualcosa non andava ed era un processo irreversibile». Resterà qualcosa invece. L’eredità di Innovaction Lab continuerà in un certo senso in altri progetti, alcuni avviati dallo stesso Pratesi. «A Roma Tre abbiamo da poco lanciato un corso di Product Design con Nicola Mattina (cofounder di Stamplay, cofounder e amministratore delegato di Talent Garden di Roma). L’eredità di Innovaction Lab sta già rivivendo in queste esperienze. Sono le sue gemmazioni e io per quanto mi riguarda continuerò a farla gemmare in queste attività».
Arcangelo Rociola
@arcamasilum