Residente da otto anni a Londra, Zanelli ha lanciato Pulp, una piattaforma innovativa dedicata agli amanti del vino che ha raggiunto il goal su Indiegogo
In vino veritas, nel vino è la verità, dicevano gli antichi. E proprio la volontà di raccontare la verità sui vini, la molla che spinge un ex manager della finanza a lasciare il suo lavoro ed avviare una startup. Paolo Zanelli, 34enne italiano, da otto anni residente a Londra, ha lanciato Pulp, una piattaforma innovativa dedicata agli amanti del vino che ha raggiunto il goal prefissato su Indiegogo: oltre 20mila sterline in poco meno di 24 ore. Lo abbiamo raggiunto su Skype per farci raccontare del suo progetto.
Finanza&Vino
Prima di volare a Londra, Paolo trascorre la sua vita in mezzo alle vigne di familiari e amici in Friuli, la sua terra d’origine: «Lavoravo nel mondo della finanza, ma ho sempre mantenuto un contatto con il vino. Facevo da consulente per diversi amici produttori e per perfezionarmi ho fatto un corso di sommelier», racconta Paolo a Startupitalia!
Lo si sa, quando le passioni prendono il sopravvento, spesso si ha poca scelta e nella storia di Paolo il vino batte nettamente la finanza: «I produttori di vino amici mi raccontavano la passione che mettevano nel loro lavoro e quanto questo fosse spesso poco apprezzato dai clienti. A penalizzarli sul mercato era la scarsa conoscenza del prodotto vino da parte dei consumatori. Pochi sapevano veramente sceglierne uno di qualità e per questo erano spesso esposti a prendere dei grandi bidoni. Pulp è la soluzione, una piattaforma che offre dei vantaggi sia a chi produce che a chi consuma».
Cos’è Pulp
Pulp si presenta come un’app che offre una lista di vini di produttori indipendenti, scelti da Paolo sulla base delle sue competenze nel campo. L’utente sceglie un abbinamento di vini, li prova, li confronta e può imparare con delle video lezioni tutto sulla storia, sul gusto e sulla loro composizione. Una volta terminata questa fase valuta i vini, sulla base di un sistema di rating. L’algoritmo impara dai suoi gusti e in automatico gli proporrà nella sua lista solo quei vini che si avvicinano ai suoi gusti, per un “match” tra tipologia di vino e cliente:
«L’obiettivo nel lungo periodo è un sistema di realtà aumentata che consentirà al cliente, mentre magari è al ristorante e non sa che vino ordinare, di fare una foto della lista e essere aiutato proprio dalla piattaforma, che ha precedentemente registrato le sue abitudini. Insomma, non dovrà più trovarsi in imbarazzo».
100mila sterline da business angel
Pulp parte la scorsa estate con una fase di beta testing. Paolo forma la squadra (cinque persone e un freelance). Il team investe nel progetto i suoi soldi, in una prima fase. Poi partecipa prima a un programma di incubazione presso The Founder Institute, e poi successivamente l’idea è accelerata all’interno di un programma, il MustChallenge: «E’ qui che ho allargato il mio network di conoscenze, come alcuni business angel, americani, inglesi e anche italiani, che hanno investito in Pulp 100mila sterline».
Per lanciare la startup e testare ancora il prodotto, Paolo sceglie di creare una campagna di crowdfunding. La promozione parte molto prima con eventi offline: «Erano occasioni nelle quali mostravamo dal vivo il nostro metodo. I clienti compravano i vini, li votavano e in un terzo step con il sistema delle recommendation, gli consigliavano i vini più adatti a loro. Allo stesso tempo raccoglievamo una mailing list da utilizzare per la campagna di crowdunding». Un mese e mezzo del lancio ufficiale partono con una campagna sui social media. Agli utenti che lasciano la loro email viene promesso in cambio un mini corso sul vino. Le campagne di promozione sui social media mostrano l’interesse che c’è sul prodotto.
20mila sterline in meno di 24 ore
Il lancio è pronto, su Indiegogo parte la raccolta fondi: «Indiegogo è nato con i produttori di film indipendenti, la piattaforma aveva l’anima giusta che noi cercavamo. Anche Pulp si rivolge ai produttori indipendenti di vini, era questa la piattaforma su cui investire».
In sole 24 ore Pulp raggiunge l’obiettivo: «Se vuoi ottenere il goal in una campagna di crowdfunding, devi sapere alcune verità. La campagna impiegherà il 50% del tempo della tua azienda. Servirà un investimento (difficile riuscire senza mettere 10mila euro, per video e promozioni). Come sarà necessario trovare un canale di contatto continuo con il pubblico, l’engagement che per esempio puoi trovare attraverso il blog. Fare una campagna di crowdfunding è come concludere una vendita: all’inizio ci sarà diffidenza da parte dei clienti alla prima stretta di mano, ma poi al secondo o terzo incontro magari potrebbe scattare la fiducia».
Paolo ci confessa anche la difficoltà maggiore di una campagna e un falso mito: «Le piattaforme ti dicono che il tasso di conversione è intorno al 5%, ma per mia esperienza personale non è così, sei fortunato se tocchi il 2%. Il lavoro più difficile è proprio lavorare sui livelli di conversione, devi riuscire a capire perché le persone che sono finite sulle tue pagine e non investono. Il successo di una campagna lo costruisci con quest’analisi dei dati continua. In fondo le piattaforme ti danno solo la macchina, il risultato migliore che puoi ottenere sei tu a costruirlo giorno dopo giorno»