Questa sera Apple, dal palco del nuovo Steve Jobs Theater a Cupertino, potrebbe annunciare novità interessanti per Apple Pay, la sua soluzione di pagamento con lo smartphone. Su tutte, l’allargamento degli istituti di credito internazionali le cui carte sono supportate dal sistema e, soprattutto, la possibilità di scambiare denaro fra privati. Ovviamente transitando dall’app Messaggi e prelevando o accreditando il denaro sul conto Apple Pay. Un ulteriore passo in avanti che fa del meccanismo della Mela il primo, vero modo di lasciare le carte di credito a casa. Senza dimenticare ovviamente le numerose soluzioni fintech come l’italiana Satispay, che pure consentono di pagare in negozi convenzionati fisici e online e scambiarsi denaro fra contatti.
La quota di mercato
Se Amazon Pay è già arrivato in Italia – ma è un meccanismo diverso, serve a pagare online utilizzando le informazioni del proprio account sul “negozio del mondo” – Samsung Pay dovrebbe sbarcare entro l’anno dopo l’arrivo in diversi Paesi, dalla Gran Bretagna a Hong Kong passando per la Svizzera. E senza commissioni. L’arena dei pagamenti con lo smartphone promette dunque di arricchirsi. Della partita non mancherà neanche l’agguerritissima cinese Huawei, divenuta da pochi giorni il secondo produttore al mondo di telefoni: in attesa del nuovo iPhone X e degli iPhone 8 e 8 Plus, gli ultimi dati di Counterpoint Research dicono infatti che Huawei ha scalzato Apple dalla seconda piazza della classifica, con la vetta è sempre saldamente occupata da Samsung. Erano sette anni che la Mela non scivolava al terzo gradino: lo scorso giugno la quota di mercato globale dei cinesi era del 12% contro il 9% di Apple.
L’indiscrezione dall’ufficio brevetti Ue
Adesso, forse col lancio del nuovo Mate 10 in programma a metà ottobre, potrebbe sbarcare in Europa anche Huawei Pay. La soluzione gemella di pagamento per saldare il conto tramite il proprio dispositivo. Già proposto un anno da in patria – dove vanno fortissimo sia Apple che Samsung, con tassi di adozione più alti di quelli della Mela – il servizio sembrerebbe a un passo per via di un’indiscrezione: la richiesta di registrazione di un marchio all’Ufficio dell’Unione Europea per la proprietà intellettuale. Quel marchio (e quel logo) risponde proprio alla voce “Huawei Pay”.
Le prospettive in Europa
Secondo la descrizione fornita alle autorità europee si tratta proprio di una piattaforma e di un’applicazione per servizi finanziari. Ciò che è insomma già noto in Cina – anche se supportando un limitato numero di istituti di credito fra i quali c’è comunque la Bank of China – e che, conoscendo le ambizioni del brand cinese, non dovrebbe tardare a fare capolino almeno in qualche mercato del Vecchio Continente. Su tutti, gli osservatori mettono nel mirino Germania e Regno Unito. Anche se considerando l’amore degli italiani per questo brand, l’Italia potrebbe non rimanerne esclusa.