A novembre dello scorso anno avevamo scritto anche noi dell’exit di Prestiamoci, la startup italiana dei prestiti tra privati della scuderia di Digital Magics, della quale era stata annunciata la vendita al gruppo norvegese TrustBuddy International per 5,3 milioni di euro. Adesso TrustBuddy è falllita, ma contrariamente a quanto reso noto, alla fine l’acquisizione di Prestiamoci non era stata completata. Insomma, non era un’exit. Per capire meglio cos’è successo abbiamo sentito Michele Novelli, managing director di Prestiamoci.
Cronaca di un affare sfumato (e di tanta fortuna)
A giugno le prime crepe nell’affare: TrustBuddy decide di non procedere all’acquisto «in linea con la propria strategia di focalizzazione sui mercati del Nord Europa». Una giustificazione che non piace a Digital Magics che avvia azioni legali per tutelare i propri diritti. La situazione poi degenera negli ultimi giorni con il fallimento del Gruppo.
Come avete appreso la notizia?
«Via email. Siamo nella mailing list della Borsa svedese e abbiamo ricevuto un messaggio la mattina in cui TrustBuddy è andata in bancarotta».
Che succede ora?
«L’operazione di vendita non era ancora completata quando è saltata fuori la notizia. Si trattava di una proposta di acquisto. Non c’era stato alcun passaggio di capitale. Eravamo ancora nella fase di analisi del Gruppo che aveva deciso di acquisirci. Una fase normale. A novembre abbiamo fatto le nostre ricerche, dietro l’azienda c’era la Deutsche Bank, cosa che ci è sembrata una garanzia. A febbraio abbiamo poi notato già qualche segnale preoccupante, tipo che il Gruppo aveva cambiato amministratore delegato».
E poi?
«Ci siamo defilati. Abbiamo tirato dritto per la nostra strada secondo i piani che avevamo già stabiliti. Oggi stiamo per definire un nuovo aumento di capitale che presto sarà comunicato alla stampa».
Cosa c’è nel futuro di Prestiamoci?
«Stiamo assumendo personale: abbiamo già preso in squadra un ingegnere matematico e manager nella parte commerciale. Stiamo cercando figure per supporto clienti e tecnici. Per ora il fatturato non è una nostra priorità. Siamo concentrati al 100% sul miglioramento del servizio».
Giancarlo Donadio