La Società Italiana Autori ed Editori, il Festival, la Direttiva Barnier, ma anche le prospettive per il nuovo anno. Ne parliamo con il ceo della startup, che sfida la SIAE sui diritti d’autore
SoundReef era tra le migliori 100 startup del 2015 e si è confermata nella top 100 di StartupItalia anche nel 2016 (QUI la lista della migliori 100). Nel corso del 2016 la startup di Davide D’Atri che gestisce copyright e royalties per gli autori e che sfida la SIAE sulla raccolta dei proventi dei diritti d’autore ha ricevuto un investimento di 420 mila euro dal Club degli Investitori. Non solo. Fra i big che hanno scelto SoundReef, Gigi D’Alessio, Fedez, Fabio Rovazzi, Tommaso Pini, cantautore fiorentino di 28 anni in gara al Festival di Sanremo 2017 e Nesli (Soundreef porterà al Festival dei fiori 4 brani, con Nesli, Gigi D’Alessio, Tommaso Pini appunto e di un altro big top secret). Ma la storia di SoundReef è anche la storia dello scontro proprio con la SIAE (monopolista da 130 anni).
«Siamo l’unica azienda in Europa che ha creato un meccanismo alternativo di tutela dei diritti d’autore, una società che può scalare sul mercato dei copyright» aveva detto alla fine di aprile 2016 fa proprio Davide D’Atri a StartupItalia! Ad accendere la miccia stavolta non è stata l’ennesimo colpo di SoundReef, ma ci ha pensato il presidente di SIAE Filippo Sugar. A proposito della fuga dalla SIAE di Fedez e Rovazzi, il presidente della SIAE ha detto al Corriere: «Ho sempre pensato che sarebbero tornati da noi. Recentemente Soundreef ci ha chiesto di raccogliere per loro i diritti sul territorio». E ha aggiunto: «Era inevitabile: una start-up tecnicamente non può monitorare la complessità di questo mondo. Dietro a ogni brano ci sono quote diverse e tanti aventi diritto. E poi la loro era più che altro una fuga verbale. Perché non conta il cantante, ma la canzone».
La replica di D’Atri non si è fatta attendere. «Falso, falso e falso. Noi stiamo affidando a SIAE solo la classe 1 (piccoli bar e piccoli esercizi. meno del 10% del mercato)» ha scritto sul suo profilo Facebook. Lo abbiamo sentito poche ore prima che partecipasse ad un’Audizione alla Camera dei Deputati presso la Commissione Cultura: all’ordine del giorno la Direttiva sulla gestione collettiva dei diritti d’autore e dei diritti connessi, la cosiddetta Direttiva Barnier, il testo europeo sulla liberalizzazione del mercato dei diritti d’autore.
Partiamo dal principio. Filippo Sugar ha parlato di una sorta di “ripensamento” di SoundReef.
«E’ falso. Abbiamo chiesto a SIAE di riscuotere royalties solo ed esclusivamente per la Classe 1, ovvero piccoli esercizi e piccoli bar. Qualcosa che vale meno del 10% del mercato. L’unica classe di ripartizione dove serve una società che di fatto si muove porta a porta. E’ l’unico segmento di mercato che non può essere liberalizzato. Un accordo, tra l’altro, ancora in negoziazione».
Ma perché quelle dichiarazioni proprio ora?
«SIAE è uscita con queste dichiarazioni per 2 ragioni. Negli ultimi dieci giorni abbiamo inviato lettere a centinaia di utilizzatori italiani (radio, tv, etichette discografiche), avvertendoli che, dal 1 gennaio 2017, se utilizzano opere che appartengono a noi devono pagare a noi un compenso. Siamo entrati insomma nel vivo della questione. Al Festival di Sanremo 2017, Soundreef porta 4 brani. La Rai e l’Ariston non possono utilizzare lecitamente quelle opere se non pagano una licenza a Soundreef».
E la seconda ragione?
«Il secondo motivo si lega al nostro invito in Commissione Cultura. Il Governo ha votato uno schema di decreto subito dopo Natale che recepisce la Direttiva Barnier. Ora lo schema di decreto è tornato alle commissioni per il parere. Crediamo che questo schema di decreto abbia delle cose positive. Siamo molto vicini a fare un’ottima legge, o a fare un disastro totale».
…intanto, dopo il caso ColdPlay, scoppia il caso U2 e SIAE ha presentato un ricorso d’urgenza al Tribunale Civile di Roma.
«Le azioni contro il secondary ticketing della SIAE sono corrette. E’ una storia complessa. La sapevano in molti, ma è scoppiato il caso solo dopo il servizio de Le Iene. E’ giusto combattere il fenomeno in tutte le maniere».
Il 2017 di Soundreef. Qualche previsione.
«Intanto dal 1 gennaio abbiamo introdotto 4 nuovi servizi: la radio, la tv, l’online e il fonomeccanico. Vogliamo contribuire a creare un nuovo ecosistema che possa fornire servizi a 360 gradi ad autori ed editori. Non solo. Accanto a questo, vogliamo continuare a crescere per quanto riguarda il repertorio. Il 2016 è stato un anno molto importante, con 8 mila autori. Nel 2017 vogliamo proseguire in questa direzione. Con un occhio agli Stati Uniti».