La nuova versione di Musixmatch integrata Spotify su mobile, qualche domanda al founder Max Ciociola: «Il nostro nuovo modello sarà consumers, l’Europa nel lungo termine meglio della Silicon Valley»
A dicembre 2015, 50 milioni di volte utenti di tutto il mondo hanno scaricato l’app di Musixmatch. Un numero che fa impressione, una milestone non da poco per la startup fondata a Bologna da Max Ciociola nel 2010. Con una crescita anno su anno del 308 percento e un numero di utenti attivi che supera i 30 milioni al mese. Ma quello che forse più aspettavano gli utenti è che Musixmatch integra Spotify anche su mobile dopo averlo fatto con la versione desktop, dove da oggi si potranno vedere i testi delle canzoni, proprio come sulla versione desktop. 30 milioni di utenti attivi. Per avere un metro di paragone, stando ai dati Appannie.com, gli utenti attivi di colossi come Shazam e Soundcloud sono 100 milioni, ed entrambe hanno una valutazione superiore al miliardo di dollari. Anche se non è possibile tracciare una valutazione di mercato di Musixmatch su questi dati (l’inferenza sarebbe scorretta), il paragone può servire Musixmatch in questi anni. Con una differenza. L’engagement degli utenti, che se su Shazam è di circa tre minuti a sessione, su Musixmatch arriva a 25-30 minuti in media. Ed è qui che si gioca la nuova partita dell’azienda che abbiamo scelto come la migliore in Italia nell’ambito Enterteinment all’Open Summit il 14 dicembre. Ce lo racconta Max Ciociola, founder, con la voce che tradisce ancora emozione ma lucido nel pesare bene parole e entusiasmi.
A febbraio avete annunciato l’integrazione con Spotify desktop, oggi quella più attesa in un mondo mobile first.
Sappiamo che è quello che gli utenti si aspettavano, per noi è una doppia vittoria. Da un lato il numero di utenti in crescita costante, dall’altro con questa mossa possiamo definire una nuova strategia nel nostro business model spostandolo sul lato consumer. Non posso rivelare i dati esatti perché sono di Spotify, ma l’integrazione nella versione desktop è stata un successo di numeri pazzesco. E questa è la naturale evoluzione. Finora abbiamo visto in giro persone che ascoltano musica su Spotify dalle cuffie. Ci piace immaginare che da ora con questa integrazione i veri appassionati di musica avranno anche gli occhi sullo schermo per leggere i testi delle canzoni.
Come guadagnava finora Musixmatch e cosa succederà adesso?
Ad oggi il nostro modello è dare la licenza ad aziende per usare il nostro archivio o parte dell’archivio (ad oggi il più grande archivio di testi al mondo, ndr), come facciamo con Spotify. La nostra forza è che totalmente crowd based, con 20 mila testi nuovi messi ogni giorno, 600 mila la mese. Da oggi con l’integrazione in Spotify mobile possiamo pensare a un nuovo modello. Non sappiamo quando, non sappiamo come, ma l’obbiettivo è vendere il nostro servizio agli abbonati premium di Spotify pagando una piccola percentuale in più rispetto all’abbonamento. Potranno essere 10 euro l’anno, o giù di lì, niente di preciso, ma quella è la strada.
Ci avete messo un po’ per arrivare ad un modello basato sulla vendita agli utenti.
Cinque anni di prove e tanti errori, che ci stanno per chi fa startup e lo sappiamo. Come il microfono per Karaoke che abbiamo lanciato nel 2013, è andata male, ci abbiamo provato.
E poi è arrivata Spotify ed è cambiato tutto.
La svolta per il nostro modello, ci ha aiutato a capire in che direzione andare. Musixmatch oggi fa mezzo miliardo di sessioni al mese. Mezzo miliardo di volte viene usata da 30 milioni di utenti attivi. Se cominciamo a monetizzare questa audience con advertising e con gli utenti premium di Spotify la partita si fa interessante. Oggi non siamo più una starup. Il 19 dicembre non saremo nemmeno più iscritti al registro delle startup perché abbiamo più di 5 anni. Siamo un’azienda in tutto e per tutto, senza esagerare, siamo una piccola multinazionale che in Italia ha sempre voluto mantenere anche mediaticamente un approccio low profile, ma che è conosciutissima all’estero, in Svezia, in Giappone, negli Usa. Noi a Bologna facciamo i turni anche di notte per mantenere i contatti con i nostri clienti e partner statunitensi. Un grande sacrificio che stiamo ricompensando col tempo.
Come si fa ad essere scaricati 50 milioni di volte?
Abbiamo buttato il sangue per 5 anni. Tutto qui. Abbiamo sbagliato e imparato dagli errori. Abbiamo fatto sacrifici, tutti, tutto il team. Noi non ci siamo inventati niente, le lyrics c’erano già, ma abbiamo lavorato sull’esperienza degli utenti. E abbiamo creato con la versione 6.0 qualcosa di completamente diverso, una nuova esperienza per gli utenti, unica al mondo. La storia è che i testi delle canzoni prima si leggevano nei libricini dei cd, poi i cd sono morti ed è arrivato il digitale, ma i testi andavano letti su Google, a parte (ad oggi un miliardo di persone al mese cercano testi su Google, ndr), noi abbiamo integrato tutto in una app cercando di rispondere ad un bisogno. E Spotify ci ha detto, facciamolo insieme. Ed è stata la leva che ci ha fatto scalare sul numero di utenti.
Mai pensato di vendere?
Certo ma non ci sono ad oggi le condizioni per farlo. E poi vendere non è facile. Nemmeno fare un round di investimento è facile, emotivamente. Festeggi perché hai più soldi, va bene, ma è un piccolo dramma perdere quote della tua azienda non è mai facile per un imprenditore. E io lo faccio da decine di anni oramai e so che vuol dire. E poi fare un’exit non si pianifica. Chi ha cercato di farlo, e ne conosco, ha fallito.
So che hai molti rapporti con gli Usa, con San Francisco. Lì sarebbe stato più facile, perché rimanere a Bologna?
Fare impresa in Italia non è facile, ma girano un sacco di chiacchiere sugli Usa, sulle valutazioni degli unicorni, francamente preferisco starmene qui, in Italia, ma consapevole di essere in Europa.
Cioè meglio l’Europa degli Usa?
Ma certo! Guarda sento un sacco di volte gente che dice, «ah ma negli usa si raccolgono 10, 20 milioni in round di investimento» e magari ti valutano 100 milioni per prenderne 10 e se vuoi vendere devi farlo almeno a un miliardo. E’ un mercato distorto, non credo sia una bolla, ma le valutazioni sono fatte sugli utenti. Quando Shazam ha fatto 100milioni di utenti unici al mese, era stata valutata un miliardo anche se era in perdita e la gente ci stava due minuti al giorno. Con SoundCloud storia simile. Il problema non è ottenete una valutazione alta, ma mantenerla nel tempo. Ed è qui che stanno cominciando a sorgere i problemi.
Questo lato business, lato ecosistema, credi che anche in questo caso l’Europa giochi meglio?
Potenzialmente sì, abbiamo decine di paesi, decine di culture, e una qualità della vita e delle persone molto superiore a San Francisco. L’ecosistema europeo sta crescendo. Negli Usa hai l’impressione che tutto sia sempre più figo. Ma sul lungo termine so che l’Europa vincerà. Una volta che anche qui si avvieranno gli investimenti necessari per far decollare le startup la strada sarà in discesa. Già oggi per me è meglio Londra, Stoccolma o Berlino di San Francisco. Mi auguro che a breve ci sarà anche Milano.
Cosa ci manca?
Molti danno la colpa agli investitori. Io credo che la colpa sia degli imprenditori che non hanno l’ambizione di voler creare il prodotto migliore al mondo. Pensare di fare la cosa migliore di tutti, ecco quello che ci manca. Gli investimenti arriveranno di conseguenza. Se non dall’Italia dal resto d’Europa. Dobbiamo creare case history, come a Londra o a Stoccolma. Il successo è sempre una questione di prodotto. C’è la matematica, la finanza, certo, ma è dal prodotto che parte tutto.
Breve descrizione di Musixmatch 6.0
Ad oggi l’app di Max Ciociola rimane l’archivio più grande di canzoni al mondo. Con 12 mililioni di testi in 58 lingue. Il «vocabolario della musica», come è stato definito. Quanto a Spotify, creata a Stoccolma nel 2008, oggi fornisce ai propri utenti 30 milioni di canzoni, ed è presente in 58 mercati con 100 milioni di utenti attivi e 20 milioni di abbonati premium. Gli utenti Musixmatch da oggi possono avere accesso all’intero catalogo di Spotyfy direttamente dall’app di Musixmatch (la nuova Musixmatch, la 6.0) sia su Android che su iOs, connettendosi attraverso il proprio account premium di Spotify. Potranno cercare le canzoni attraverso testi o parte di testi e importarli nelle loro playlist. Gli utenti di Musixmatch invece potranno usare il tap per il riconoscimento delle canzoni per taggare canzoni da tutte fonti audio (radio, tv etc..) e creare automaticamente una playlist su Spotify. Tipo: le canzoni ascoltate in quel dj set particolare e così via.
Arcangelo Rociola
@arcamasilum