Dopo l’operazione di crowdfunding che, grazie ai social, ha attratto 101 soci e 500.000 euro in 90 giorni, Mulinum arriva anche in Toscana, Puglia e Sicilia
Nel cuore della Calabria, nel paese di San Floro (Catanzaro), Stefano Caccavari, giovane imprenditore 31enne, porta avanti un grande progetto: recuperare e rivalorizzare il lavoro dei suoi nonni e dei suoi avi producendo farine, macinate a pietra, dai grani antichi locali. In un territorio che rischiava di diventare un’enorme discarica, la più grande d’Europa.
Questa è la storia di Mulinum, la startup calabrese che, grazie ad uno straordinario successo di crowdfunding e campagna social su Facebook, in soli 90 giorni è riuscita ad attrarre i primi 101 soci per 500.000 di capitale sociale interamente versato da privati.
E questa è la storia di un giovane imprenditore che, terminati gli studi in Economia aziendale, sognava la California. Invece, si è rimboccato le maniche e ha avviato un progetto di filiera che, inizialmente, ha visto protagonista l’ultimo mulino calabrese ancora in attività. Nel 2017, infatti, Stefano ha dato vita alla sua prima azienda agricola biologica, e adesso è pronto per inaugurare anche la seconda attività, in Toscana, nella Val d’Orcia. Un terzo Mulinum nascerà a Mesagne, in Puglia, per mettere poi le radici anche in Sicilia, a Siracusa, e attrarre anche il capoluogo dell’altra grande isola italiana: Cagliari.
“Velocità e capacità di esecuzione, mantenendo le promesse date e perseguendo la missione di mettere in atto qualcosa di etico e di bello per il proprio territorio sono state le chiavi del successo di Mulinum”, afferma il founder.
Come è nato il primo Mulinum
Un progetto che nasce dal Sud, dalla volontà di un giovanissimo, allora 27enne che, appena terminati gli studi in Economia Aziendale, sognava di lavorare in campo economico-informatico in California. Al contempo, la sua terra d’origine assiste al rischio imminente di un disastro ambientale: la costruzione di un’enorme discarica che sarebbe diventata la più grande d’Europa. E’ stato grazie a cittadini e professionisti che si sono opposti in massa se il pericolo è stato sventato. In questo preciso momento, Stefano Caccavari decide di impegnarsi attivamente per la riqualificazione della sua terra, avviando il progetto dell’’“Orto di famiglia”: un grande orto da far coltivare a suo zio Franco, esperto del settore, e da affittare a catanzaresi e persone dei dintorni che si sarebbero occupati personalmente del raccolto. Se, inizialmente, riesce a raggiungere soprattutto amici, medici e famiglie, presto arriva a toccare quota 150 affittuari e a comunicare il suo progetto sui social, con una pagina Facebook.
Stefano si appassiona ai grani e scopre che dal 1974 in Italia non vengono quasi più coltivate le specie antiche locali perché soppiantate da una varietà nuova (Creso), più resistente delle altre e fino a 4 volte più produttiva, ma che, allo stesso tempo che richiede l’impiego di concimi e pesticidi. Stefano decide di provare a coltivare un primo ettaro di terreno con il vecchio grano “Senatore Cappelli” e tornare a produrre pane e pizza con grani antichi laddove, a distanza di poco tempo, sarebbe sorto il primo Mulinum: un grande casolare, costruito in bioedilizia, situato in prossimità dei campi coltivati a grano, facilmente raggiungibile dalle città.
Dotato di macine in quarzo di “La Fertè” (celebre fabbrica francese, oggi chiusa, che ha fatto la storia dei migliori mulini del mondo), quello di San Floro è, di fatto, l’ultimo mulino ancora attivo della Calabria, che Stefano e il suo team hanno saputo riqualificare e rivalorizzare.
La nuova azienda agricola biologica macina esclusivamente a pietra, a vista, e produce pane, pizza e biscotti con farina integrale al 100%, lievito madre e sulla base di ricette tradizionali. Prima chef ambassador di Mulinum è Caterina Ceraudo, stellata chef calabrese, che ne ha sposato la mission sino dal suo esordio.
Ma il successo di questa startup deriva anche dalla commercializzazione delle farine, sia nella distribuzione organizzata che verso i panificatori di grani antichi, in loco e online.
Il successo grazie ai social
Ad oggi, Mulinum, attraverso i social network, ha raccolto 1.436.000 euro, conta 220 soci sottoscrittori e sta attirando sempre più attenzione da parte di aziende agricole, imprenditori ed esperti di settore.
Nel 2016 Caccavari lanciò un annuncio su Facebook: “Aiutatemi a salvare l’ultimo mulino a pietra della Calabria”. E nel giro di soli 90 giorni, arrivarono impegni di sottoscrizione per 500.000 euro e 101 soci. Così, a gennaio 2017, venne inaugurato il Mulinum di San Floro.
Grazie a un passaparola, generato sia dai media che dai social, il founder è riuscito ad entrare in contatto ed attrarre sempre più aziende, imprenditori e investitori interessati alla mission della startup. Capofila, la Toscana; dove, in Val d’Orcia, nel comune di Buonconvento, sorgerà il secondo Mulinum. Poi sarà la volta del Salento, di Siracusa e, in ottobre, un primo incontro per Mulinum Sardegna.
Durante l’ultima call, la startup ha raccolto ulteriori 120 soci, per la aggiuntiva cifra di 936.000 euro.
Il Giardino dei Sonagli
Nel Mulinum non si fanno solo pane, pizza e biscotti, ma si può anche assistere a laboratori didattici, eventi culturali ed esposizioni a cielo aperto, come quella appena inaugurata dall’artista Yuval Avital.
In occasione della Festa della Trebbiatura, Avital ha voluto omaggiare i partecipanti con una performance per inaugurare il “Giardino dei Sonagli“, che ha visto il coinvolgimento del progetto Terzo Paradiso Cittadellarte- Fondazione Michelangelo Pistoletto.
“Una scultura sonora di grandi dimensioni, suonata dalla natura e dall’uomo. Una scultura che viene eseguita dal vento e dal tatto – la descrive l’artista – Si tratta di un campo di sonagli e campane che arrivano da ogni parte del Mediterraneo e rispecchiano ed esaltano le diversità, che diventano un connubio. In questo spazio si può fare una riunione di lavoro, una merenda, un incontro di teatro, un concerto”. Un luogo aperto, fatto di arte e natura, a disposizione della comunità.
Il futuro di Mulinum
Sono diversi i progetti che questa startup vuole portare a termine. Oltre alla creazione di altri Mulinum, c’è la Scuola del Pane: una scuola di formazione di panificazione e pizzeria dove coinvolgere docenti, esperti e tecnici del pane, che insegni ai giovani a sperimentare e creare con le farine ottenute da grani antichi.
Oltre a questo, nei piani di Stefano c’è anche l’idea di creare una formazione ad hoc su impasti e topping delle pizze Mulinum, in modo che il format possa girare per l’Italia e proporre, oltre alla pizza, anche altre ricette con il pane e lievitati Mulinum. La chef Ceraudo ha già dato la propria disponibilità. Inoltre, Mulinum vuole lanciare una serie di pizzerie nelle più grandi città italiane.