Nata nel 2010, la società statunitense è quotata in borsa soltanto dal 2018 e conserva tuttora la sua “mentalità da startup”, che, secondo Noubar Afeyan, cofondatore dell’azienda, ha permesso di sperimentare soluzioni mai provate prima
Uno dei due vaccini contro il Coronavirus approvati in via emergenziale dalle agenzie per i medicinali e già in uso, è stato realizzato dalla società statunitense Moderna. Così come quello sviluppato da Pfizer-BioNTech, si tratta di un vaccino a RNA messaggero, che, una volta iniettato, fa produrre l’antigene contro cui si chiede di sviluppare la reazione immunitaria, direttamente dall’organismo. Nel caso di Moderna, il vaccino ha un’efficienza del 94,5%, leggermente inferiore a Pfizer, tuttavia è di più facile conservazione. Si tratta di una conquista senza precedenti: mai era capitato di riuscire a iniziare la vaccinazione appena undici mesi dopo lo scoppio dell’epidemia.
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C’è però dell’altro. Moderna è infatti un’azienda nata appena dieci anni fa e quotata in borsa soltanto dal 2018. Come riportato dalla rivista Crunchbase, al tempo della sua fondazione, il settore del biotech stava vivendo un periodo difficile. Anche a causa della crisi economica del 2008, gli investimenti erano molto scarsi. Un clima che comunque ha poco influenzato l’attività di Moderna, all’epoca una startup appena lanciata e dalla visione pionieristica nel suo campo. Il modus operandi dell’azienda, racconta Noubar Afeyan, venture capitalist e cofondatore di Moderna, prevedeva “andare verso un luogo che non era mai stato abitato prima e renderlo abitabile”. In questo caso, si trattava di specializzarsi nella sperimentazione di terapie e vaccini a RNA messaggero.
La “startup mentality” di Moderna
Nel 2010, anno di fondazione di Moderna, la ricerca di terapie e vaccini a mRNA era agli inizi e, scrive Crunchbase, considerata una tecnica futuristica. Specialmente nel suo principio fondante, secondo cui il corpo umano può essere sfruttato per creare la propria medicina. A dieci anni di distanza, commenta Afeyan, i risultati ottenuti sono una “potente testimonianza di ciò che è possibile quando si viaggia in avanti”, con propositi e studi che, nel corso di un decennio, sono passati da essere considerati scandalosi a indispensabili per salvare vite.
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Tutto questo non sarebbe stato possibile senza un’ambiziosa visione imprenditoriale, tipica proprio delle migliori aziende innovative, e che il cofondatore di Moderna definisce “startup mentality“. Difatti, sottolinea Afeyan, “la cultura di Moderna è stata quella di non avere paura di provare cose mai provate prima“. Attraverso una metodologia di lavoro basata sul rigore e sulla capacità di agire nel minor tempo possibile, pur riconoscendo che “occorre il tempo necessario per riuscire a realizzare gli obiettivi prefissi”.
Dalla nascita al vaccino per il Covid: tutto in dieci anni
Agli inizi, gli studi di Moderna erano incentrati principalmente sulle terapie e, in misura minore, sui vaccini. Il team dell’azienda era a conoscenza delle ricerche nell’ambito dell’RNA messaggero e ha deciso di puntarci. “Abbiamo pensato: cosa succederebbe se questa tecnica si potesse usare negli animali o negli esseri umani?”, spiega Afeyan. “È stato essenzialmente questo il modo in cui Moderna ha avuto inizio”. Nel 2011 Afeyan possedeva personalmente il 19,5% delle quote aziendali, mentre il suo fondo, Flagship Pioneriing, il 18%. In queste prime fasi, ha affermato il cofondatore di Moderna, il piano era di accelerare l’azienda e farla crescere utilizzando quasi esclusivamente finanziamenti del suo fondo. Inoltre, per un settore così sperimentale, non era semplice attirare investitori esterni.
La svolta è infatti arrivata tre anni più tardi, nel 2014, quando AstraZeneca ha deciso di effettuare un investimento strategico da 300 milioni di dollari in Moderna, facendo schizzare la valutazione massima dell’azienda a tre miliardi di dollari. Da quel momento, altri giganti del farmaceutico, come Merck, Alexion e Vertex, hanno deciso di finanziare le ricerche di Moderna. Fino all’IPO, la più alta fino ad allora per una società biotech, avvenuta sul NASDAQ nel dicembre 2018, arrivando a raccogliere 621 milioni di dollari. Nel giro di pochi anni, Moderna è quindi passata da essere una startup semi sconosciuta a diventare un colosso da 1.300 dipendenti. Raggiungere una dimensione simile, pur rimanendo specializzata nel suo ambito di ricerca iniziale, ha permesso all’azienda del Massachusetts di accelerare i tempi e diventare, a oggi, la seconda società al mondo in grado di fornire un vaccino per il Coronavirus.