“Quello che è successo negli scorsi 10 anni ai media succederà nei prossimi 10 al settore finanziario. I cambiamenti nell’ambito fin-tech saranno radicali”. Secondo Andrea Rangone, direttore degli Osservatori ICT & Management della School of Management del Politecnico di Milano, nei prossimi anni assisteremo a una vera e propria rivoluzione fin-tech e le idee migliori troveranno terreno fertile per imporsi sul mercato globale.
“In un contesto in cui il digitale e l’innovazione avranno un impatto rilevante, il ruolo delle nuove imprese sarà fondamentale. L’innovazione viene dalle startup e ci saranno opportunità importanti. Anche l’Italia potrà esprimere tutte le proprie potenzialità”.
I numeri ci dicono che il boom riguarderà soprattutto mondo dei pagamenti online, il mobile in particolare. Secondo una recente ricerca del Politecnico di Milano, nel 2016 il settore dei mobile Pos, i dispositivi che consentono di effettuare transazioni con i dispositivi mobili, potrebbe valere circa 2 miliardi di euro. “In realtà – sostiene Rangone – gli ambiti su cui lavorare sono moltissimi. Accanto alle iniziative che ruotano attorno al mondo dei pagamenti ci sono anche quelle che riguardano i Big data e gli analytics e l’Italia ha tutte le carte in regola per fare la differenza. Non ci mancano creatività e nemmeno competenze tecniche”. E non mancano i finanziamenti: “In questo momento gli imprenditori che vogliono investire nell’ambito digitale possono farlo. La speranza è che si avvii presto un circolo virtuoso per recuperare il gap che l’Italia ha nei confronti di altri Paesi”
A volte quello che manca in Italia, sostiene il Rangone, è il supporto dallo stesso mondo finanziario verso le iniziative innovative. Proprio per creare un ponte tra startupper e istituti di credito, Che Banca! sta promuovendo un’iniziativa che premia e sostiene i progetti più innovativi nell’ambito fin-tech (ci si può iscrivere fino al 21 maggio).
I progetti saranno valutati da un comitato costituito da docenti universitari esperti del settore, executive di CheBanca! e venture capitalist. I migliori 10 parteciperanno al GrandPrix e potranno aggiudicarsi 25mila euro per realizzare il proprio progetto e un anno all’interno di PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano.
Un compito fondamentale per spingere i ragazzi a intraprendere carriere alternative e che puntino all’innovazione, oltre alle aziende, lo hanno proprio le università. “L’università deve avere soprattutto un ruolo culturale – sostiene Rangone – quando si parla di studenti universitari si parla anche di dottorandi, di studenti che frequentano master post laurea, di ricercatori. Il ruolo dell’università deve essere quello di spronare i ragazzi verso un percorso professionale diverso, che punti all’innovazione, alla creazione di nuove imprese. Solo così si potranno creare startup in grado di imporsi a livello globale e che riusciranno a cambiare interi settori del mercato”. L’università non deve essere autoreferenziale ma aprire all’impresa. “I progetti che nascono all’interno dalla comunità scientifica devono creare valore all’interno delle imprese, non possono rimanere chiusi tra le mura delle facoltà ma devono essere lo spunto da cui ripartire per creare startup innovative”.