Per Bloomberg la Cancelliera avrebbe sottolineato che la sentenza della massima Corte tedesca rischia di avere conseguenze di vasta portata
Non sarà facile, ma una soluzione c’è. In estrema sintesi è questo il primo commento della cancelliera tedesca, Angela Merkel, sulla vicenda che vede contrapporsi, in modo mai tanto serio, la Corte Costituzionale tedesca con la BCE e, di riflesso, con la Corte di Giustizia europea.
Cosa ha detto Merkel
Da quanto si apprende, Merkel parlando ai membri del suo partito, l’Unione Cristiano-Democratica – CDU, riuniti in videoconferenza, avrebbe detto che la situazione generata dal giudizio della Corte costituzionale tedesca sulla BCE è “spinosa”. Tuttavia, la cancelliera si sarebbe mostrata comunque ottimista sulla possibilità di una soluzione.
Lo riferisce Bloomberg citando una fonte secondo cui Merkel avrebbe sottolineato che la sentenza della massima Corte tedesca del 5 maggio scorso rischi di avere conseguenze di vasta portata. Sempre secondo voci di corridoio, Merkel avrebbe anche definito “comprensibile” il fatto che la Commissione europea abbia rimarcato che i tribunali nazionali non possono mettere in discussione le sentenze della Corte di giustizia europea. Tuttavia, si è augurata che la Banca centrale europea decida di spiegare il programma di acquisto di asset per risolvere la questione della sentenza della Corte costituzionale tedesca sulla legittimità del Quantitative easing iniziato dal suo ex numero 1, Mario Draghi.
La dura replica della Commissione europea
C’è un’altra istituzione guidata sempre da un esponente politico tedesco, Ursula von der Leyen, che potrebbe ora prendere seri provvedimenti nei confronti della Germania per la sentenza “ribelle”: la Commissione europea. Particolarmente dura la nota diramata dall’organo esecutivo dell’Unione: “La Commissione europea sostiene tre principi di base: la politica monetaria dell’Unione è di competenza esclusiva; il diritto dell’Ue ha il primato sul diritto nazionale e le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutti i tribunali nazionali. L’ultima parola sul diritto dell’Ue è sempre pronunciata in Lussemburgo. Da nessun altra parte. Il compito della Commissione europea è di salvaguardare il corretto funzionamento del sistema euro e del sistema giuridico dell’Unione”. “Ora – conclude – stiamo analizzando in dettaglio la sentenza della Corte costituzionale tedesca. E esamineremo i possibili passi successivi, che potrebbero includere l’opzione di procedure di infrazione. L’Unione europea è una comunità di valori e di diritto, che deve essere sostenuta e difesa in ogni momento. Questo è ciò che ci tiene uniti. Questo è ciò che rappresentiamo”.
Ursula von der Leyen
Perché la sentenza tedesca può spaccare l’Ue
Con la loro sentenza, i giudici tedeschi hanno esondato dai loro poteri almeno sotto due diversi profili: anzitutto, hanno sindacato sull’azione della BCE, sottoposta esclusivamente alla Corte di Giustizia. In secondo piano, hanno ribaltato una precedente decisione della Corte di Giustizia, che si era espressa sul medesimo punto, dando ragione alla Banca centrale europea, fingendo di non sapere che il diritto comunitario prevale sul diritto nazionale e persino sulle pronunce dei giudici costituzionali. La sentenza tedesca, laddove dichiarasse illegittimo il Qe di Draghi, rischierebbe poi di lanciare ombre parecchio inquietanti sul PEPP di Christine Lagarde, il nuovo programma di acquisti pandemico da 750 miliardi di euro lanciato dalla BCE il 18 marzo per contrastare gli effetti economici del Covid-19.