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Chi, e cosa, c’è dietro Scalapay? La piattaforma è una delle principali soluzioni di pagamento online dell’Europa meridionale: aiuta più di 3mila aziende partner a crescere e i loro clienti a vivere esperienze d’acquisto piacevoli proponendo pagamenti dilazionati nel tempo senza costi aggiuntivi. Una delle realtà più interessanti a cavallo fra fintech ed ecommerce cofondata dall’italiano Simone Mancini. Poche settimane fa la società ha annunciato di aver raccolto 155 milioni di dollari di equity funding nell’ambito della tornata di investimenti Series A. Ma non ci bastava.

Volevamo capire chi fosse Mancini. Scaldare quei numeri roboanti e trasformarli nella storia di Scalapay, un sistema ideato per acquistare ciò che si desidera, online, in tre rate e senza interessi. Ma che, a quanto pare, ha innescato abitudini d’uso virtuose, allargando le opportunità degli utenti-acquirenti. Da dove viene quel meccanismo che facilita le persone nell’ottenere subito ciò che desiderano, senza compromessi e senza rinunce, alleggerendo la scelta e la spesa nell’immediato e aumentando le conversioni al checkout dell’11%?

Simone Mancini, co-founder Scalapay

Simone Mancini, co-founder Scalapay

Tutto è successo in pochissimi anni: Scalapay è nata infatti nel 2019 dall’idea di Mancini e dell’australiano di origini macedoni Johnny Mitrevski, a cui si sono uniti, nelle fasi iniziali, Raffaele Terrone, Daniele Tessari e Mirco Mattevi che hanno completato il founding team. Dal lancio, Scalapay ha aperto i suoi servizi in Italia, Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Finlandia, Belgio, Olanda e Austria. Il piano ha convinto fin dall’inizio: in due anni sono stati raccolti 203 milioni di dollari in totale e il team è raddoppiato, arrivando a oltre 150 persone da gennaio 2021. Di questo, ma soprattutto della sua vita, abbiamo parlato con Simone Mancini, 33 anni da Empoli ma cresciuto in Australia.

Chi è Simone Mancini e soprattutto chi era prima di Scalapay?

“Simone è un ragazzo che ha deciso di rischiare molto per seguire un sogno. Sono nato in una famiglia di missionari laici, avevo 3 anni quando i miei decisero di lasciare Empoli, il paese in cui sono nati, non lontano da Firenze e di partire con me e i miei 6 fratelli e sorelle. Abbiamo lasciato tutto, in tasca mio padre aveva solo il biglietto di andata per l’Australia. Molti li pensavano pazzi ma oggi sono proprio i loro insegnamenti a guidarmi nella mia vita e nel mio lavoro perché da loro ho imparato il coraggio di credere in qualcosa di più grande di me e di portare avanti un sogno. Ho sempre apprezzato molto le piccole cose, forse perché all’inizio della vita in Australia di cose ne avevamo poche e ognuna di queste aveva un valore ai miei occhi. E mi sono sentito sempre grato di poter avere del tempo, anche brevi momenti, da passare con le persone che amo. La famiglia è sempre stata molto importante per me. Mi sono sposato molto giovane, avevo 22 anni. Oggi ho 3 figli e più li vedo crescere, più mi accorgo di quanto sia importante trovare ogni momento possibile per fare esperienze insieme a loro. La capacità di rischiare che mi hanno trasmesso i miei genitori e il valore della famiglia e del tempo passato con loro, sono quello che mi ha guidato nei miei 33 anni di vita, senza tutto questo Scalapay non esisterebbe”.

Scalapay

Qual è la tua formazione e quali sono le tue passioni?

“La vita in Australia, il ricominciare dal niente insieme alla mia famiglia è stata una delle esperienze più formative, mi ha insegnato che si può sempre ricominciare e ce la si può fare anche quando le condizioni esterne non sembrano permetterlo. Aver vissuto questa esperienza è stato essenziale per sviluppare la mia creatività, la mia capacità di fare molto con poco e di guardare alle soluzioni là dove spesso era difficile trovarne. Sono una persona creativa, non ero quello più bravo a scuola ma ero di certo quello che sperimentava di più. Ho una laurea in Economia e ho fatto molti lavori diversi, a volte senza essere pronto per farlo. Ho dato vita nel tempo a molte attività, alcune durate per poco ma è stata comunque una gran soddisfazione perché in qualche modo si è creato il terreno per quello che è venuto dopo, mi sono rinnovato molte volte. Mi appassiona sperimentare, provare a fare le cose in modo diverso e sfidare spesso le mie stesse convinzioni. Mi piace ricercare nuovi punti di vista e prospettive. A volte crediamo che le cose siano così, come le abbiamo sempre viste, come ce le hanno sempre fatte vedere o che le cose vadano fatte come si è sempre fatto ma la curiosità, la creatività ci fanno vedere le cose in modi nuovi. Credo sia fondamentale soprattutto in questo momento che stiamo vivendo, prenderci il rischio di sperimentare, osare. Molto spesso, infatti, quando abbiamo il coraggio di andare oltre le nostre convinzioni, scopriamo come le cose si possano trasformare”.

Da dove nasce l’idea di fondo di Scalapay: è la solita storia del “bisogno personale da risolvere” o c’è stata un’operazione di mercato più scientifica, prima del lancio del 2019?

“Più che di bisogno personale si è trattato di un bisogno collettivo e di un sogno condiviso. Volevamo aiutare le persone che offrono prodotti e servizi a fare al meglio il proprio lavoro e concentrarsi su ciò che amano e chi compra ad amare quello che sta comprando, grazie alla possibilità di avere più tempo per pagare. Come per ogni cosa di valore l’idea è maturata nel tempo, dopo qualche tentativo e molti errori. Tutto è iniziato in Australia insieme a Johnny, il mio co-founder. Johnny è come un fratello maggiore per me, è un compagno di avventure. Ci siamo conosciuti 7 anni fa, entrambi proveniamo da famiglie di immigrati in Australia, io di italiani, lui macedoni. Entrambi sappiamo cosa voglia dire avere una famiglia che ricomincia da zero e dà il massimo per garantirti una vita ‘normale’, e questo forse ha dato la spinta anche a noi per darci da fare più di altri, non dare mai niente per garantito, sperimentare in modo testardo per raggiungere qualcosa. Nella fase iniziali ci hanno aiutato molto anche Raffaele Terrone, il nostro CFO che viene dal mondo banking, Daniele Tessari, sales manager che aveva un suo negozio quindi sapeva cosa vuol dire essere un esercente e Mirco Mattevi, il nostro head of product che conosceva molto bene il mondo dei pagamenti e l’ecommerce”.

La modalità di acquisto “buy now pay later” è senz’altro affascinante ma non contiene qualche rischio in termini di abitudini, intendo nel convincere chi magari in un certo momento non abbia disponibilità economica a spingersi verso un acquisto che rimane eccessivo anche se diviso in tre rate?

“La nostra visione del buy now pay later è quella di aiutare le persone a trovare una modalità adeguata al proprio stile di vita per godere di piccoli momenti di piacere. Quello che vediamo è che le persone che ci scelgono sono persone consapevoli, lo scontrino medio è di circa 110 euro. Scalapay viene usato per prodotti e servizi che hanno solitamente costi contenuti. Il nostro desiderio è che le persone siano coscienti degli acquisti che fanno e del modo in cui lo fanno, non avremmo nessun beneficio diretto o indiretto a spingere le persone ad acquistare oltre le proprie possibilità. Ogni volta che facciamo un acquisto possiamo chiederci: quello che sto comprando rispetta me stesso/a e il mio stile di vita e gli altri? E mi rende felice? Può rendere felici le persone attorno a me? Se la risposta a queste domande è sì, credo che poter godere di piccoli momenti di felicità sia il regalo migliore che possiamo fare a noi stessi. Con Scalapay la prospettiva è quella di poter acquistare prodotti e servizi più in linea con le proprie scelte e con il proprio modo di pensare, come acquistare prodotti con una qualità più alta, o prodotti locali o che rispettino l’ambiente, l’etica. Scalapay amplifica le possibilità di scelta”.

Quali sono i settori più forti per Scalapay, cioè le piattaforme che generano più fatturato?

“Scalapay viene usato per qualsiasi tipo di acquisto piacevole. Il nostro motto è ‘If you love it, Scalapay it’. I settori sono diversi, vanno dai viaggi, alla moda, cosmetica, abbigliamento, sport, prodotti per bambini, tutti quei prodotti o servizi che offrono a chi li acquista piccoli momenti di piacere, per sé e da condividere con gli altri. Attualmente collaboriamo con più di 3mila partner”. 

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Dove guadagna Scalapay?

“Scalapay genera entrate grazie al fatto di facilitare il rapporto tra il chi offre prodotti o servizi e i suoi clienti, sono le nostre aziende partner a pagare una commissione per ogni acquisto effettuato dal cliente”.

Chiudiamo sui tuoi sogni: cosa vorresti che diventasse Scalapay? O forse hai in mente una exit?

“La nostra missione è ‘empower merchants to offer amazing customer experiences’. Ci sono ancora molte cose che possiamo fare per migliorare l’esperienza nel processo d’acquisto per il cliente finale e contestualmente togliere peso al merchant per far si che si possono concentrare su cio che veramente amano fare – creare prodotti che i loro clienti amano. Alla fine credo nel fatto che la vita possa avere più valore quando aiutiamo gli altri a essere più felici, farlo ci fa sentire appagati e ci rende persone migliori. Scalapay per me è uno dei modi per farlo, ma non è l’unico”.