Questa mattina la Commissaria alla Giustizia Vera Jourova ha presentato alla stampa i prossimi passi nei confronti di AirBnb e Facebook.
Questa mattina la Commissaria alla Giustizia Vera Jourova ha presentato alla stampa i prossimi passi nei confronti di AirBnb e Facebook.
Secondo la Commissione Europea infatti, ai consumatori “devono avere garantiti gli stessi diritti, sia per i beni e servizi venduti online, che offline” ribadendo il principio di uguaglianza di regole senza dover creare una legislazione apposita.
La Jourova ha evidenziato come ci siano diverse mancanze nei contratti di questi due giganti e per questo ha chiesto loro di cambiare i termini e condizioni.
Airbnb
Per quanto riguarda AirBnb, la segnalazione riguarda la scarsa trasparenza sui prezzi. I costi di pulizia e la tassa di soggiorno non sono sempre evidenti e il consumatore si trova a dover pagare un prezzo superiore a quanto prospettatogli.
I am happy that #Airbnb reacts to our call by @EU_Commission and EU #consumer authorities in July and promised to ensure full transparency so the #consumers can know upfront about the final price or additional costs like cleaning fees or local taxes. https://t.co/25P1cDgoXk pic.twitter.com/nMti8BT2G7
— Věra Jourová (@VeraJourova) September 20, 2018
Allo stesso modo maggior trasparenza e informazioni dovrebbero essere date riguardo alla possibilità di poter fare causa all’ospite che procuri dei danni.
A luglio AirBnb aveva accettato di migliorare la trasparenza dei prezzi e già per fine anno il cambiamento dovrebbe essere effettuato.
Citando il caso Cambridge Analytica, la Jourova ha ricordato che non molti sanno come Facebook usa i loro dati, o come questi sono condivisi e utilizzati da terze parti, sviluppatori di giochi online e quiz. Così come in pochi sanno che Facebook detiene una licenza non esclusiva per usare le foto e i contenuti prodotti dagli utenti.
I want #Facebook to be extremely clear to its users about how their service operates and makes money. Not many people know that #Facebook has made available their data to third parties or that for instance it holds full copyright about any picture or content you put on it.
— Věra Jourová (@VeraJourova) September 20, 2018
“Vogliamo che Facebook sia chiara con gli utenti su come guadagnano usando i loro dati. Nell’Unione Europea ci sono quasi 380 milioni di utenti e questo comporta maggior responsabilità. Anche se so che non tutti leggeranno i termini e condizioni, mi aspetto che Facebook sia onesta nel rendere consapevole il consumatore.
Apprezzo che Facebook voglia lavorare per risolvere questi problemi prima della fine dell’anno ma sono piutttosto impaziente perché sono due anni che dialoghiamo e ora voglio vedere dei risultati, non solo dei progressi” ha detto la Jourova.
#Facebook’s new terms & conditions from April 2018 are misleading. They tell consumers that #personaldata is used only to improve their overall "experience" & don't mention that the company uses this data for commercial purposes. This needs to be clear! https://t.co/5tJdC3SDIo pic.twitter.com/Krk6dfXGns
— EU Consumer Affairs (@EU_Consumer) September 20, 2018
Per quanto riguarda le tempistiche, per ottobre Facebook dovrebbero fare i cambiamenti concordati in modo da dare alle autorità per la protezione dei consumatori il tempo di fare le opportune verifiche ed avrere tutto pronto per la fine dell’anno.
Nel caso in cui quanto pattuito non fosse rispettato, saranno le autorità nazionali a procedere con le multe.
La curiosità
La Jourova non ha più un account Facebook. Su richiesta di un giornalista sul perché questa scelta, ha risposto che l’ha dovuto cancellare quando ha visto la quantità di commenti di odio che riceveva. “Ma non voglio evitare di confrontarmi con le critiche, però solo se non sono carice di odio” ha poi concluso.
Si dovrebbe migliorare anche il linguaggio
Oltre alla trasparenza però, bisognerebbe lavorare anche sul modo in cui vengono presentate le informazioni. Spesso le informazioni sono lì ma è difficile comprenderle e trovarle. Come richiesto dal GDPR, il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati, si potrebbe obbligare le aziende ad usare un linguaggio chiaro e semplice, con l’ausilio di icone ed esempi. Staremo a vedere.