Con il Direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità del Gruppo Enel il punto sullo Startup Initiatives and Business Incubator, sugli Innovation Hub e sul Lean Startup Program, il programma di innovazione rivolto ai dipendenti di un’azienda ideato insieme a Peekaboo
Un percorso di innovazione che ha «radici antiche» e che negli ultimi 3 anni si è strutturato con strumenti pensati per l’open innovation. Innovazione aperta nel settore dell’energia, che solo nel 2016 ha coinvolto 80 startup. Con un investimento (sempre relativo al 2016) di «60 milioni di euro in 250 progetti e innovazione in esecuzione». Non solo startup, ma anche «contributi di imprese, centri di ricerca, università o semplici cittadini che desiderino sviluppare le loro idee, trasformandole in prodotti e servizi utili e che allo stesso tempo contribuiscono a sviluppare il business di Enel». Di innovazione, energia, startup e tecnologia abbiamo parlato con Ernesto Ciorra, Direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità del Gruppo. Partiamo da qui. «Innovare vuol dire ricercare sempre nuove soluzioni che portino valore aggiunto, che segnino un punto di rottura con ciò che è stato ideato in passato, indicando la strada da percorrere verso il futuro» ci ha detto. Con una premessa chiara: «Chi non innova rimane fermo e “muore”». Con Ernesto Ciorra abbiamo fatto anche il punto sullo Startup Initiatives and Business Incubator, sugli Innovation Hub e sul Lean Startup Program, il programma di innovazione rivolto ai dipendenti di un azienda ideato insieme a Peekaboo. Ma non solo. Ecco cos’altro ha detto a StartupItalia!
Da quanto Enel fa open innovation?
«L’orientamento di Enel per l’innovazione ha radici antiche e si è sempre avvalsa di collaborazioni d’eccellenza, sia dal mondo dell’industria che da quello dell’accademia e della ricerca scientifica. Tuttavia è da circa tre anni che Enel si è dotata di strumenti specificatamente pensati per l’Open Innovation. Si tratta di strumenti organizzativi e gestionali che permettono ad Enel di aprirsi come mai prima d’ora ai contributi imprese, startup, centri di ricerca, università o semplici cittadini che desiderino sviluppare le loro idee, trasformandole in prodotti e servizi utili e che allo stesso tempo contribuiscono a sviluppare il business di Enel. Nel 2016 il Gruppo ha investito 60 milioni di euro in 250 progetti e innovazione in esecuzione, stipulando accordi con altre aziende leader e collaborando con circa 80 startup, dopo averne valutate circa 1500. L’approccio Open Innovation consente ad Enel e a suoi partner di sviluppare velocemente nuovi modelli di business sia in campo energetico sia in altri settori interessanti per il Gruppo»
Perché vi interessano le startup?
«Enel ha come obiettivo quello di trovare startup ad alto potenziale, con le quali definire partnership finalizzate a sviluppare nuovi modelli di business, nuovi modi con cui approcciare il business attuale e nuove opportunità di crescita per il Gruppo. A tal proposito l’azienda ha costituito la funzione Startup Initiatives and Business Incubator dedicata alla ricerca delle giovani imprese più promettenti.
Per entrare attivamente a far parte dei più importanti ecosistemi innovativi internazionali abbiamo lanciato gli Innovation Hub, veri e propri avamposti nei luoghi dove nascono e si concretizzano le migliori idee e si sviluppano le maggiori opportunità
Abbiamo aperto quindi gli Innovation Hub di Israele, Cile, Brasile e nella Silicon Valley con l’obiettivo di trovare le migliori startup con cui collaborare, di supportare le giovani imprese nel loro processo di crescita, facendole accedere in tempi rapidi ad una fase commerciale. Per il futuro abbiamo già in programma l’apertura di altri Innovation Hub in altri luoghi strategici per il Gruppo».
Che idee cercate?
«Cerchiamo idee che abbiano concrete possibilità di sviluppo, da portare avanti insieme a partner e istituzioni che lavorano a stretto contatto con Enel per sostenere il cambiamento e il valore dell’innovazione. Il nostro obiettivo è di trovare soluzioni che portino un beneficio per i nostri clienti e, di conseguenza per il nostro business, focalizzandoci su servizi innovativi e ad alto valore aggiunto. Siamo alla ricerca di persone che con le loro imprese, sappiano interpretare i bisogno del mercato dell’energia e migliorarlo.
Vogliamo promuovere l’innovazione nel settore energetico attraverso lo sviluppo di prodotti e servizi in grado di rendere l’utilizzo dell’energia sempre più intelligente, affidabile, pulito ed accessibile a tutti».
Come vi rapportate con le startup?
«Siamo convinti che sia necessario sin da subito mettere a disposizione delle startup le nostre conoscenze e il nostro know-how. Per questo forniamo un supporto industriale, anche attraverso la collaborazione con i nostri LAB di tecnologia, importantissimo per mettere in pista un’idea vincente. Inoltre, grazie alla presenza in diverse aree geografiche, siamo in grado di aiutare lo sviluppo di business anche in altri territori, offrendo strutture in loco. Con noi le startup hanno la possibilità di ricevere un supporto nello sviluppo e definizione di soluzioni che possano aiutare Enel ad offrire ai suoi stakeholder, tecnologie sempre migliori, creando al contempo un valore tangibile per le startup che vedranno valorizzata la loro idea di business»
https://www.youtube.com/watch?v=v7KkPvf2kLg
Lei in un’occasione, a giugno 2016, si è rivolto ai centri di ricerca e alle startup dicendo: “Non abbiate paura di relazionarvi con Enel”, sostenendo che “Enel vuole creare nuovi modelli di business” e parlando di un’azienda “aperta, strutturata per innovare con gli altri”. E’ ancora così?
«Certamente è ancora così. “Open Innovation” vuol dire avere un rapporto aperto, limpido e di piena collaborazione con i nostri interlocutori, siano essi imprese, istituzioni, ONG, centri di ricerca e università clienti. Per questo abbiamo aperto un canale preferenziale per le startup semplificando il più possibile i passaggi, anche di carattere amministrativo, per poter iniziare a collaborare con noi. Lavorare insieme alle imprese all’avanguardia nello sviluppo di nuove idee e prodotti è parte della strategia tecnologica del Gruppo che ha come obiettivo quello di migliorare le proprie linee di business. Noi ci poniamo come partner industriali e offriamo tutte le nostre conoscenze, le nostre tecnologie e il nostro team di esperti per aiutare le imprese a crescere. Inoltre, abbiamo siglato accordi con acceleratori e con fondi di venture capital internazionali, con i quali valutare possibilità di supporto congiunto, dando quindi la possibilità alle startup di accedere tanto ad un supporto industriale quanto a quello finanziario».
Parliamo del Lean Startup Program e del rapporto con Peekaboo.
«Il Lean Startup Program è un programma di innovazione rivolto ai dipendenti di un azienda ideato insieme a Peekaboo, startup con la quale collaboriamo, che opera a supporto delle imprese per lo sviluppo di soluzioni innovative. Parliamo di un modello di formazione all’innovazione che coinvolge persone interne all’azienda, impegnate nello sviluppo di prodotti o servizi, utilizzando la metodologia lean startup, basata sulla continua verifica e conseguente modifica dell’idea di partenza. La funzione del Mercato Italia ha fatto da apripista di questo progetto che per ora è stato sviluppato solo nel nostro Paese, ma se la sperimentazione andrà a buon fine potrà essere ripreso anche altrove».
Oltre a Pekaboo, con quali altre startup avete stretto partnership?
«Come detto in precedenza, ad oggi, abbiamo stretto partnership con circa 80 startup. Faccio qualche esempio: Enel collabora con Athonet, una società italiana che ha sviluppato una bolla LTE, utilizzata per offrire copertura di rete alle centrali elettriche che si trovano in zone isolate prive di segnale, nonché per sviluppare soluzioni IoT per i clienti industriali e, non da ultimo, fornire copertura in situazioni di emergenza, in caso di catastrofi naturali. La startup italiana I-em, ha sviluppato la soluzione di manutenzione predittiva che Enel utilizza per prevedere guasti di rete o fare manutenzione predittiva per impianti rinnovabili (solare e eolico). Collaboriamo inoltre con la società israeliana Watts & More, ideatrice di una soluzione per migliorare le prestazioni dei pannelli fotovoltaici in centrali solari di grandi dimensioni».
Ciorra, chi non innova muore. Solo uno slogan?
«Pochi giorni fa, durante un convegno, ho cercato di spiegare la differenza tra una persona ottimista e una pessimista. Io mi schiero dalla parte degli ottimisti che per natura non pensano alla morte, o quantomeno cercano in tutti i modi di rendere dinamica la propria vita allontanando questo pensiero. Questa visione vale anche nel campo dell’innovazione.
Innovare vuol dire ricercare sempre nuove soluzioni che portino valore aggiunto, che segnino un punto di rottura con ciò che è stato ideato in passato, indicando la strada da percorrere verso il futuro
La mia risposta quindi è sì. Chi non innova rimane fermo e “muore”. Basti vedere quello che è successo a molte aziende, ad esempio, nel settore delle telecomunicazioni, che non hanno saputo intercettare il cambiamento e sono sparite dal mercato».