Spopola in Rete l’applicazione che mette nero su bianco il proprio ok a finire sotto le lenzuola con un determinato soggetto. Ma può servire a qualcosa o è solo un giochino anche un po’ fuorviante? Lo abbiamo chiesto a un avvocato
Sta fancendo parecchio discutere l’annuncio, da parte della software house olandese LegalThings di distribuire LegalFling (“avventura legale”), l’app che consente di sottoscrivere veri e propri contratti sessuali.
Dato che il tema delle molestie e persino delle violenze è stato dominante per buona parte del 2017 (pensiamo ai casi Weinstein, Spacey e Allen), è ammirevole che un team di sviluppo decida di salvaguardare le parti in causa fornendo loro delle prove “scritte” laddove al rapporto sessuale, magari occasionale, segua anche solo la minaccia di una causa.
Come funziona LegalFling
Possiamo immaginare LegalFling come un vero e proprio formulario di contratti sessuali prestampati che le parti si impegnano a compilare secondo il proprio gusto. L’applicazione, tramite una serie di interfacce intuitive, consente infatti non solo di scegliere un partner, ma anche fino a che punto spingersi, stabilendo termini di contratto che riguardano la prestazione sessuale fin nei minimi dettagli. Per esempio, cliccando sul cuoricino al posto della croce (che indica un rifiuto), potremo dare il nostro assenso ad avere un rapporto non protetto, magari condito da un linguaggio esplicito e offensivo e, perché no, acconsentire anche alla realizzazione di foto e filmati hard. Insomma, una volta che avrete finito di pigiare su cuoricini e crocette il risultato sarà un “famolo strano 2.0” che delinea i vostri gusti, le vostre aspettative e, più generalmente, l’esperienza che volete vivere. Dopodiché sarà possibile iniziare a consumare il rapporto con la tranquillità che in camera da letto non spunteranno proposte bizzarre e che il consenso è stato espresso, palese e non estorto. Ma è davvero così? Esistono i “contratti sessuali”?
Dato che la materia è innovativa e sicuramente curiosa, StartupItalia! ha rivolto i propri dubbi a un legale: l’avvocato Flavio Tovani del Foro di Imperia. “Spero che non ti serva. Ma, nel caso, sentiti al sicuro sapendo che esiste un accordo legalmente vincolante. Qualsiasi violazione può essere trattata in modo rapido e privato” recita la presentazione del programmino per smartphone. Fino a che punto, però, quell’accordo può valere in tribunale? “Chiariamo un aspetto – scandisce l’avvocato Tovani – ci stiamo muovendo in un terreno sconosciuto. Ciò che sappiamo, per ricondurre la materia a fattispecie più note, è che un contratto in cui siano previste prestazioni sessuali in cambio di denaro è nullo per illiceità della causa, cioè è illecito lo scambio fra sesso e denaro”. Ma gli accordi previsti da LegalFling non prevedono passaggio di soldi: “Sussisterebbero comunque delle perplessità sulla validità di un simile contratto: infatti, pur essendo l’oggetto, cioè la prestazione sessuale, in sé lecito, potrebbe dirsi che manca la suscettibilità di valutazione economica della prestazione e, comunque, non potrebbe certo dare vita a obblighi coercibili. Non si potrebbe obbligare qualcuno ad avere un rapporto sessuale perché ha firmato un contratto, e nemmeno è risarcibile il danno causato dall’inadempimento, dato che presupporrebbe una valutazione economica che, appunto, è esclusa. Insomma, possono essere espressi dubbi sulla qualifica contrattuale di questo accordo”.
Attenzione, poi, a non commettere reati
Come l’avvocato Tovani ha subito precisato, il consenso di per sé non è vincolante e soprattutto non può avere come base un contratto: “Nel rapporto matrimoniale – fa notare il legale – esiste il diritto ad avere rapporti col coniuge che comunque non si traduce nella costrizione fisica al fine di ottenerlo: in caso di rifiuto c’è l’addebito o un risarcimento del danno che però non ha natura contrattuale, bensì extracontrattuale. Quindi, se i rapporti fra coniugi non sono oggetto di contratto, perché dovrebbero esserlo quelli fra estranei? La promessa di matrimonio, per fare un altro esempio, non obbliga a contrarlo perché il nostro ordinamento vuole preservare la libertà dei nubendi, e la libertà sessuale è tutelata in maniera almeno analoga”. In più, è possibile ritirare il proprio consenso in qualsiasi momento. Che risulti nero e su bianco perché firmato col rossetto sul tovagliolo di un bar o digitato convulsamente sul touch screen di un cellulare, poco importa perché si resta liberi di cambiare idea. E se il partner non è d’accordo e calca la mano per ottenere ciò che gli è stato promesso, corre incontro a guai seri: “Si profila il rischio di essere incriminati per violenza sessuale” avverte l’avvocato Tovani.