Dall’impatto sulle professioni alle nuove possibilità che stanno nascendo. Ecco come il web e Twitter hanno trattato il tema negli ultimi quattro mesi dell’anno
L’industria 4.0 continua a essere uno dei temi dominanti dell’informazione economica, quest’anno come lo scorso. Quella che viene definita dagli esperti come la quarta rivoluzione industriale, che condurrà a una produzione automatizzata e interconnessa, ha aperto più di un dibattito sul web, tra news e social (Twitter, soprattutto). Ciò che più emerge dalle conversazioni online è l’impatto che l’industria 4.0 sta avendo sulle professioni, tra preoccupazioni sulla perdita di occupazione e le nuove chance che stanno nascendo. Un report di The Fool, società che opera nei Big Data, ha analizzato come il web e il social dei cinguettii hanno trattato il tema dell’industria 4.0 negli ultimi quattro mesi dell’anno. Ecco cosa ne è emerso.
Industria 4.0: le tre parole chiave
Secondo il report di The Fool, sono circa 83mila le conversazioni online sull’argomento nei primi quattro mesi del 2017. Per definire l’industria 4.0 vengono usate tre parole chiave che consentono di capire le potenzialità del fenomeno. La prima è “innovazione”.
Il trasferimento di Big Data, Internet of Things, machine learning e cloud computing all’interno della fabbrica sta dando vita a un nuovo modo di produrre.
La caratteristica che aiuta meglio a definire l’Industria 4.0 risiede nella seconda delle parole chiave, ovvero digitalizzazione. Il passaggio dai processi analogici a quelli digitali ha come diretta conseguenza una razionalizzazione dei costi di produzione, l’ottimizzazione delle prestazioni di macchine e lavoratori, e un utilizzo sempre più mirato di energia. Si tratta, insomma, di una rivoluzione (la terza delle parole chiave) che spiega bene come il cambiamento che si sta realizzando no è solo nel modo di produrre, ma nella mentalità. Solo quelle aziende che avranno il coraggio di cambiare sapranno restare su un mercato, completamente nuovo.
Lavoro e Industria 4.0
Il focus delle conversazioni online sull’Industria 4.0 è il lavoro. La domanda a cui si cerca più di dare risposta è su quali competenze saranno necessarie per trovare un impiego in futuro. Il report estrapola una serie di informazioni da cui far partire una riflessione. Sono le soft skill, le abilità che più saranno richieste dalla fabbrica 4.0. Tra queste ci sono quelle “sociali” (la capacità ovvero di lavorare in team, gestire le relazioni e i rapporti con soggetti terzi). Poi le metodologiche, nelle quali convivono competenze creative e quelle analitiche, oltre alle capacità manageriali. E le personali che includono professionalità, gestione dello stress e l’abilità di adattarsi a un contesto industriale che cambia rapidamente. Il report le analizza nei dettagli una per una.
Skill sociali: un leader crea consenso e fiducia
Secondo le conversazioni su web e social, sono le skill sociali le competenze che saranno più richieste dall’industria 4.0. Tra queste avranno la priorità per le aziende il “team work”, ovvero la disponibilità del dipendente a collaborare con gli altri, costruendo relazioni positive, volte al raggiungimento di un traguardo comune. C’è poi la leadership intesa come capacità di creare consenso e fiducia. E la competenza comunicativa, per condividere in modo chiaro e sintetico idee e info con tutti gli interlocutori che sono parte del nuovo processo industriale.
Skill metodologiche: addio a abitudine e ripetitività
Scompariranno quelle che sono le competenze legate a un vecchio modo di fare industria, come la manualità, l’abitudine e la ripetitività. L’industria 4.0 le sostituisce con altre abilità necessarie come la creatività, la flessibilità e l’inventiva. A queste si accompagnano pensiero critico e proattività dei quali bisognerà essere dotati per fare carriera all’interno della nuova industria. Assume un ruolo determinante anche l’intelligenza emotiva, la capacità ovvero di mettersi nei panni dell’altro e di saper gestire riconoscere e gestire le proprie emozioni.
Skill personali: problem solving e gestione dello stress
Perché gestire lo stress è una competenza così importante? Perché lo stress è legato direttamente alla produttività. La capacità del dipendente di resistere a sentimenti negativi porterà benefici sia all’azienda che ai colleghi. Mentre il problem solving garantisce al lavoratore la possibilità di adattarsi più velocemente al mutare degli scenari del mercato ed evolversi continuamente, grazie a una mente “flessibile”, capace di uscire dalla “comfort zone” e di aprirsi al cambiamento.
Le professioni più richieste nell’Industria 4.0
Quali sono poi le figure professionali che saranno più richieste dall’industria 4.0? Il report ne annovera alcune. Ecco quali sono.
- Regulatory affairs che si occupa di supervisionare le procedure normative per la commercializzazione dei prodotti.
- Business analyst che ha tra i suoi compiti quello di “tradurre” i bisogni degli utenti in requisiti tecnici da comunicare agli sviluppatori (soprattutto nel caso dello sviluppo di nuovi software o applicazioni).
- HSE Engineer che ha diversi ruoli all’interno dell’azienda: si occupa del mantenimento delle certificazioni di qualità e provvede al coordinamento di tutte le attività di prevenzione, protezione e sicurezza.
- Designer engineer che lavora a stretto contatto con sviluppatori e altri designer per assicurare al prodotto la massima funzionalità e le giuste performance.
- Connectivity, l’esperto dell’architettura di rete, figura necessaria in un contesto industriale in cui computer, dispositivi e software dialogano tra loro attraverso il web.
- Cyber security specialist che ha un ruolo delicatissimo, quello cioè di prevenire le minacce di attacchi informatici, mitigare i rischi e difendere i dati sensibili delle aziende.
Industria 4.0: le sfide e opportunità
Secondo la ricerca “Future of Jobs” del World Economic Forum, saranno due milioni i posti di lavoro creati dalla quarta rivoluzione industriale. Ma contemporaneamente ne spariranno sette milioni, soprattutto nelle aree amministrative e della produzione. La nuova industria, inoltre, penalizzerà i lavori meno qualificati e quelli più routinari. Sono queste le riflessioni e le sfide che il report di The Fool ha raccolto online. Tre sono i problemi più discussi in Rete: l’incapacità dell’uomo a reagire alla rivoluzione digitale, la paura di minacce informatiche e i costi di manutenzione che potrebbero aumentare, rispetto a quelli attuali.
L’industria 4.0 – si legge nella parte conclusiva del report – non ha come scopo “quello di creare maggiore disoccupazione, ma creare nuove occupazioni”. Per farlo, tuttavia, sarà necessario vincere un’altra sfida, quella cioè avvicinare i lavoratori alle nuove tecnologie, con percorsi ad hoc. La formazione sarà sempre più richiesta dai dipendenti delle aziende in un contesto dove la manualità e i lavori abitudinali non troveranno più spazio.